29 maggio 1453: la battaglia di Costantinopoli

Il 29 maggio 1453, un martedì, venne conclusa una delle battaglie più importanti della storia d’Europa, quella che segnò la caduta di Costantinopoli e la caduta dello stato di cui era capitale, l’Impero Romano d’Oriente.
Questo evento fu una delle tragiche tappe del declino della civiltà classico-cristiana e dell’avvento dell’Islam.
Bisanzio, la seconda Roma, che aveva visto risplendere la gloria fulgida di imperatori come Costantino o Giustiniano, cadde nelle mani degli islamici guidati da Maometto II, che vi rimarranno per secoli: solo a seguito della Prima Guerra Mondiale si avrà la disgregazione della Sublime Porta. In quella stessa battaglia perse la vita l’imperatore Costantino XI Paleologo, la cui statua fu eretta davanti alla Cattedrale ortodossa di Atene come esempio di uno straordinario legame tra ethnos e pistis, cioè tra popolo e fede.
Secondo taluni storici, la fine del Medioevo va datata proprio al 1453. Di fatto, Costantinopoli rimaneva l’ultimo baluardo in cui coesistevano l’elemento classico (i bizantini si facevano chiamare “Romei”) e quello cristiano, seppur scismatico dopo il 1054 (scambio delle scomuniche tra il cardinale Umberto Silvacandida e il patriarca Michele Cerulario).
Dal punto di vista culturale, la città fu anche un centro molto importante: molti umanisti europei ed italici vi si recarono per apprendere il greco (come Guarino Veronese) e i locali vi partirono per insegnarlo (come Leonzio Pilato e Manuele Crisolora). La città fu anche custode della filosofia, che, però era nettamente separata dal paganesimo che vi poteva serpeggiare.

Il vero punto di forza non era però né il greco né l’apparato politico e militare. Era la fede: essa era il vero collante, il vero punto di forza. Questa idea era largamente diffusa negli Stati medievali, per poi declinare con l’Illuminismo e subire un colpo fortissimo con la laicizzazione proposta e imposta dalla Rivoluzione Francese del 1789. Cosa accade oggi? Sarebbe impensabile, anche per molti partiti che si dichiarano difensori della Tradizione, mettere al centro la fede, il regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo: Egli, invece, deve regnare non solamente nelle nostre anime ma anche nelle nostre società, ricordandoci del forte ammonimento: o con Dio, o contro Dio!

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