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Alla scuola dell’umiltà

Sotto la guida del certosino avviso di padre Pollien, penetriamo con maggiore intensità l'importanza ascetica dell'umiltà, virtù di capitale importanza per la conformazione a Cristo.

Dom Pollien

Non meravigliarti se ti rimando a scuola. È una grande e bella scuola quella di Dio. Signore, beato l’uomo che viene formato alla tua scuola, e che impara la tua legge dalle tue labbra! Non temere, non è qui che tu acquisterai lo spirito scolaresco o ti farai più piccolo. Tu sai se io ho un vivo desiderio che tu sia un uomo magnanimo. Sai se io auguro alla tua vita la pienezza del suo sviluppo. Che larghezza e rettitudine io desidero alla te! Che energica generosità al tuo cuore!

Che purezza ai tuoi sensi! Non sarò certo io che reprimerò gli slanci dell’anima tua; penso che Dio non t’ha dato delle facoltà per soffocarle. Ma penso anche che non te ne ha date per sprecarle. Non temo i tuoi slanci, ma pavento i tuoi sviamenti.

Diffida dell’orgoglio: in nessun’altra cosa la vita umana s’inabissa e perisce più miseramente. Chi s’innalza sarà umiliato; e chi si umilia sarà innalzato. Sai che cos’è l’orgoglio? Sai che cos’è l’umiltà? È molto importante che tu lo sappia.

L’orgoglio è la tua vita diretta da te e per te.

L’umiltà è la tua vita diretta da Dio e per Dio.

Nelle due parti precedenti insegnandoti a glorificare “Dio il primo” e “Dio solo” non ti ho forse insegnato abbastanza come devi vivere per Dio? riferire l’intera tua vita alla sua gloria e non al tuo piacere? E in questo consiste sostanzialmente l’umiltà. Poiché l’umiltà non consiste nel non aver niente, ma nel riferire tutto. Quanto più si è ricevuto da Dio, tanto più si può riferire a lui; e quanto più si riferisce, tanto più si è umili. Per conseguenza il più umile di tutti è colui che avendo ricevuto di più riferisce tutto al suo Padrone. Negare o soffocare in sé i doni di Dio non è che menzogna e pigrizia. Riferisci dunque a Dio tutto ciò che hai da lui ed avrai il solido fondamento dell’umiltà.

Ma questo non basta. Se tu volessi andar a Dio da te stesso, con le forze naturali della tua mente, del tuo cuore e dei tuoi sensi, ciò sarebbe ancora orgoglio, e non andresti a lui, ma ritorneresti su te stesso. Perché? Perché per te non puoi uscire da te. Lui solo può innalzarti a sé. Infatti la tua vita di cristiano è una vita soprannaturale; e questa vita è al di sopra di te, ed è Iddio che la produce in te, ed è lui solo che può produrla. In fatto di vita soprannaturale, tu sei incapace di far scaturire dal fondo del tuo essere anche un semplice pensiero. Rammenta il principio fondamentale enunciato al principio di questo libro: La vita non esiste se non in forza del principio vitale interno. Ora il principio della tua vita cristiana è Dio, che vive in te e vivifica i tuoi pensieri, i tuoi affetti e le tue azioni.

In fatto di vita naturale, che può il tuo corpo senza l’anima tua? Di quale pensiero, di quale sentimento, di quale atto è capace senza di essa?

È radicalmente impossibile ad un cadavere aver per se il benché minimo movimento di vita. È l’anima la vita del corpo, ed esso non è attivo, se non quanto essa lo vivifica. Unito a lei, vede, ode, parla, agisce. Così pure nella tua vita di cristiano, tu non puoi nulla, affatto nulla, senza Dio. È lui che produce la vita soprannaturale nell’anima tua, nell’identico modo in cui l’anima produce nel corpo la vita naturale. Non sarebbe assurdo il supporre che il corpo volesse vivere senza l’anima ed agire da se stesso? È pure altrettanto assurdo ad un’anima cristiana il voler vivere cristianamente da se stessa senza Dio.

Con lui e per mezzo di lui puoi tutto; senza di lui, non puoi niente.

Alla scuola dell’umiltà

Dunque comprendi e vedi che non devi aver in te stesso, né appoggiarti, né far assegnamento su te stesso, poiché non puoi niente. Tutte le volte che ti appoggi su di te, tu sei sicuro di fare una caduta. Tu ne hai già fatte, forse di gravi, e tutte provengono dalla confidenza in te Stesso. Senza dubbio tu non lo capisci ancora molto bene; ma quando avrai imparato a penetrare un po’ più addentro i segreti dell’anima tua, te ne renderai conto assai meglio.

E certamente, se finora nelle tue cadute hai fatto così vergognose esperienze della tua debolezza, devi forse farne le meraviglie? Hai voluto agire da solo, da te stesso, a tuo capriccio. E trovi che questo giogo è duro! che il peso è grave! Lo credo bene. Ma perché tu fai della religione a rovescio? Fai sempre assegnamento e sempre ti appoggi sulla buona volontà, sui tuoi sforzi, sui tuoi regolamenti, sui tuoi espedienti, in una parola, su te stesso. Tutte queste cose sono buone, ma per se stesse non sono che cadaveri. Dio solo dà a tutto ciò la vita. Tu nella tua religione hai la mania d’essere il primo e di agire da solo; mentre la vera religione è: Dio il primo, Dio solo. Non ho forse ragione di dire che fai della religione a rovescio? Se sapessi una buona volta lasciarti condurre da Dio e piegarti al movimento della sua grazia, tutti gli atti della tua mente, del tuo cuore e dei tuoi sensi ben presto diventerebbero soprannaturali, vale a dire, cristiani. Vivresti sotto l’impulso di Dio ed allora vivresti davvero per Dio. E ciò sarebbe in te la grande e vera umiltà; non serberesti per te niente di ciò che ti è dato da Dio: tutto sarebbe a lui riferito. E quindi che grandezza! e che vita! L’umiltà è divina, poiché riferisce tutto a Dio; l’orgoglio è pagano, poiché riferisce tutto all’uomo. L’orgoglio è essenzialmente piccolo, poiché ti abbassa in te stesso; l’umiltà è infinita, poiché ti innalza a Dio. Vedi come si verifica la parola del Salvatore: “Chi si inorgoglisce, si abbassa; e chi si umilia, s’innalza”. L’umiltà è la virtù delle anime grandi, e l’orgoglio è il vizio delle anime grette.

Ebbene, avrai ancora paura di metterti alla scuola del divino Maestro? Non sei determinato a ricevere da lui la vera vita, la vita divina della tua mente, del tuo cuore e dei tuoi sensi? Senza dubbio tu vuoi essere suo discepolo; vuoi imparare da lui come bisogna vivere per lui.


(Da “Cristianesimo Vissuto”)

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