Amare Dio è la nostra salvezza – II

«Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?» (Mt 16, 26-27)

La risposta della rivelazione: la gloria

Secondo la rivelazione il nostro vero fine è conoscere Dio come lui stesso si conosce, vederlo faccia a faccia così come Lui si vede e non per mezzo delle creature. Questa visione di Dio è molto più elevata di tutte le filosofie passate e presenti. L’uomo è stato creato per contemplare tutte le perfezioni divine, per vedere come questo amore si identifichi con la pura Sapienza, con il Bene Supremo, con la Verità sempre conosciuta che è Dio.

Infine, siamo chiamati ad essere partecipi dell’immensa fecondità della natura divina che consiste in tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo. Tale visione produrrà in noi un amore così forte, grande ed assoluto che nulla potrà distruggerlo o anche solo diminuire. In questo contesto è racchiusa quella che noi chiamiamo “vita eterna” e cioè conoscere Dio come Lui si conosce, amarLo come Lui si ama.

Vita di grazia e vita di gloria

La vita spirituale può avere un obiettivo così alto solamente perché presuppone che in noi vi sia il germe della gloria, vale a dire una vita spirituale soprannaturale che si identifica con la vita eterna.

Nell’ordine naturale, l’uomo è capace di una conoscenza di tipo intellettuale e di un amore al di sopra dell’amore puramente sensibile solo perché possiede un’anima spirituale. Allo stesso modo, nell’ordine soprannaturale, non siamo in grado di una conoscenza e di un amore divino se non ricevendo qualcosa della natura stessa di Dio. Se l’anima non viene in qualche modo divinizzata, ovvero trasformata in Dio, non è possibile per essa partecipare alla stessa vita di Dio. 

Come un figlio riceve la propria natura dal padre, così i Santi partecipano alla stessa vita di Dio, proprio perché hanno ricevuto da Lui questa natura. Da sempre Dio necessita di un Figlio simile a sé, cioè il Verbo: gli trasmette tutta la Sua natura senza comprometterla in qualche maniera, così da essere Dio da Dio, Luce da Luce. Nella stessa logica e in maniera gratuita e immeritata, Egli ha voluto avere altri figli, figli adottivi che siamo noi battezzati, poiché l’amore di Dio per la Sua creatura aggiunge in lei una nuova perfezione. Dio ci ha amati a tal punto da renderci partecipi della Sua vita intima! San Paolo nella Lettera ai Romani scrive: «Quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli» (Rm 8,29), e l’essenza della gloria che Dio riserva ai figli che ama consiste in questo: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito» (1 Cor 2,9-10). Gli eletti, dunque, faranno parte della stessa famiglia di Dio, ovvero la Santissima Trinità, e questo significa che la Trinità conosciuta e amata abita in noi come in un tempio di gloria. Questa è la gloria, questa è la meta a cui bisogna tendere: configurarsi a Dio.

Se vogliamo comprendere l’essenza della vita di grazia in noi, dobbiamo considerarla come una forma embrionale della vita eterna, come il germe stesso della gloria. La vita di gloria e di grazia sono la stessa vita divina con due differenze: su questa terra possiamo conoscere Dio solo attraverso il velo della fede, e non nella luce della visione. Inoltre, a causa della facoltà del libero arbitrio, possiamo perdere la vita soprannaturale, cosa che nella realtà celeste ed eterna non si può assolutamente perdere.

Anche la grazia può essere perduta, ma ciò dipende dal fatto che noi possiamo non corrispondervi per mezzo del peccato. La grazia è per sua natura incorruttibile, come l’acqua viva che si conserva per un periodo indeterminato di tempo se il recipiente che la contiene non si rompe.

Fra Massimiliano Maria

Redattore presso la redazione di Ecclesia Dei. Frate Minore Cappuccino.
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