Aprimi il tuo cuore, voglio stare con te

Aprimi il tuo cuore, voglio stare con te

Oggi, più che mai, dobbiamo recuperare tutto il rispetto e l’amore per l’Eucaristia e iniziare a prendere coscienza del bene infinito che ci è stato dato. Adorare Gesù è uno scambio di cuori dal momento che ci dialoghiamo con Lui: il nostro per essere purificato e perdonato, il Suo per amarlo, consolarlo, ripararlo.
Oggi, più che mai, dobbiamo recuperare tutto il rispetto e l’amore per l’Eucaristia e iniziare a prendere coscienza del bene infinito che ci è stato dato. Adorare Gesù è uno scambio di cuori dal momento che ci dialoghiamo con Lui: il nostro per essere purificato e perdonato, il Suo per amarlo, consolarlo, ripararlo.

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Oggi, più che mai, dobbiamo recuperare tutto il rispetto e l’amore per l’Eucaristia e iniziare a prendere coscienza del bene infinito che ci è stato dato. Adorare Gesù è uno scambio di cuori dal momento che ci dialoghiamo con Lui: il nostro per essere purificato e perdonato, il Suo per amarlo, consolarlo, ripararlo.

L’Adorazione Eucaristica è anzitutto espressione del rapporto intimo, personale che ogni uomo dovrebbe avere con Dio. Gli uomini e gli angeli devono adorare Dio. In Paradiso, tutte le anime beate dei Santi e i santi angeli adorano Dio. L’adorazione è l’ unico culto dovuto solo a Dio. Quando Satana cercò di tentare Gesù nel deserto gli offrì tutti i regni, tutto il potere del mondo chiedendo come tornaconto l’adorazione verso di lui. Satana, nel suo orgoglio intriso di peccato, pretende l’adorazione dovuta a Dio. Gesù gli rispose usando le parole della Sacra Scrittura, ovvero che solo Dio è degno di essere adorato e di ricevere culto (cfr Mt 4, 8).

Gesù Cristo, nella cena di Pasqua con i suoi apostoli, nella notte in cui veniva tradito, prese il pane nelle sue mani, rendendo grazie, benedisse il Padre e passò il pane ai suoi discepoli dicendo: “Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo dato per voi,” alla fine della cena prese il calice del vino, di nuovo ringrazio’ e benedisse il Padre e lo passò ai suoi discepoli dicendo: “Prendete e bevetene tutti, questo è il calice del mio sangue. Sangue della nuova ed eterna alleanza, che sarà versato per voi e per molti in remissione dei peccati “. Disse del pane: “Questo è il mio corpo” e del vino: “Questo è il mio sangue”. Ma non solo questo, aggiunse anche: “Fate questo in memoria di me”. Diede agli apostoli il mandato, “Fate questo” il mandato di fare lo stesso, di ripetere il gesto e le parole sacramentali. Così sono nati l’Eucaristia e il Sacerdozio ministeriale. Ogni volta che il sacerdote pronuncia le parole della consacrazione lo fa in Persona Christi, cioè è Cristo stesso nella persona del sacerdote che consacra che lo fa e rende presente il Suo Corpo e il Suo Sangue, la Sua Persona divina. Perché Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo. Essendo Gesù Cristo Dio e essendo presente nell’Eucaristia, allora lo si deve adorare. Nell’Eucaristia adoriamo Dio in Gesù Cristo, e Dio è Uno e Trino, perché in Dio non ci sono divisioni. Gesù Cristo è uno con il Padre e lo Spirito Santo, e come insegna il Concilio di Trento, è veramente, realmente, sostanzialmente presente nell’Eucaristia. La Chiesa crede e confessa che “nel sacramento dell’Eucaristia, dopo la consacrazione del pane e del vino, è veramente, realmente e sostanzialmente presente nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e uomo, sotto l’apparenza di quelle cose sensibili” (Concilio di Trento 1551: Dz 874/1636).

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I frutti che si raccolgono adorando frequentemente Gesù Eucaristia

L’adorazione porta soprattutto all’intimità con il Signore e ad approfondire la relazione tra Lui e noi. Per nessun adoratore Gesù è un estraneo. L’adorazione permette di vivere più intensamente, con maggiore preparazione, la Santa Messa. Chi adora incontra la pace, quella Pace che è di Cristo e che è sconosciuta al mondo. Persone che mai misero piede in una chiesa e che improvvisamente per qualche motivo o perché il Signore le ha chiamate entrano in una cappella di adorazione e incontrano la Pace a loro sconosciuta, quella che solo può dare il Signore. L’Adorazione dona a tutti la possibilità di fermarsi nella frenesia della vita, offre uno spazio ed un tempo per riflettere e lasciarsi interrogare dalla Presenza di quel Dio che ci ha creati e ci salva.

Se più sacerdoti rimanessero di più in chiesa lasciando il Santissimo esposto – con lui presente o qualcuno che rimane lì senza lasciare Gesù solo – sarebbe stupefacente vedere quante persone anonime passano fermandosi nella silenziosa chiesa dove il Santissimo Sacramento è sempre esposto, e trascorrono un tempo considerevole, immerse nel loro mondo interiore. Spesso si tratta di persone che provengono da luoghi lontani, anche non cattolici, o invitati da amici. Molti vedendo il Santissimo entrano quasi per caso e si sentono attratti dal potere invisibile e irresistibile del Signore. Un vantaggio presente solitamente nel luogo in cui è insediata l’Adorazione frequente o addirittura perpetua è il servizio di guida spirituale e di confessione. L’ Adorazione Eucaristica in generale, e quella perpetua in particolare, favoriscono la partecipazione al sacrificio eucaristico nella Messa nella misura in cui l’adorazione significa restare con Colui che si è incontrato nella comunione sacramentale.

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I frutti, dunque, sono innumerevoli: conversione, salvezza dell’anima, guarigione di vecchie ferite, liberazione, perdono, riconciliazione, di nascita di vocazioni sacerdotali, alla vita religiosa o al matrimonio.

Oggi, più che mai, dobbiamo recuperare tutto il rispetto e l’amore per l’Eucaristia e iniziare a prendere coscienza del bene infinito che ci è stato dato. Adorare Gesù è uno scambio di cuori dal momento che ci dialoghiamo con Lui: il nostro per essere purificato e perdonato, il Suo per essere amato, consolato, riparato.

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