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Beata Vergine Maria Addolorata

La devozione all’Addolorata, trae origine dai passi del Vangelo, dove si parla della presenza di Maria Vergine sul Calvario, prese particolare consistenza a partire dalla fine dell’XI secolo e fu anticipatrice della celebrazione liturgica, istituita più tardi.

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La devozione all’Addolorata, trae origine dai passi del Vangelo, dove si parla della presenza di Maria Vergine sul Calvario, prese particolare consistenza a partire dalla fine dell’XI secolo e fu anticipatrice della celebrazione liturgica, istituita più tardi.

Beata Vergine Maria Addolorata

La devozione all’Addolorata, trae origine dai passi del Vangelo, dove si parla della presenza di Maria Vergine sul Calvario, prese particolare consistenza a partire dalla fine dell’XI secolo e fu anticipatrice della celebrazione liturgica, istituita più tardi. Il “Liber de passione Christi et dolore et planctu Matris eius” di autore ignoto, costituisce l’inizio di una letteratura, che porta alla composizione in varie lingue del “Pianto della Vergine”. Testimonianza di questa devozione è il popolarissimo “Stabat Mater” in latino, attribuito a Jacopone da Todi; da questa devozione ebbe origine la festa dei “Sette Dolori di Maria Santissima”. Nel secolo XV si ebbero le prime celebrazioni liturgiche sulla “compassione di Maria” ai piedi della Croce, collocate nel tempo di Passione. Il 15 agosto 1233, sorse a Firenze l’Ordine dei Servi di Maria (serviti), fondato dai Santi Sette Fondatori e ispirato dalla Vergine. L’Ordine che già nel nome si qualificava per la devozione alla Madre di Dio, si distinse nei secoli per la diffusione del culto dell’Addolorata; Il primo documento sul sorgere di una festa liturgica sul dolore di Maria proviene da una chiesa locale: il 22 aprile 1423 un decreto del concilio provinciale di Colonia introduceva in quella regione la festa dell’Addolorata come riparazione dei sacrileghi fatti dagli Ussiti alle immagini del Crocifisso e della Vergine ai piedi della croce. La festa aveva per titolo Commemoratio angustiae et dolorum beatae Mariae virginis. Quello che merita di essere sottolineato è che si tratta di una festa incentrata sulla scena del calvario e sulla «raccomandazione» della Madre fatta da Gesù in croce a Giovanni, e inoltre che tale ricordo era assegnata al tempo pasquale.

Nel 1482 papa Sisto IV componeva e faceva inserire nel Messale romano, con il titolo di «Nostra Signora della Pietà», una messa incentrata sull’evento salvifico di Maria ai piedi della croce. In seguito tale celebrazione si diffondeva in occidente con varie denominazioni e in varie date. Oltre alla denominazione stabilita dal concilio di Colonia e a quella fissata nella messa di Sisto IV, veniva chiamata anche «De septem doloribus beatae Mariae virginis». Successivamente, papa Innocenzo XII, il 9 agosto 1692 autorizzò la celebrazione dei Sette Dolori della Beata Vergine la terza domenica di settembre; il 18 agosto 1714 la Sacra Congregazione dei Riti, dietro supplica del priore generale dei Servi di Maria, concedeva che la «Commemorazione solenne dei Sette dolori della beata Maria vergine», già celebrata in qualche provincia per indulto speciale, fosse estesa a tutto l’ordine il venerdì di Passione. Il 22 aprile 1727 poi, Benedetto XIII, sempre dietro richiesta dell’ordine servita, estendeva la festa dei Sette dolori di Maria a tutta la chiesa latina e la fissava secondo la data dell’ordine al venerdì dopo la domenica di Passione: veniva così raggiunta l’unificazione sia del titolo che della data. Il 18 settembre 1814 poi, Pio VII, devotissimo dell’Addolorata, in ricordo delle sofferenze inflitte da Napoleone alla chiesa nella persona del suo capo, la estendeva a tutta la chiesa latina, con i testi dell’ufficio e della messa già in uso presso i Servi di Maria. Pio X, fissò la data definitiva del 15 settembre, subito dopo la celebrazione dell’Esaltazione della Croce (14 settembre). Il nuovo calendario del 1969, oltre a sopprimere del tutto la commemorazione del tempo di Passione e a ridurre il grado della celebrazione del 15 settembre a semplice «memoria», ha pure cambiato il titolo della festa, Beata Maria vergine addolorata: non si fa la memoria dei «Sette dolori», ma si vuole contemplare «il dolore» di Maria.

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