di Francesco Marcato
Cominciamo ora a vedere, nello specifico, le varie tipologie di suono esistenti, partendo dal metodo più diffuso in tutto il mondo: il suono a slancio.
In questo tipo di suono le campane dotate di ceppo leggero, cioè scarsamente contrappesate, e in virtù di questo fatto possono compiere oscillazioni veloci, producendo serie di rintocchi poco distanziati l’uno dall’altro.
Nei sistemi a slancio “classico”, per produrre suono devono raggiungere almeno i 60° di inclinazione (anche se esistono sistemi a slancio con il battaglio dotato di doppio snodo per poter suonare anche con un ridotto movimento). In questo sistema di suono il battaglio è agganciato sotto i perni di rotazione e quindi va a colpire il bronzo sempre nel movimento verso l’alto: si dice che il battaglio, che di solito è più pesante rispetto agli altri sistemi di montaggio, “accarezza la campana“.
In questo sistema di montaggio, il battaglio si distacca subito dopo il rintocco e quindi non smorza gli armonici rendendo libere le vibrazioni, al contrario del sistema controbilanciato. Per questo le campane a slancio mantengono vibrazioni assai prolungate. Il sistema è tipico in tutta Europa (es: changeringing inglese), nel sistema Bolognese, nel centro e sud Italia con la denominazione di “slancio romano” (vedi qui).

Nella zona del Tirolo prende il nome di “slancio tirolese”, dov’è presente un oscillazione più alta della campana e un meccanismo denominato “kloppenfaghen” che tiene il battaglio ancorato alla bocca della campana finché un apposito dispositivo sblocca il battaglio per farlo suonare e lo riblocca al termine della suonata. Questo meccanismo è stato adottato principalmente per essere utilizzato su campane di grandi dimensioni che impiegano molto ad andare “in quota”, oltre che ad aver una lunga “coda di suonata” al termine del minutaggio della suonata preimpostata (vedi qui).

Nel Triveneto, oltre allo slancio romano, è presente in modo particolare in Friuli Venezia Giulia, lo slancio friulano, che prevede la sincronizzazione delle campane durante le suonate, grazie alla costruzione di appositi isolatori che vengono fatti di lunghezze diverse e vengono posti tra la campana e il ceppo, permettendo così un identico raggio di oscillazione, facendo così suonare le campane in modo sincronizzato (vedi qui).


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