Campane: tipologie di suono

Campane: tipologie di suono

Oggi andiamo alla scoperta delle diverse tipologie di suono delle campane.
Oggi andiamo alla scoperta delle diverse tipologie di suono delle campane.

di Francesco Marcato

Le campane, che abbiamo introdotto nell’articolo precedente, sono strumenti musicali per eccellenza e hanno una varietà molto ampia di metodologie di suono. La ricerca di un suono più o meno perfetto, così come l’adozione di un sistema di suono più o meno ideale, sono spesso determinate dalla cultura musicale di una regione o di una nazione.

Nell’area mitteleuropea (Germania, Svizzera, Austria, Francia, Belgio, Olanda) si è sempre ricercata la migliore qualità di suono, con significativi contributi da parte di maestri di musica e persone competenti nella progettazione di campane e concerti in grado di produrre svariati accordi musicali. Accanto alle campane tradizionali, quasi ovunque montate a Slancio, vi sono i Carillon, vere e proprie orchestre costituite da alcune decine di campane ferme percosse da martelli esterni, che iniziarono a comparire nella regione delle Fiandre nei secoli XV e XVI.

Campane a slancio
Campane a carillon

Nei paesi dell’Europa dell’Est (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Repubbliche Baltiche, ex Jugoslavia), così come nella penisola Scandinava, le campane suonano prevalentemente a Slancio, ma non sempre viene ricercata la migliore qualità dei bronzi e nemmeno una definizione negli accordi musicali.

In altre regioni europee invece, per meglio andare incontro alle esigenze della liturgia, si è ricercata una diversificazione dei segnali, e si sono ideati i sistemi di suono a rotazione completa, che ancora oggi vantano un elevato numero di suonatori praticanti. E’ il caso dell’Inghilterra, il cui sistema di suono, detto Sistema inglese o Change Ringing (sorto nel secolo XVI), è universalmente diffuso in tutto il Regno Unito, ma è anche il caso dell’Italia Settentrionale, dove ci sono importanti tradizioni, espressioni di una ricca pluralità storico-culturale, ci riferiamo in particolare al Sistema Bolognese (sorto nel secolo XVI), al Sistema Ambrosiano (sorto nel secolo XVIII) e al Sistema Veronese (sorto verso la fine del secolo XVIII). Tutti questi sistemi prevedono una rigorosa accordatura delle campane, e le esecuzioni che ne derivano sono da considerarsi dei veri e propri pezzi musicali. Anche nella penisola Iberica si è sviluppata una singolare tradizione di suono a rotazione completa, tuttavia, non essendoci mai stata l’esigenza di accordare fra loro le campane, il suono è considerato semplicemente un segnale, non un’espressione musicale.

Campane a “Change Ringing”
Campana alla veronese

Nell’Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche) vi sono più sistemi che associano il suono a rotazione di una campana con i rintocchi di altre campane che rimangono fisse. In varie località dell’Italia Meridionale ed Insulare, della Grecia, o ancora della penisola Iberica, le campane, che non hanno mai conosciuto evoluzioni significative, sono fisse e vengono ancora suonate mediante il semplice dondolamento del battaglio (che è in assoluto il metodo di suono più antico), oppure vengono fatte occasionalmente oscillare a Slancio.

Campana a Rinterzo Umbro

Nei prossimi articoli andremo ad approfondire i vari sistemi di suono e le proprie caratteristiche.

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