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Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat.

Siamo giunti alla seconda metà del mese di Novembre, mese in cui cade l’annuale festa di Cristo Re, solennità che sempre più deve essere messa al centro della vita di ogni Cristiano. Cristo è infatti Re dell’Universo, tutto da Lui è governato e viene guidato, la solenne commemorazione di questo titolo è stata inserita nel calendario dal Papa Pio XI, per combattere un’eresia dilagante anche nei nostri tempi: il “Laicismo.”

Basilica di Sant’Ambrogio – Foto di Luca Niutta

Viviamo in una società atea, che si dice laica, che spesse volte accusa la Chiesa di errori, di sbagli, di essere indietro nel tempo. Se già partiamo dal termine che essa utilizza ritorniamo di nuovo alla Chiesa, infatti il termine “laico” deriva dal diritto Ecclesiastico, e segna la distinzione tra chierico e laico, questa società che si professa infatti pagana e atea non è nemmeno capace di inventare un nuovo termine per descriversi e chiamarsi ma lo prende dalla stessa Istituzione che Critica, che chiama in causa. Viviamo nella società dei sensi di colpa, quella società che rivive il passato accusando la Chiesa per gli errori che ha fatto, dimenticandosi che la Chiesa vive nel tempo e in determinate epoche, dove quello che oggi è considerato sbagliato era corretto, e dimenticando come non sia possibile attribuire alla Chiesa colpe che sono dovute ad alcuni suoi ministri: “Voi attribuite a questa Chiesa che è la Sposa di Gesù Cristo, sempre pura, sempre santa in sé stessa, le colpe dei suoi ministri: essa le piange, le castiga, ma non ne è colpevole (…). Condannate pure quanto vi pare la cattiva condotta dei vescovi, dei cardinali, persino dei papi quando le loro azioni non corrispondono alla santità del loro carattere, ma rispettate la Chiesa che ha donato loro delle regole sante e che è guidata dallo Spirito di santità e verità” (A. Salmon, La catholicité du monde chrétien d’après la correspondance inédite du comte Louis de Zinzendorf avec le cardinal de Noailles et les èvệques appelants, 1719-1728-1929, pp. 22-22).

Basilica di Sant’Ambrogio – Foto di Luca Niutta

“La Chiesa non è al passo coi tempi” spesso sentiamo dire, “si deve aggiornare”, “deve vivere nel presente” sono frasi sempre più presenti che colpiscono la Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica sia dal suo interno che dal suo esterno, senza tenere conto di quanto male facciano alla Chiesa, innanzitutto perché la Chiesa vive nel mondo ma non è di questo mondo (“Voi siete nel mondo, ma non del mondo.”), la Chiesa è infatti Sposa di Cristo, redenta dal suo Sangue prezioso, e così come “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi è sempre!” Eb 13, 8 anche la Chiesa deve mantenere intatto il vero significato della Buona Novella che ci viene giorno per giorno spiegato attraverso la Tradizione apostolica, ovvero l’insegnamento che gli Apostoli stessi hanno lasciato alla “loro” Chiesa.

Basilica di Sant’Ambrogio – Foto di Luca Niutta

Questa società va sempre più verso il baratro delle tenebre e della morte, tanto che tutto ciò che fino a ieri era male oggi può divenire bene, può diventare giusto e chiunque si oppone viene screditato, schernito nel nome di una libertà che non è però vera, che non è però realistica e oggettiva. “Cristo Vince, Cristo Regna, Cristo Impera!” Queste parole sono parole vere, sincere e oggettive che ogni Cristiano deve imprimere nel proprio Cuore… la Chiesa è sopravvissuta all’Impero Romano, a mille eresie come quella degli Ariani, degli Ugonotti, dei Protestanti e dei Calvinisti, all’Islam, vincendolo a Lepanto, all’Illuminismo, alla Rivoluzione Francese, al Socialismo, al Nazismo e al Comunismo e sicuramente vincerà anche le persecuzioni del giorno presente perché abbiamo la certezza dal nostro salvatore: “Le porte degli inferi non prevarranno”. Mt 16, 18, così come, quando abbracciamo la nostra croce e seguiamo il nostro amato abbiamo la certezza che verremo perseguitati, poiché le Vie del Signore non sono dal mondo riconosciute, ma vengono viste come qualcosa contrario ad esso, infatti la nostra vita vera e la nostra eterna felicità non è di quaggiù ma è del Cielo. Negli anni 70, il grande San Paolo VI ci consegnò queste parole: “da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio” e quel fumo già ai tempi chiedeva gli stessi cambiamenti dei giorni nostri (perché si sa il Diavolo gioca sempre con le stesse eresie) e il Papa si rivolse a tutti con queste semplici ma indelebili parole: “La Chiesa maestra non inventa la sua dottrina… a chi la sollecita di rendere più facile, più relativa ai gusti della mutevole mentalità dei tempi la sua fede, risponde con gli Apostoli: Non possumus, non possiamo” (S. Paolo VI – 19 gennaio 1972).
Viviamo questo tempo di grande prova e incertezza però certamente con una certezza: Cristo è il nostro Re, è il re di tutto l’universo! Che grande e bella notizia, che gioia, la gioia di Cristo, infatti ogni cosa è sotto il suo impero, sotto il suo controllo, sotto il suo amore e come ci insegna Sant’Agostino i tempi non sono mai brutti, siamo noi che con il nostro comportamento li rendiamo tali, spesso dimenticandoci di essere “eredi di Dio e coeredi di Cristo” specchi nel quale l’amore di Dio, e quindi Dio stesso, si rivela nella storia, nella storia che è unica, irripetibile e nella quale Cristo si è incarnato, ci ha lasciato la sua buona notizia, ha sofferto per noi, pendendo dal legno e facendosi maledizione, è morto, distruggendo per sempre il peccato e la morte e nel suo sangue prezioso ci ha redento, donandoci per sempre la sua Grazia, il suo amore e elevandoci a “dei”.
In questo mese, nella vigilia di questa festa, così ricca di significati, il Signore, nostro amico e fratello, ci mostri come possiamo sempre più cooperare al suo regno divenendo nel mondo il Sacramento della Sua presenza, sacramento nella nostra storia, per far trasparire la sua presenza, presenza di Re della storia, di Re dell’Universo, con l’intercessione della nostra Mamma del Cielo, che sempre ci guida alla “vetta della Santa Montagna, Cristo Gesù nostro Signore”.

“Sappiamo che questa battaglia non è facile e molti si perderanno d’animo. E sotto i colpi del nostro nemico tanti certamente cadranno. Io tenderò la mia spada in alto come la usa il mio Signore. Lui nessuno l’ha mai sconfitto. La sua forza è quella di Dio.”
(Inno della Cristiada)

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