Nato a Montpellier, in Francia, San Rocco vende tutti i suoi averi, entra nel Terz’ordine francescano e, indossato l’abito del pellegrino, fa voto di recarsi a Roma a pregare sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo. Con il bastone in mano, il mantello, il cappello e la borraccia si mette in cammino verso la Città Eterna. Lungo la strada incontra molte persone, soprattutto poveri, malati e appestati. Non si perde d’animo, si avvicina con coraggio e presta la sua assistenza; grazie alla preghiera e alla carità divenne lo strumento di Dio per operare miracolose guarigioni. Tutti raccontano ancora oggi del giovane pellegrino che porta la carità di Cristo e la potenza miracolosa di Dio. Tant’è vero che dopo la sua morte, durante il Concilio di Costanza, venne invocato come santo per la liberazione dall’epidemia di peste ivi propagatasi durante i lavori conciliari.
Quest’anno abbiamo un motivo in più per celebrare la festa di San Rocco perché il suo esempio di vita e la sua esperienza con la peste presentano delle analogie molto forti con la contemporanea vicenda della pandemia. San Rocco è un autentico esempio e modello di medico dell’anima e del corpo. Egli non aveva alcun timore nell’avvicinarsi agli ammalati, in particolare a quelli che avevano contratto la peste. Tanti sono, nel corso della storia, gli esempi di cristiani che si sono messi a servizio degli appestati anche mettendo a repentaglio la propria salute e la propria vita; l’esempio di Rocco è accompagnato, come pochi altri, da una forza di guarigione che lo hanno reso noto in tutta Europa lasciando dietro di sé un ricordo indelebile che dura intatto fino ad oggi. Ancora più ammirevole è la decisione che Rocco prende quando scopre di aver contratto pure lui la peste, così che si ritira in un luogo sconosciuto e irraggiungibile, per evitare di trasmettere ad altri il contagio mortale. Sarà un cane, come racconta la storia della sua vita, a portargli ogni giorno un pezzo di pane così da assicurargli la sopravvivenza fino alla guarigione dalla peste.
Con la pandemia da Covid che ci ha colpito abbiamo imparato il distanziamento sociale e l’isolamento dagli altri, ma non abbiamo imparato abbastanza l’altruismo e la dedizione. Ci sono stati degli esempi eroici, come quelli soprattutto di medici e infermieri, e di tanti operatori della carità, ma ciò che abbiamo colto nella maggior parte dei casi è un pensare solo a sé. A san Rocco non dobbiamo ricorrere solo per chiedere aiuto, ma anche per ottenere la capacità di fare come lui, che si è preoccupato degli altri prima che di se stesso, da vero discepolo di Gesù e da autentico cristiano.
È significativo nel Vangelo l’atteggiamento della donna cananea che arriva, con la sua insistenza, a far cambiare idea a Gesù, il quale riconosce la sua fede così ostinata e ne accoglie la richiesta di liberarle la figlia dal demonio. Anche noi dobbiamo imparare a essere insistenti e ostinati con il Signore e con i suoi santi. Ma dobbiamo farlo non solo per chiedere la guarigione e la liberazione da ogni male; dobbiamo imparare a farlo soprattutto per venire risanati dall’egoismo e dal ripiegamento su noi stessi.
Ci aiuti, quindi, a ripartire in un tempo di “ripresa” quanto mai travagliato e difficile per molte persone e famiglie e in tanti ambiti, dall’economia alla scuola, dal mondo del lavoro a quello del turismo e della cultura così importante per la nostra società. Chiediamo infine, attraverso l’intercessione di san Rocco, il sostegno, il conforto e la guarigione per quanti sono afflitti e colpiti da malattie del corpo e dello spirito, dalle tante “pesti” dei tempi attuali.
San Rocco prega per noi!
Preghiera a San Rocco
Glorioso San Rocco, che colpito da morbo pestilenziale nell’atto di servire ad altri infetti,
e posto da Dio alla prova dei più spasmodici dolori,
domandaste ed otteneste di essere posto lungo la strada,
indi da quella scacciato, fuori della città vi ricoveraste in povera capanna,
ove da un Angelo vennero risanate le vostre piaghe e da un cane pietoso
ristorata la vostra fame, recandovi ogni giorno un pane tolto alla mensa del suo padrone,
Gottardo, ottenete a noi tutti la grazia di soffrire con inalterabile rassegnazione le infermità,
le tribolazioni, le disgrazie tutte di questa vita,
aspettando sempre dal cielo il necessario soccorso.
Amen