Nel 1252 il maestro generale dei domenicani p. Giovanni di Wildeshausen chiese a Sant’Alberto Magno di segnalare gli studenti più promettenti, che sarebbero stati mandati da Colonia a Parigi per conseguire il dottorato in teologia. Tra di essi Alberto segnalò in particolare fra Tommaso d’Aquino. Tuttavia, egli fu considerato troppo giovane per conseguire il titolo di dottore. Il maestro, conscio delle capacità del giovane frate, ottenne l’intervento del cardinale Ugo di Saint-Cher. Così Tommaso partì per Parigi per conseguire l’ulteriore titolo di studio e diventare sententiarius, ovvero docente incaricato di leggere e commentare negli studi teologici le Sentenze di Pietro Lombardo.
San Tommaso, secondo le fonti, era visibilmente intimorito per tale incarico. Ciò per due motivi: innanzitutto era al di sotto dell’età canonica per l’insegnamento e in secondo luogo era molto più giovane degli altri frati che lo avevano preceduto nella docenza. Infatti, la maggior parte dei predecessori aveva iniziato a insegnare intorno ai quaranta anni, mentre egli ne aveva appena ventisette.
Nonostante tutto dal 1252 al 1256 San Tommaso ricoprì l’incarico di sententiarius presso l’università di Parigi. Durante l’anno accademico 1255-1256, poi, fu elevato al grado di maestro in teologia, ruolo che ricoprì a Parigi fino al 1259. Quando conseguì il titolo di dottore, San Tommaso aveva appena trentuno anni ed aveva ricevuto la dispensa dall’età canonica di trentacinque anni, età minima all’epoca per insegnare teologia. Il titolo di Magister in Sacra Pagina spettava al maestro di teologia nella sua veste ufficiale di lettore e commentatore della Sacra Scrittura. Per tutto il medioevo, infatti, il testo base per l’insegnamento della teologia fu solo la Scrittura, affiancata dai commenti patristici e dal Liber sententiarum di Pietro Lombardo, come complementi per la retta interpretazione della medesima.