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Coronavirus: segno del tradimento dei vescovi

Quando i pastori non sono più pastori

La diffusione del Sars-CoV-2 ha generato, si sa, molto scompiglio. Gli Stati si sono indubbiamente preoccupati per la salute dei loro cittadini, mentre le organizzazioni sanitarie ricercano una soluzione al Virus. L’uomo, il grande uomo, il simbolo del progresso e allo stesso tempo il peccato originale ecologico, si riscopre fragile, e assoggettato ad una…influenza. Non questo, tuttavia, risulta essere il tema di questa divulgazione. No, noi ci interessiamo invece della Chiesa, del cambiamento epocale che ci sta strappando quello che la Chiesa è, a discapito di un progetto modernista che sta di fatto appiattendo l’autorità ecclesiastica a quello che il mondo ultra-laicista ha sempre auspicato per la Chiesa stessa. Veniamo al dunque. Di fronte allo spauracchio pandemico, i vescovi di diverse diocesi (e con essi i sacerdoti, ovviamente allineati) decidono di sospendere le celebrazioni, le attività oratoriane, i momenti di preghiera e di culto, demoralizzando i fedeli e delocalizzando il dovere di preghiera in corrispondenza dei luoghi famigliari. Niente risulta sbagliato: la preoccupazione è giustificata. Se non che, noi siamo cattolici. E il cattolico non si affida all’uomo: si affida a Cristo.

Basterà l’esempio di San Gregorio Magno, pontefice di romana Chiesa, che decise di uscire con il popolo romano in processione, portando il Santissimo Sacramento per le vie della città, durante il picco di pestilenza attorno al 590. Scrive, in un articolo di Corrispondenza Romana, Roberto de Mattei:“Il Papa esortò quindi a sollevare lo sguardo a Dio, il quale permette tali tremendi castighi al fine di correggere i suoi figliuoli e, per placare la collera divina, ordinò una «litania settiforme», cioè una processione dell’intera popolazione romana, divisa in sette cortei, secondo il sesso, l’età e la condizione. La processione mosse dalle varie chiese di Roma verso la Basilica Vaticana, accompagnando il cammino con il canto delle litanie. E’ questa l’origine delle cosiddette Litanie maggiori della Chiesa, o rogazioni, con cui preghiamo Dio di difenderci dalle avversità. I sette cortei muovevano attraverso gli edifici dell’antica Roma, a piedi nudi, a passo lento, il capo coperto di cenere. Mentre la moltitudine percorreva la città, immersa in un silenzio sepolcrale, la pestilenza arrivò al punto tale di furore che, nel breve spazio di un’ora, ottanta persone caddero a terra morte. Ma Gregorio non cessò un attimo di esortare il popolo perché continuasse a pregare e volle che dinanzi al corteo fosse portato il quadro della Vergine conservata in Santa Maria Maggiore e dipinta dall’evangelista san Luca (Gregorio di Tours, Historiae Francorum, liber X, 1, in Opera omnia, a cura di J.P. Migne, Parigi 1849 p. 528).”

Cosa è cambiato? Forse era oscurantista e retrograda il grande Papa in questione, mentre i nostri novelli vescovelli sono i santi del postconcilio?

No. La risposta è che i nostri vescovi non credono più in Cristo. I nostri vescovi sono ormai affetti da una malattia autoimmune chiamata ‘pastoralismo umanistico post-conciliare’. Si precipitano a destra e a manca per eventi mondani, i cui fini sono empirici, non sovrannaturali. Si preoccupano di faccende per uomini, si scordano di essere Apostoli. E cosí chiudono le Chiese, VIETANO le celebrazioni, perchè confidano nell’uomo, e non nel Santissimo Sacramento. Non un vescovo, non uno, che organizzerà una processione con il SS.Sacramento: si, anche perchè passerebbero per ignoranti nel credere in un pezzo di pane, ma sopratutto perché non vorrebbero offendere il senso comune, e magari i ‘fratelli’ luterani e induisti. E infine, hanno smesso di credere nella S.Messa: non è un sacrificio, non c’è niente di sovrannaturale, perchè è un memoriale, una cena. E il rischio infezione aumenta. Per tirare acqua al mulino, cercano di lanciare un contentino con la messa in diretta TV, come se a significare il significante sia l’atmosfera della Messa, non la Presenza Cristica nella Eucaristia. E cosí ci tolgono le Ceneri, ci tolgono la Quaresima, perchè il Coronavirus ha parlato, e una influenza ha più potere di un Dio Trinitario.

Sono tantissimi i casi della storia in cui sono state concesse delle epidemie da Nostro Signore, delle prove, a causa dell’iniquità degli uomini, del loro rifiuto del trascendente. Sempre la Chiesa ha risposto con celebrazioni, con la preghiera, con il digiuno e la speranza. Adesso no: la Chiesa si affida al mondo, rigettando l’aiuto gratuito di Cristo e della Beata Vergine Maria. Inevitabilmente ne pagheremo le conseguenze: e i primi a pagare saranno i vescovi. Cosí come i vescovi furono i primi a tradire nel periodo postconciliare, cosí sono i primi a rigettare l’aiuto soprannaturale: perché in fondo, loro, nel soprannaturale, non ci credono più.

Imbarazzante il caso dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini, che con fare quasi istantaneo decide di sospendere tutte le celebrazioni nella diocesi, salvo poi riaprire il Duomo ai visitatori. Il profumo dei soldi è qualcosa di davvero spaventoso. Il pensiero che quel signore sieda sul trono di S.Carlo Borromeo e S.Ambrogio ci fa venire il capogiro. Il Duomo ha infatti perso il valore sacrale molti anni fa, trasformandosi da un epicentro della vita cattolica mondiale, a museo passa-tempo per visitatori che il più delle volte sono, e saranno, cinesi.

Questa è una Chiesa, che ahimè, funziona al contrario

Ecclesia Dei

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