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E come in fiamma favilla si vede

Il 2021 è un anno speciale per la storia di quell’immenso intellettuale e poeta che fu, e che è, Dante Alighieri. Ricorre, infatti, il settimo centenario della sua morte.

Il 2021 è un anno speciale per la storia di quell’immenso intellettuale e poeta che fu, e che è, Dante Alighieri. Ricorre, infatti, il settimo centenario della sua morte.

L’esigenza di dover dedicare a Dante una rubrica di Ecclesia Dei non proviene tanto dal diletto o dalla necessità di dover ricordare una delle menti più grandi che la cultura italiana abbia mai visto in assoluto.

La necessità sorge sempre dal dover ricondurre tutto alla gloria di Dio. Anche le opere del divin poeta.

La Santa Chiesa, unita indissolubilmente al Cristo tramite l’Incarnazione, a guisa di corpo teandrico, richiede, in molteplici pronunciamenti del suo Magistero ordinario, l’analisi di Dante, e in particolare della Divina Commedia.

Fin dai tempi di Benedetto XV, ritroviamo esortazioni magisteriali allo studio delle opere di Dante:

“[…] Volesse il cielo che queste celebrazioni centenarie facessero in modo che ovunque si impartisse l’insegnamento letterario, che Dante fosse tenuto nel dovuto onore e che egli stesso pertanto fosse per gli studenti un maestro di dottrina cristiana, dato che egli, componendo il suo poema, non ebbe altro scopo che « sollevare i mortali dallo stato di miseria », cioè del peccato, e « di condurli allo stato di beatitudine », cioè della grazia divina”

[1]

La figura di Dante, ci dice Benedetto XV, risulta essere di importanza rilevante, secondo diversi aspetti. Innanzitutto, perché il poeta “[…] professò in maniera esemplare la religione cattolica” [2]

Dopodichè, di rilievo primario è la sua più grande opera, la Divina Commedia, che Papa Della Chiesa ci descrive in maniera esauriente con queste parole:

Dante-Alighieri-Bronzino

“[…] Tutta la sua Commedia, che meritatamente ebbe il titolo di divina, pur nelle varie finzioni simboliche e nei ricordi della vita dei mortali sulla terra, ad altro fine non mira se non a glorificare la giustizia e la provvidenza di Dio, che governa il mondo nel tempo e nell’eternità, premia e punisce gli uomini, sia individualmente, sia nelle comunità, secondo le loro responsabilità. Quindi in questo poema, conformemente alla rivelazione divina, risplendono la maestà di Dio Uno e Trino, la Redenzione del genere umano operata dal Verbo di Dio fatto uomo, la somma benignità e liberalità di Maria Vergine Madre, Regina del Cielo, e la superna gloria dei santi, degli angeli e degli uomini. Ad esso si contrappone la dimora delle anime che, una volta consumato il periodo di espiazione previsto per i peccatori, vedono aprirsi il cielo davanti a loro. Ed emerge che una sapientissima mente governa in tutto il poema l’esposizione di questi e di altri dogmi cattolici.”

[3]

Un altro aspetto importante, che il mondo accademico moderno trascura, è che, se da un lato è vero che la Divina Commedia racchiude in maniera sistematica tutta la Dottrina cattolica, dall’altro esiste una sorta di dottrina nascosta dietro i versi. Una dottrina che coinvolge la Chiesa e lo Stato, e che Dante ha saggiamente velato dietro i versi, come lui stesso afferma:

“O voi che avete gli intelletti sani
Mirate la dottrina che ‘asconde
Sotto il velame de li versi strani!”

[4]

Con questa rubrica, noi di Ecclesia Dei vi proponiano, recuperando il lavoro di Luigi Valli, ispirato da Michelangelo Caetani, duca di Sarmoneta, (1878-1931) e di Giovanni Pascoli (1855 – 1912), ricalcando la scia della iniziativa del sac. Armando Bosani, parroco attuale di Vanzaghello (MI), che recuperando i testi degli autori sopra citati, ha fornito un testo organico per analizzare la Commedia sotto la guida di questa interpretazione, una lettura della Commedia estremamente interessante.

“Le avvincenti interpretazioni che Valli fornisce relativamente ai personaggi, ai luoghi e alle vicende della Divina Commedia – da intendersi come simboli del viaggio che l’uomo deve percorrere, coordinato dal potere della Croce (di Cristo) e dell’Aquila (dell’impero), verso la redenzione e verso un completo riscatto dal peccato originale – possono costituire la base di qualsiasi studio serio delle allegorie e dei profondi significati simbolici che Dante stesso riversò nel suo poema”

[5]

L’idea di base, quindi, è che dietro la Commedia ci sia il principio primo del moto dell’opera: la Simmetria Croce-Aquila. Risulta evidente che cotale teoria, oltre ad avere un grandissimo riscontro nella lettura e nella analisi organica del testo, ingloba sostanzialmente lo studio classico della dottrina cattolica dietro i versi di Dante. Giacchè il secondo è inglobato e connesso con la prima, che costituisce la ragione prima ed ultima del secondo.

Cosi’ come la meccanica quantistica ingloba e precede la meccanica classica, cosi’ questa teoria del Valli e del Pascoli ingloba in maniera perfetta e straordinaria la analisi tradizionale del testo del poeta fiorentino. Valli affronta infatti lo studio dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso dimostrando che la Simmetria si sviluppa in tutta la Commedia.

Questa teoria della Simmetria, velata da Dante dietro la sua opera “divina”, non costituisce ovviamente una Verità di fede oggettiva, un dogma: insomma, non essendo parte della Rivelazione, non è da ritenersi infallibile. Tuttavia, essa fornisce molte soluzioni e molte risposte ad alcuni interrogativi del testo e della vita della Chiesa nel mondo. Sopratutto alla teoria del rapporto tra potere temporale e spirituale, e al ruolo che l’impero possa avere nella redenzione dell’uomo.

La speranza, quindi, è che i nostri lettori possano riscontrare questa teoria, e coglierne la profondità.

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I testi a cui faremo riferimento sono i seguenti:

  • Luigi Valli, “La chiave della Divina Commedia”, Luni Editrice
  • Luigi Valli, “Il segreto della Croce e dell’Aquila”, Luni Editrice
  • Sac. Armando Bosani, “Un anno con Dante”, Agenda Parrocchiale 2020-2021
  • Giovanni Pascoli, “Mirabile Visione”

E’ con la chiusura dell’enciclica di Benedetto XV, che vi lasciamo alla rubrica su Dante!

“E voi, diletti figli, che avete la fortuna di coltivare lo studio delle lettere e delle belle arti sotto il magistero della Chiesa, amate e abbiate caro, come fate, questo Poeta, che Noi non esitiamo a definire il cantore e l’araldo più eloquente del pensiero cristiano. Quanto più vi dedicherete a lui con amore, tanto più la luce della verità illuminerà le vostre anime, e più saldamente resterete fedeli e devoti alla santa Fede.“

[6]
Papa_Benedetto_XV

Note

  1. In Præclara Summorum, L.E., 30/04/1921
  2. In Præclara Summorum, L.E., 30/04/1921
  3. In Præclara Summorum, L.E., 30/04/1921
  4. Inf., IX, 61
  5. Sac. Armando Bosani, “Un anno con Dante”, 2021
  6. In Præclara Summorum, L.E., 30/04/1921

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