Esegesi storica: la Rivoluzione francese

Lo studio scolastico esalta la Rivoluzione francese come l’evento che permise la creazione dei moderni stati democratici, cioè un evento storico benigno per l’umanità. La realtà, però, è ben diversa: la Rivoluzione creò le basi che diedero vita ai peggiori cataclismi che l’umanità potesse immaginare.

1789. La popolazione francese è vessata dalle tasse statali, dalla decima ecclesiastica; la società è piagata dai privilegi della Chiesa e della nobiltà corrotta, dedita unicamente a piaceri dissoluti, spendendo i soldi presi ai contadini tramite le pesanti tasse. Di fronte ad una rivolta popolare per la mancanza di pane Maria Antonietta d’Asburgo Lorena, moglie di Luigi XVI, disse: «Se i contadini non hanno pane, che mangino brioches». Finalmente il popolo insorge, con uno slancio improvviso, contro la tirannia dei monarchi assoluti per affrancarsi da tutto questo e per conquistare il potere e la rappresentanza politica che gli garantiranno i diritti propri di ogni uomo e cittadino.

Questi sono tutti gli stereotipi e le falsità che la scuola italiana propone ed insegna nelle lezioni di storia. In realtà siamo davanti ad un evento guidato da una élite socioculturale, la quale fondava le sue idee sulle basi filosofiche sviluppate durante l’Età dei Lumi dai filosofi francesi Voltaire, Montesquieu e Rousseau. Gli eventi più intensi si ebbero a Parigi, dove il popolo cittadino prese le armi e si rivoltò contro la monarchia assoluta di Luigi XVI; tra le vere cause del sollevamento ci furono i grandissimi debiti di guerra lasciati alla Francia dal Re Sole, Luigi XIV, e il suo stile di governo troppo centralizzato e che tendenzialmente ignorava le necessità reali della popolazione. Egli rese sì grande la Francia, ma le guerre e conquiste militari costano denaro e qualcuno doveva saldare i debiti lasciati dal Re Sole, morto nel 1715.
Gli ingenti debiti e questa politica troppo staccata dalla realtà popolare portarono gli intellettuali a istigare la rivolta contro il potere legittimo; tuttavia, lo fecero con l’intento di distruggere la società monarchica e instituire un nuovo modello di potere, cercando di creare una società perfetta dove non vi fossero presenti i difetti della monarchia assoluta, che portò a quelle condizioni storiche dello stato francese.

Gli ideali di Liberté, Égalité, Fraternité erano stati pensati per essere messi a fondamento di una nuova filosofia di vita, atea e materialista, in totale opposizione contro gli ideali esistenti all’epoca.
La monarchia assoluta era basata sul concetto di “diritto divino” di governo: era, quindi, il prodotto della cultura e tradizione cattolica, che con la sua visione spirituale permeava tutta la società. Il rifiuto giacobino di ogni prodotto cattolico si manifestò anche nel radicale cambio del calendario, creandone uno ex-novo e basandolo sulle stagioni e i tempi del lavoro dei campi.

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Vi furono diverse correnti politiche nella Rivoluzione francese, alcune delle quali erano di ideali più moderati e desideravano semplicemente limitare il potere del re tramite una carta costituzionale: la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 è un tentativo di realizzare una monarchia costituzionale. Tuttavia, durante la seconda fase della Rivoluzione ebbero la meglio i giacobini, cioè coloro che seguivano gli ideali di Liberté, Égalité, Fraternité e la filosofia più spinta di Voltare e degli altri filosofi illuministi.
L’azione politica giacobina cercò di eliminare ogni traccia cattolica dalla società, sfociando anche in persecuzioni vere e proprie. In Vandea, una regione atlantica del nord della Francia, la popolazione cattolica si ribellò ad una richiesta di leva di massa imposta dal governo giacobino: sotto il nome di Esercito cattolico e reale presero le armi e combatterono per difendere gli ideali cattolici, guidati da generali e nobili fedeli a re Luigi XVI. La guerra civile vandeana durò tre anni e si concluse con la sconfitta degli insorgenti; i vincitori giacobini, non potendo tollerare tutto ciò che era cattolico, sterminarono la popolazione della regione, attuando il primo vero genocidio della storia.

Le idee politiche giacobine si basavano sugli ideali repubblicani, di sovranità popolare, sull’ateismo e sull’uguaglianza di tutti i cittadini. Questi ideali si rivelarono, alla prova dei fatti, puramente utopici: ciò che concretamente produssero fu il governo del Terrore di Robespierre. Questo governo era presieduto da una élite che credeva di poter guidare il popolo verso il suo vero bene perché illuminati dalla Dea Ragione. In qualsiasi loro azione politica pensavano di esplicitare la volontà popolare: di fatto, non interrogarono mai il popolo dal quale provenivano perché ritenevano di incarnarne tutte le richieste a priori. Chiunque non seguisse l’idea politica giacobina doveva essere rieducato per comprendere che queste idee erano il vero bene della società, per il solo fatto che erano state proposte da degli esponenti del popolo, il quale stava manifestando la propria volontà attraverso la rappresentanza giacobina. Chi non aderiva alla rieducazione veniva ucciso con la ghigliottina, per non contagiare la volontà popolare sovrana con idee scorrette. In tutto questo, pensavano che essere cittadini significasse essere totalmente liberi di pensare ciò che si riteneva più opportuno. Il cortocircuito logico è evidente.
Il Terrore concretizzò gli ideali giacobini impostando un governo totalitario e profondamente ideologico.
Nei decenni successivi alla Rivoluzione del 1789, la Francia fu squassata da costanti e pesanti disordini interni: dopo le vicende napoleoniche, venne ripristinata la monarchia sotto forma costituzionale, ma sorsero nuovi moti rivoluzionari antimonarchici nel 1820 e 1848, che si opposero rispettivamente a Luigi XVIII e Luigi Filippo d’Orlean.

La filosofia politica giacobina sarà la base sulla quale Marx creerà il comunismo, attraverso la pubblicazione del suo Manifesto del partito comunista del 1848.

La Rivoluzione francese fu un grande cataclisma che si abbatté sulla Francia e diffuse i suoi orrori per tutto il mondo. Sebbene gli ideali di Liberté, Égalité, Fraternité possano apparire teoricamente validi, nella realtà sono parole il cui significato originario è stato stravolto.
Per un cattolico, la libertà consiste nell’adesione al vero e al bene, cioè alla volontà di Dio; l’uguaglianza riguarda la pari dignità di ogni essere umano di fronte a Dio; la vera fraternità discende dalla paternità divina, che dona comune figliolanza agli uomini, come era incarnato nella società monarchica.
Per i rivoluzionari, la libertà consiste in una volontà idealmente priva di limiti, concretamente delimitata dall’incontro con la libertà altrui; l’uguaglianza è intesa come l’azzeramento delle differenze per creare una società composta da replicanti senza identità e asserviti al potere; la fraternità è pensata come legame orizzontale, senza alcuna origine comune, fondata solo nella comune umanità.
In questo senso diventa chiaro che, quando Luigi XVI venne catturato e ghigliottinato dai rivoluzionari, i francesi “tagliarono la testa al loro padre”. 

Concludo facendo notare che questi eventi storici coinvolsero la Massoneria in modo molto profondo: la filosofia massonica ha sempre professato una fratellanza universale e l’uguaglianza dei diritti di tutti gli uomini, come si può leggere facilmente dal sito ufficiale del Grande Oriente d’Italia; il dipinto della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino mostra una piramide massonica in cima al testo; Voltaire e Montesquieu erano massoni e quest’ultimo era stato iniziato alla loggia della “Horn Tavern” di Londra intorno al 1725. La fondazione della primissima loggia avviene proprio nella capitale inglese nel 1717.
Sebbene non ci siano conferme ufficiali, possiamo dedurre che la Rivoluzione è un frutto fatto maturare dalla Massoneria e dalle sue proprie idee. 

In articoli successivi, vedremo come la Massoneria si sia infiltrata in moltissimi eventi storici, influenzandone sostanzialmente il corso e piegandoli a proprio vantaggio, per raggiungere i suoi obiettivi secolari. Il tutto in totale spregio del diritto naturale e dei Comandamenti di Dio.

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