La supplica al Signore occupa un ruolo insostituibile nella nostra vita, come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica: «La preghiera è l’elevazione dell’anima a Dio o la domanda a Dio di beni convenienti». [2] Essa non solo costituisce un tempo di dialogo con Dio, ma anche un’occasione di crescita nella nostra relazione personale con il Signore. Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, la descrive così: «La preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il Cielo, è un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella grazia; insomma è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù».
Numerose sono le forme di preghiera, come la benedizione e l’adorazione, che ci portano a lodare il Signore per la Sua grandezza; la supplica, attraverso cui esprimiamo le nostre e altrui necessità; l’intercessione, che ci fa pregare per il bisogno degli altri; e l’azione di grazie, per manifestare il nostro ringraziamento per ogni benedizione ricevuta. Ogni espressione di preghiera ci aiuta a sviluppare un legame più intenso e significativo con Dio, riconoscendo la Sua perpetua presenza nella nostra vita. Il Signore Gesù ha sottolineato la forza e l’indispensabilità della preghiera nelle nostre esistenze: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede riceve, chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto». [3] Inoltre, Gesù ci insegna che: «Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete». [4]
Questa promessa assoluta di Cristo accentua che la preghiera è il mezzo eccelso per ricevere beni sia temporali che spirituali. La parabola della vedova importuna rafforza ulteriormente questo concetto, mostrando come la persistenza e la fede nella preghiera siano virtù che attirano l’attenzione divina, promettendo che «Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano a lui giorno e notte».[5] Questo insegnamento incoraggia una fede ferma e senza dubbi, poiché, come suggerisce Giacomo: «Ma quando chiedi, devi credere e non dubitare, perché colui che dubita è come un’onda del mare, agitata e mossa qua e là dal vento. Tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore». [6]
Oltre a essere una pratica personale, la preghiera è anche comunitaria. La partecipazione alla Santa Messa e ad altre forme di culto collettivo fortifica la nostra identità e comunità cattolica, mentre la preghiera individuale fomenta un’intimità esclusiva con Dio. È fondamentale riservare tempo e spazio per pregare, per allontanare le distrazioni e ascoltare il Signore, che ci parla attraverso le Sacre Scritture e il silenzio del nostro cuore. Il potere della preghiera si rivela anche quando siamo in stato di grazia, poiché, in quanto membri della famiglia di Dio, partecipiamo alla Sua vita divina e veniamo ascoltati nel nome di Gesù.
La presenza dello Spirito Santo, che «Intercede con gemiti inesprimibili»,[7] orienta ogni parola e desiderio espresso in preghiera, conferendo a ogni supplica forza ed efficacia. Uno dei passaggi più significativi delle Sacre Scritture che discorre del legame tra fede e opere si trova nella Lettera di Giacomo: «Così anche la fede se non ha le opere, è morta in sé stessa».[8] Questo versetto illumina il fatto che la fede cristiana deve manifestarsi in atti concreti per essere riconosciuta come viva e operante.
La fede non si configura semplicemente come un sentire interiore o un consenso intellettuale alle verità di fede; essa deve incarnarsi in azioni tangibili che riflettono i principi del Vangelo. Meditando su questo, riconosciamo la preghiera come un’opera fondamentale della fede. La preghiera non è mero atto di pietà isolato né rituale privo di effetto sul quotidiano. Al contrario, è una pratica spirituale che alimenta e sostiene la fede, facendo vivere il credente secondo i dettami di Cristo. Nell’orazione, il fedele si eleva a Dio non solo per implorare aiuto nei frangenti di necessità, ma anche per esprimere gratitudine, lodare il Signore e supplicare per il prossimo.
Questi atti di preghiera sono veraci opere di fede perché attestano la fiducia del credente nella potenza e nella misericordia di Dio. La preghiera fortifica il vincolo con Dio e incita il fedele ad operare in giustizia e carità verso il prossimo, seguendo l’esempio di Cristo. Dunque, mentre Giacomo ci ammonisce che la fede priva di opere è morta, possiamo considerare la preghiera come una delle più elevate opere della fede. È attraverso l’orazione che la fede si articola pienamente, si rinnova incessantemente e si manifesta nel mondo. La preghiera, quindi, non è soltanto una manifestazione di fede, ma anche il mezzo per cui la fede si vivifica e diventa efficace, influenzando profondamente la vita del credente e della comunità ecclesiale.
- 1Ts 5, 16-18
- CCC 2559
- Mt 7, 7
- Mt 21, 22
- Lc 18, 1-8
- Gc 1, 6-8
- Rm 8, 26b
- Gc 2, 17