In occasione dell’uscita del secondo volume di “Fides et Pax“, che raccoglie i principali scritti del magistero episcopale di Mons. Mario Oliveri, vescovo emerito di Albenga – Imperia, abbiamo pensato di riproporvi proprio alcuni dei suoi scritti.
Primo fra tutti è l’omelia in occasione dell’ingresso in Diocesi e presa di possesso della Cattedrale il 25 novembre 1990 nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo:
“Sono appena arrivato in mezzo a voi, e già mi sembra di esserci da sempre, tale e tanto è stato il calore della vostre accoglienza.
Il calore del vostro benvenuto l’ho sentito sin dal giorno della mia nomina a Vescovo di questa antica e veneranda Chiesa; l’ho sentito attraverso i cordiali messaggi che ho ricevuto numerosissimi: nel mio cuore essi hanno già avuto una risposta di sincero affetto e di grande considerazione; spero però di far giungere a tutti una parola, anzi di incontrare tutti, non appena possibile, nel momento opportuno. L’ho sentito nel giorno della mia ordinazione episcopale, il 4 novembre, quando moltissimi sacerdoti e fedeli di questa Diocesi si sono uniti alla Chiesa di Acqui, e soprattutto ai fedeli della mia amata parrocchia di Campoligure, per pregare per me, per pregare con me, in profonda comunione di fede e simpatia.
Sono ora con voi, per essere completamente per voi, per adempire la missione di Vescovo, di Successore degli Apostoli, che Dio mi ha affidato mediante la pienezza del Sacramento dell’Ordine e mediante la comunione col successore di Pietro, il Quale ha deciso che sia il Pastore di questa Chiesa.
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Con l’aiuto di Dio mi impegno affinché la mia vita, e non solo la mia parola, sia annuncio del Vangelo; affinché il mio comportamento rappresenti con verità l’Amore misericordioso del Padre che è nei cieli; affinché il mio insegnamento riproponga senza debolezze quello di Cristo.
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La nostra missione è di natura soprannaturale e tende essenzialmente al Regno dei Cieli, alla vita con Dio, ben consci, illuminati dalla parola di Cristo che il suo regno << non è in questo mondo>>, <<non è di qua giù>>, non appartiene all’ordine naturale delle cose, non è in potere dell’uomo realizzarlo.
Esso ha – è vero – inizio e parziale realizzazione nella fede e nella speranza, nella carità soprannaturale, già in questo mondo; ma il suo compimento, la sua piena manifestazione e realizzazione solamente nella vita eterna.
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Rinnovo pertanto la mia Professione di Fedeltà e di comunione al Santo Padre, avendo ora con me in questo atto solenne tutta la Chiesa di Albenga – Imperia.
Un’altra duplice convinzione mi possiede e mi guida oggi, e mi accompagnerà poi ogni giorno del mio ministero episcopale.
Il vescovo non potrà adempiere, come Dio vuole, la sua missione senza la necessaria collaborazione del Presbitero. Non potrò agire, non agirò senza di voi carissimi Sacerdoti, miei collaboratori nati in forza della vostra ordinazione presbiterale, della vostra partecipazione – seppure non nella sua pienezza – al sacerdozio ministeriale. Per <<reggere e guidare>> ho bisogno – direi costituzionalmente – di voi, della vostra collaborazione fedele e generosa. D’altro canto – voi già ben lo sapete e già ben lo attuate – la vostra azione pastorale non avrebbe vera e salutare efficacia, non avrebbe pieno valore sul piano soprannaturale, senza comunione fedele e operosa col vostro vescovo. Al riguardo permettetemi un richiamo ad un’espressione che risale ai primordi della Chiesa: nihil sine Episcopo, perché sine Episcopo Ecclesia non datur; nulla senza il vescovo, perché senza vescovo non si ha la Chiesa.
Ho pure ben presente il posto e la missione che anche gli altri componenti il popolo di Dio hanno nella realtà e nella vita della Chiesa.
Mi riferisco ai Religiosi ed ai Laici. Religiosi e Laici al maschile e al femminile. Sappiamo tutti quanto vale il loro essere Religiosi e Laici affinché il Regno di Dio sia annunciato, fatto conoscere, quasi concretamente mostrato e portato a tutti; perché tutti in ogni luogo e ambito di vita e attività, possano conoscere chi è Cristo, il Figlio di Dio fatto Uomo, ed avere il suo insegnamento, la sua Verità e la sua Grazia, che illuminano, redimono e salvano.
Chi non è partecipe del Sacerdozio ministeriale non può adempiere le funzioni che ad esso – per divina volontà – sono proprie; ma non per questo si senta minor membro della Chiesa, non per questo valuti la sua azione di poco conto. Peraltro, tutti siamo poveri e piccoli dinnanzi alla grandezza dell’amore misericordioso di Dio, di fronte alla grandezza dei suoi doni gratuiti.
Nessuno, in quanto cristiano, sia egli Ministro della Chiesa, Religioso o Laico, dimentichi la parola di Cristo: <<Il mio regno non è di questo mondo>>. Ciascuno lo abbia presente e lo mostri concretamente nel suo agire in questo mondo, anche quando egli agisce per la realtà di questo mondo.
Questo dico essendo qui presenti molte Autorità, che hanno il compito di operare per il bene dell’uomo, nella sua vita in questo mondo, affinché essa sia il più conforme possibile alla sua natura ed alla sua dignità.
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Benché la vocazione <<umana>> dell’uomo e quella <<soprannaturale>> siano di natura diversa, non si realizzino allo stesso modo né con gli stessi mezzi, esse tuttavia non sono in contrasto né potrebbero esserlo.
La Chiesa mira essenzialmente alla realizzazione della vocazione soprannaturale dell’uomo, ma non dimentica – e come potrebbe vivendo i suoi membri in questo mondo? – le necessità fondamentali che sono proprie di ciascun essere umano.
Nella misura in cui essa realizza con fedeltà la sua missione, portando la luce del Vangelo e la Grazia, che purifica e che eleva, che libera dalla schiavitù del peccato, contribuisce di per se stessa a rendere possibile all’uomo di realizzare anche, e sempre meglio, la sua vocazione umana.
…
Implorate per me dalla Vergine Maria, Madre di Cristo e della Chiesa, alla quale ho filialmente affidato il mio ministero episcopale, la sua materna assistenza, il suo premuroso accompagnamento in tutte le mie necessità ed in quelle di tutta la Chiesa di Albenga – Imperia.
Io offro per voi, con il mio Presbiterio, il Sacrificio della Messa e vi raccomando alla Bontà del Signore, per intercessione della Madre Celeste e di San Michele Arcangelo.
AMEN.
25 novembre 1990
Mons. Mario Oliveri
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