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Gli angeli nella liturgia

Nella liturgia gli angeli sono presenti in spirito di adorazione e di servizio, e la Santa Chiesa ricorda la loro partecipazione anche per mezzo dei testi eucologici.

La Santa Messa è culto gradito a Dio, espressione della presenza di Cristo nella comunità orante e, poiché rinnova la passione, la morte e la resurrezione del Signore, ci apre continuamente i tesori celesti ed è, per questo, un pezzo di cielo in terra. Il consesso dei beati che circonda il trono dell’Altissimo è affiancato dalle schiere angeliche, che incessantemente lodano e servono il Signore. Una pia tradizione crede che nell’orto degli ulivi il Signore agonizzante sia stato consolato e confortato da San Michele Arcangelo, il generale delle milizie celesti. Allo stesso modo, nella celebrazione della Messa, gli angeli sono realmente presenti in gran numero, così come è presente, ai piedi del suo Figlio sacrificato, la Vergine Maria. E questo i testi liturgici lo hanno ben chiaro.

Nell’Ordo di San Pio V già nel Confiteor appaiono i riferimenti agli angeli, dei quali viene invocato il principe. In alcuni gradi di celebrazioni, stando il carattere gaudioso delle presenze angeliche e del loro canto, si intona il Gloria, che la Chiesa chiama anche Inno Angelico, poiché la prima frase è stata proclamata alla nascita di Cristo dagli spiriti celesti. Ma le più belle espressioni sulla presenza, l’aiuto e la prodigalità di queste creature sono attestate nella parte sacrificale, nell’Offertorio e nel Canone.

Nella messa cantata, quando il celebrante infonde l’incenso nel turibolo, dice sottovoce una preghiera che invoca l’intercessione di San Michele Arcangelo, descritto come l’angelo che sta alla destra dell’altare dell’incenso, perché per mezzo di lui Dio si degni di benedirlo e di riceverlo “come profumo soave”, simbolo della preghiera della comunità riunita ai piedi dell’altare. L’orazione, così come indicata nel Messale, è di questo tenore: «Per intercessiónem beáti Michaélis Archángeli, stantis a dextris altáris incénsi, et ómnium electórum suórum, incénsum istud dignétur Dóminus benedícere, et in odórem suavitátis accípere. Per Christum Dóminum nostrum. Amen.».

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Nel Canone, la presenza degli angeli, rappresentati sempre da San Michele, è richiesta dopo la consacrazione per uno scopo determinato, che è quello di portare il sacrificio offerto sull’altare terreno all’altare del cielo, davanti al trono della divina grandezza, perché i comunicanti al Corpo e al Sangue di Cristo ricevano ogni benedizione e grazia dal Signore. Ecco la preghiera:
Súpplices te rogámus, omnípotens Deus: iube haec perférri per manus sancti Angeli tui in sublíme altáre tuum, in conspéctu divinae maiestátis tuae: ut quotquot ex hac altáris participatióne sacrosánctum Fílii tui Córpus et Sánguinem sumpsérimus ómni benedictióne coelésti et grátia repleámur. Per eúndem Christum Dóminum nostrum. Amen.

Alla fine della Messa una particolare orazione alla Vergine e a San Michele è offerta dal celebrante contro le insidie di Satana e dei suoi demoni, ed è conosciuta con il nome di preci leonine, poiché composta e raccomandata da papa Leone XIII alla fine dell’Ottocento. Ma restando in ambito più strettamente liturgico, si possono trovare dei rimandi agli angeli anche nell’Ufficio divino. A Compieta, a titolo di esempio, l’orazione conclusiva Visita chiama le creature celesti ad abitare nella casa dove l’ora si sta celebrando perché sia custodita nella pace e sotto la benedizione del Signore. Molto simile è l’orazione conclusiva del rito di aspersione domenicale, in cui San Michele è invocato perché custodisca, sostenga, protegga, visiti e difenda coloro che assistono alla Messa. 

È evidente, dunque come la Chiesa voglia ricordarci la Comunione dei Santi, un punto fondamentale del catechismo ma uno dei più sconosciuti e dimenticati. La Chiesa militante che offre il sacrificio di Cristo è intimamente e ontologicamente unita alla Chiesa purgante – ed ecco il Memento dei defunti – e alla Chiesa trionfante, e i ministri che operano tra queste realtà sono proprio gli angeli.

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