Nella mente di una persona razionale, ogni gesto ha un significato o una spiegazione. Anche la Liturgia funziona così: le azioni e i riti hanno un significato ben preciso, sono il frutto di una tradizione che da secoli viene portata avanti… o almeno veniva.
Il Concilio Vaticano II che di cose buone ne ha fatte, non credo si possa dire debba essere buttato, si è trasformato in un serial killer di tutto quello che nei secoli la Tradizione aveva piano piano messo in piedi. E così via il manipolo, il velo del calice, la borsa ecc.
Ovviamente, la Riforma parte sempre da un buon proposito: migliorare ciò che già esiste. Il problema è che per molti la parola riformare, cioè dare una forma diversa, formare nuovamente, significa buttare all’aria tutto il lavoro fatto in precedenza, costituendo così una vera e propria mancanza di rispetto. La stessa cosa è stata fatta dal Concilio nei confronti della liturgia.
Attenzione: i Padri Conciliari hanno dato forma diversa ad un qualcosa che già c’era, il loro intento non era distruggere tutto, ma sono stati successivamente i Sacerdoti ad attribuirsi una competenza tale da poter reinterpretare il Messale e tutti gli altri libri liturgici. Si è visto quindi un progressivo ridursi al minimo indispensabile della Liturgia da parte di tanti buoni sacerdoti che per “non dilungarsi molto altrimenti la gente si stanca” hanno iniziato a togliere e ridurre quanto più potevano.
Oltre a questo, si è visto un aumento di abusi liturgici e scempi che hanno portato anche molte persone ad allontanarsi. Non soffermiamoci sui camici quasi trasparenti con la cerniera, ma più che altro sulle stole (o casule) arcobaleno, sui calici in vetro e le pissidi in legno (senza l’interno dorato); ci soffermiamo sugli altari trasformati in vetrine allestite in occasione di e su tanto altro. Oppure, soffermiamoci sul Presbiterio trasformato in un palcoscenico in cui spesso i Sacerdoti iniziano veri e propri spettacoli durante le omelie.
Mi riallaccio ad un articolo scritto sulla pratica di recitare il Rosario durante la messa di qualche mese fa: nell’articolo dicevo che la mancanza di educazione alla Liturgia nei confronti della gente era il problema del perché essi non capissero il latino. La stessa cosa vale per oggi: la mancanza di educazione alla Liturgia era il problema del perché non si capissero molti gesti o momenti della Messa ed è la causa principale del perché oggi vediamo tante liturgie preparate e organizzate in maniera così sciatta. Allora io pongo a voi una domanda: gli assassini della Liturgia, di cui parlavo anche nel titolo, sono effettivamente quelli che l’hanno cambiata introducendo i nuovi libri liturgici nel 1970 o sono quelli che si sono dati ad una personale interpretazione di questi libri, che non educano i fedeli e gli addetti alla Liturgia nelle comunità parrocchiali, che non si preoccupano della dignità della celebrazione eucaristica?
Non è il voler rendere sobrie le celebrazioni il problema, ma il come si cerca di renderle sobrie; non è l’umiltà tanto amata da molti il problema, ma la dignità che manca quando si celebra il sacrificio che Nostro Signore ha compiuto sulla croce.