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Gratia Plena: Maria e il peccato attuale

Ribadiamo questa verità circa Maria Santissima, esente da ogni macchia di peccato anche mortale e veniale.

Una verità indiscutibile della dottrina cattolica, circa la figura della Beata Vergine Maria, è la sua assoluta impeccabilità.
Come sappiamo, il peccato è una struttura che è molto ramificata, e che contiene per se molti aspetti che lo specializzano.

Sappiamo che il peccato è, come cita il Catechismo di S. Pio X, un’offesa arrecata a Dio, tramite la disobbedienza alla sua legge. Il peccato è di due tipologie: può essere originale o attuale.
Al peccato attuale, ossia quello che l’uomo commette volontariamente, dopo essere giunto all’età di ragione in seguito al battesimo, è ascritta una pena ed una colpa.
Ogni uomo, inoltre, essendo macchiato dal peccato originale e membro di una stirpe imperfetta, sperimenta anche la concupiscenza, che moralmente è un’inclinazione disordinata ai diletti sensibili, contro l’ordine razionale. 
In questa accezione, la concupiscenza è chiamata anche fomite di peccato.
Sappiamo certamente che Maria fu concepita senza peccato originale, per un singolare privilegio concesso da Dio direttamente. 
Ma è anche certo che Maria fu immune anche dal peccato attuale.
Quali sono le prove però di questa proposizione così teologicamente importante?
Innanzitutto, partiamo, come sempre, dal magistero della Chiesa.
Abbiamo il Concilio di Trento: “[…] se alcuno avrà detto che l’uomo una volta giustificato … potrà per tutta la vita evitare tutti i peccati anche veniali, se non per uno speciale privilegio di Dio, secondo che la Chiesa ritiene circa la B. Vergine, sia anatema”. La bolla Ineffabilis Deus rincara la dose, affermando che Maria fu sempre libera da ogni macchia di peccato: il termine “ogni” è inequivocabile.
Il magistero poi condannò la proposizione di Baio, in particolare la numero settantatré, che cita: “Nessuno all’infuori di Cristo è senza peccato originale. Perciò la Beata Vergine è morta a causa del peccato, contratto da Adamo e tutte le sue afflizioni in questa vita, come quelle degli altri giusti, furono pene del peccato attuale oppure del peccato originale.”

La S. Scrittura poi è una fonte ricca per dimostrare la solidità di questa verità.
In Gen. 3, 15 sono predette le perpetue inimicizie tra Maria e il demonio; essendo l’inimicizia perpetua, ed essendo il peccato un odio contro Dio ed una amicizia con il demonio, ne consegue logicamente che Maria fu sempre in inimicizia con il dragone, e quindi anche nel peccato attuale.
In S. Luca 1, 28, Maria è contrassegnata con il ben noto gratia plena. La pienezza di grazia è moralmente incompatibile con lo stato di peccato. Da qui la tesi.

La S. Tradizione è molto robusta a riguardo, e può essere richiamata nelle parole del grande S. Tommaso, che riferisce le ragioni teologiche in favore dell’immunità dal peccato attuale. La sua posizione è riassunta nel Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo:

“L’immunità era causata da tre motivi:
1. dal legame del fomite della concupiscenza, cosicché non vi era più inclinazione al male;
2. dall’inclinazione della grazia, che portava al bene, sebbene per messo di essa il libero arbitrio non fosse ancora stabilito nel fine ultimo, come lo è nei Beati, che sono giunti al fine della vita;
3. per la conservazione della Provvidenza divina, che la custodì intatta da ogni peccato, come nel primo stato (di giustizia originale) avrebbe custodito l’uomo da ogni danno corporale”

Interessante è, infine, anche l’argomento presentato dal card. Lepiciér nel suo Tractatus di mariologia, che mostra come sia assolutamente logico pensare a questo singolare privilegio di Maria Santissima: ogni volta che il Dio elegge qualcuno ad uno stato speciale, lo dispone e lo prepara in maniera tale che lui stesso sia trovato idoneo per assolvere il compito per cui è stato eletto. E così Dio elegge la Beata Vergine Maria a diventare Madre del suo Figlio. Pertanto, rese Maria idonea, per grazia, ad essere eletta come Madre del Verbo, affinché ella potesse prestare all’ufficio che era di sua pertinenza. La presenza del peccato, in ogni sua forma, avrebbe certamente rappresentato l’impedimento all’adempimento dell’ufficio della Madre di Dio. Segue necessariamente che è giocoforza pensare, in termini di convenienza e di senso logico, che Maria sia stata esente dal peccato attuale.

Le imperfezioni morali sono da escludersi parimenti i peccati, perché sono incompatibili con la sua esimia santità e vicinanza a Cristo, anche come somiglianza.
Chiediamoci infine: Maria fu impeccabile? 
L’impeccabilità può essere categorizzata sotto diverse specie.
Abbiamo una impeccabilità sostanziale, che esclude ogni possibilità di peccare per ragione di sostanza: compete a Dio solo, che è santità sostanziale ed infinita.
Abbiamo un’impeccabilità partecipata nelle creature dotate di ragione, nelle quali rimane sempre la radicale possibilità di peccare, anche se la tale possibilità è di fatto inattuabile, a causa dell’unione della creatura con Dio.
Questa impeccabilità partecipata può essere di tre tipi: metafisica, fisica e morale.
L’ultimo caso è interessante, perché riguarda una creatura che è talmente inclinata verso il bene a motivo del dono della grazia, che è quasi impossibile deflettervi, complice anche un dono di Dio che rimuove le cause del peccato e della divina mozione, che induce a resistere al peccato.
Si deve quindi ammettere che la Beata Vergine Maria, durante la sua vita terrena, fu moralmente impeccabile. Essendo ella, infatti, ripiena di grazia e senza fomite, Maria aderì sempre a Dio ed evitò qualsiasi colpa, sia veniale che mortale.

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