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I danni spirituali dell’aborto

L’aborto è un male assoluto, il crudele assassinio di bambini innocenti perpetrato per volontà delle loro stesse madri nel proprio grembo. È un’offesa abominevole contro Dio, un sacrificio di lode a Satana che comporta i più amari castighi, in questa vita e nell’altra oltre a tragiche conseguenze per gli Stati che lo legittimano.

Uno straziante grido di dolore si leva oggi, senza sosta, dal mondo e sembrano riecheggiare più che mai le parole del profeta Geremia:

«Una voce di ode da Rama, lamento e pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, rifiuta di essere consolata perché non sono più» (Ger 31, 15).

Il responsabile di questa tragedia è il crimine dell’aborto, uno dei più orrendi e deprecabili.

Esso si può definire senza riserve come un male integrale ed assoluto, perché consiste nell’assassinio volontario dell’innocente per eccellenza, il bambino nascituro, proprio nel grembo materno, il luogo dove dovrebbe essere maggiormente protetto.

Quest’atto abominevole è un infame tradimento del senso più elementare di giustizia e di umanità, un completo rivolgimento dell’identità costitutiva della donna, chiamata per sua stessa natura a generare e difendere i figli, anche a costo della vita, amandoli con una dolcezza ineffabile.

Con l’aborto, invece, ella si rende loro carnefice, procurandone la barbara uccisione.

Per tali ragioni questo è uno dei peccati più gravi in assoluto, un’offesa inaudita a Dio che comporta conseguenze spirituali drammatiche, insieme a tremendi castighi in questa e nell’altra vita. per chi lo commette o coopera ad esso, per chi lo incentiva e lo consiglia, ma anche per chi solo lo approva o non vi si oppone fermamente e senza compromessi.

Per avere un’idea della portata delle ripercussioni dell’aborto sarebbe sufficiente ricordare le parole di Nostro Signore nel Vangelo: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare.» (Mt 18, 6).

É questo un monito durissimo per tale orrendo crimine che consta, allo stesso tempo, di tre colpe terribili, ciascuna con il proprio effetto devastante.

In primo luogo l’aborto, in quanto omicidio volontario dell’innocente più indifeso, costituisce uno dei peccati che gridano vendetta a cospetto di Dio e, come tale, suscita maggiormente la sua Santa Ira, richiedendo un carissimo tributo alla sua Giustizia e una pesante espiazione anche in presenza di un successivo pentimento.

Con l’uccisione dei nascituri si va, inoltre, a negare loro la grazia santificante del battesimo, lasciando le loro anime ancora schiave del peccato originale e, dunque, impedendo ad esse l’accesso in Paradiso.

Si infligge così ai bambini una pena atroce nel corpo dilaniato, a cui viene ferocemente strappata la vita ed un danno ancora più grande nell’anima, privata della visione beatifica di Dio.

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L’aborto, di conseguenza, va a costituire un vero atto di lode e di onore a Satana, perché risponde perfettamente al suo disegno di perdizione e di allontanamento delle anime da Dio e dalla sua Grazia, sia per i peccatori che per le loro vittime innocenti.

È il trionfo del diavolo, la vittoria del suo regno sulla terra, di cui si fanno partecipi tutti i fautori e rei dell’aborto nel mondo, consapevolmente o meno, tanto più con la legalizzazione di questo delitto in quasi tutti gli Stati odierni.

Si tratta, dunque, di un autentico atto di culto e di lode al principe delle tenebre, intriso di una sacralità malefica e che pone direttamente i colpevoli sotto il suo dominio, facendone suoi schiavi e preparando loro un posto nell’inferno.

Non è un caso che l’aborto sia il sacrificio umano offerto a Satana nelle messe nere dalle sette sue seguaci ed è per questo che è tanto promosso e difeso dai loro adepti nel mondo, con violenza inaudita.

Lo vediamo, allo stesso modo, da parte dei politici ed attivisti a favore delle pratiche abortive, che reagiscono con aggressività, a tratti disumana, non appena vengono messe anche solo vagamente in discussione, rivendicandole niente meno che come diritti umani assoluti e inviolabili, in un deprecabile sovvertimento del bene col male di stampo diabolico.

È da evidenziare che le conseguenze funeste di questi efferati delitti si ripercuotono anche materialmente sugli Stati che li autorizzano e se ne fanno carico con leggi inique come la 194/78 in Italia, divenendo corresponsabili dell’eccidio di migliaia di decine di milioni di bambini ogni anno.

Guerre, carestie, epidemie, disordini, sconvolgimenti e sofferenze di ogni tipo opprimono intere nazioni in tutto il mondo, come castigo di Dio in punizione e purificazione di tali orribili offese al suo Amore infinito.

Suor Lucia di Fatima, infatti, ha reso noto, dalle rivelazioni private ricevute dalla Vergine Santissima, che mentre per i peccati individuali sono responsabili le singole persone che li commettono, di quelli degli Stati devono rispondere le popolazioni ad essi soggette, perché i governanti agiscono in rappresentanza dei cittadini e a loro nome.

Non c’è, dunque, da sorprendersi di tutti i mali che imperversano in quest’epoca, come delle guerre che la segnano.

Come disse Santa Teresa di Calcutta: «Il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa […] E questo è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla»; a questo si deve aggiungere ciò che affermò San Pio da Pietrelcina: «Basterebbe un giorno senza nessun aborto e Dio concederebbe la pace al mondo fino al termine dei giorni».

È allora di estrema necessità, soprattutto nel tempo presente, un impegno continuo di preghiera e penitenza riparatrice per tutti gli aborti che si compiono ogni giorno, ricorrendo in particolare al Santo Sacrificio della Messa ed all’intercessione di Maria Santissima con il Rosario: per la salvezza di tutti gli innocenti in pericolo, per la conversione delle donne che hanno intenzione di abortire, di quelle che l’hanno fatto in passato, degli esecutori e dei fautori di questi esecrabili delitti, per la liberazione da tutti i mali che ne derivano.

Siamo tutti chiamati a questa responsabilità, perché dalle nostre preghiere può realmente dipendere la vita o la morte di miriadi di bambini, la salvezza o la dannazione di innumerevoli persone.

È importantissimo, inoltre, pregare sempre per tutte le innocenti vittime dell’aborto, affidando le loro anime alla misericordia di Dio.

Bisogna altresì denunciare apertamente questi crimini legalizzati, testimoniando attivamente nella società la verità su quello che sono, ammonendone i responsabili, convincendo le donne intenzionate ad abortire a rinunciarvi immediatamente, lavorando e combattendo senza tregua per abrogare le leggi inique che permettono questa strage vergognosa.

Dobbiamo affermare con forza tutto il nostro sdegno, agire senza paura e senza compromessi con il male, parlare per chi non ha voce e la cui vita viene soffocata in un urlo silenzioso.

Chi avrà lottato per gli innocenti sarà benedetto da Dio e riceverà il premio eterno dei Santi, perché «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a Me» (Mt. 25,40).

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