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I frutti spirituali del Medioevo

Il Medioevo è stato il tempo in cui la fiamma della Fede Cattolica ha brillato più che in qualunque altro e l’opera della Chiesa ha conosciuto il suo massimo splendore. È necessario trarvi ispirazione perché la Luce di Dio possa ancora e sempre risplendere sulle tenebre di questo mondo.

Il Medioevo è la seconda delle quattro epoche storiche in cui convenzionalmente è stata suddivisa la storia dell’Europa: antica, medievale, moderna e contemporanea; è costituita da un periodo di circa mille anni che orientativamente si estende dal V al XV secolo.

Secondo il luogo comune della vulgata dominante esso è ordinariamente dipinto come un’epoca buia, infelice, malvagia e così è rappresentato nella cinematografia, nella letteratura e nel linguaggio corrente, come se tale valutazione dovesse costituire un assunto dogmatico incontrovertibile ed indiscutibile.

Non c’è, tuttavia, nulla di più lontano dalla verità, la cui alterazione risponde ad un preciso disegno propagandistico imposto dalle forze anticlericali a partire dal XVIII secolo, con l’affermazione dell’Illuminismo, in opposizione alla Fede Cattolica e come attacco all’autorità ed alla missione della Chiesa nel mondo e nella storia.

Il Medioevo, infatti, è stato il tempo in cui, più che in qualunque altro, ha brillato la luce della Cristianità ed ha rifulso la fiamma della Fede nel cuore degli uomini.

Esso ha visto l’edificazione della grande Civiltà Cristiana, che ha visto il suo periodo culminante nel XIV secolo, l’epoca in cui maggiormente, nella storia, la società si è avvicinata all’ideale evangelico e l’opera della Chiesa ha conosciuto il suo massimo splendore, soprattutto per merito del Monachesimo.

Questo periodo ha dunque avuto una somma importanza nella storia della Cristianità ed ha giocato un ruolo essenziale nell’economia della salvezza, trasmettendo i suoi frutti spirituali anche a tutte le epoche successive, fino ai nostri giorni, riflettendo i suoi benefici influssi anche sulla nostra vita e soprattutto sulla nostra fede di cui costituisce un’inscalfibile colonna portante.

È stato un tempo di fioritura economica, scientifica, tecnologica e artistica senza paragoni, di sviluppo e progresso in ogni campo del sapere, sospinto dalla sete di sana conoscenza nutrita dalla concezione cristiana dell’esistenza, nel desiderio di elevare il proprio sguardo verso Dio e di glorificarlo in ogni ambito della vita.

Basta pensare alla creazione delle Università, preceduta dalla cura della conservazione e della trasmissione della cultura classica, operata dai monasteri; allo sviluppo della grande teologia cattolica, prima Patristica e poi Scolastica, con esponenti del calibro di Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino, che ci ha lasciato il patrimonio inestimabile della filosofia Tomista, fonte, guida e fondamento della spiritualità e della formazione cristiana e sacerdotale di tutti i secoli successivi.

Come non considerare la grandezza e la magnificenza delle opere d’arte medievali: pittoriche, scultoree ed architettoniche; le stupende Cattedrali, slanciate verso l’alto in un anelito di adorazione dell’Altissimo e di elevazione del cuore verso i beni eterni del Cielo, decorate finemente fin sulle guglie più alte, invisibili all’uomo, ma che potessero rallegrare lo sguardo di Dio, cominciate da uomini consapevoli di non poter sperare di vederne la conclusione, unicamente per glorificare il Signore con la loro opera, per costruire luoghi degni alla celebrazione del Santo Sacrificio della Messa, dimore onorevoli per l’Eterno Onnipotente, in cui le generazioni successive potessero trovare la Grazia e santificare le loro anime.

I medievali, infatti, possedevano un senso profondo della bellezza, proprio in conseguenza della cognizione che avevano di Dio, nella perfezione di tutte le virtù.

Essi non solo amavano la bellezza, ma la ritenevano, in certo modo, necessaria, indipendentemente dal fatto di poter essere ammirata o meno, ma necessaria per se stessa, a prescindere dal giudizio dell’uomo, perché doveva rispondere alla sua natura oggettiva derivante da Dio stesso.

Anche per questo non concepivano l’idea del Museo, nato, invece, con il razionalismo del XVIII secolo, perché era necessario che la bellezza fosse calata attivamente nella realtà quotidiana, andando a dare forma all’esistenza di ogni persona.

Con il Museo, invece, essa è considerata come una mera elaborazione mentale del singolo soggetto, che deve essere distaccata dalla vita e calata in una sorta di delirio dell’immaginazione.

Nel Medioevo vi era, al contrario, quasi un obbligo di fare cose belle che fossero fruibili a tutti, anche le cose utili dovevano essere belle e la bellezza stessa era utile poiché rimandava a Dio.

Era una realtà che stride fortemente con la visione generalizzata dei tempi moderni totalmente scristianizzati, in cui, invece, si assiste all’esaltazione dell’inconsistenza, dell’astrattezza, della bruttezza e in cui le stesse chiese medievali, con tutte le loro decorazioni, i fregi e le opere eccelse di cui sono ricolme, vengono adibite a musei con ingresso a pagamento, in contrasto radicale con il loro scopo originale.

Con la sua anima profondamente spirituale, non sorprende che il Medioevo sia stata anche l’epoca che ha prodotto il più grande genio poetico di sempre nella persona di Dante Alighieri, con la sua ineguagliabile Divina Commedia, un’opera di inarrivabile pregevolezza compositiva votata alla meditazione della dimensione escatologica dell’esistenza umana, dipingendo sapientemente l’immagine delle realtà eterne nel contrasto tra i vizi , le miserie e le virtù, con le loro rispettive conseguenze per gli uomini ed esaltando la Gloria di Dio e la Beatitudine eterna dei Santi e degli Angeli secondo la Rivelazione Cristiana.

Innumerevoli sono le anime che possono aver tratto beneficio, ispirazione ed incitamento alla propria santificazione da questi versi.

Il Medioevo è stato anche il tempo in cui, sempre nell’ambito della Civiltà Cristiana, sono nati i primi ospedali, nella concezione del corpo come dimora dell’anima a cui si ricongiungerà nella resurrezione finale, quindi della dignità della vita umana come dono di Dio e della necessità di custodirla dall’inizio alla fine, in uno spirito di vera carità, in particolare nella cura e nel soccorso degli infermi.

Questo indica che si aveva una cognizione chiara della distinzione tra il bene il male e delle opere evangeliche di misericordia spirituale e corporale.

Si pensi a quante persone hanno ricevuto assistenza e consolazione negli ospedali cristiani, nella prova difficile della malattia, a quante sono state salvate oppure sono spirate con il conforto dei sacramenti e di una vicinanza fraterna, tutto per merito dell’oscuro Medioevo.

Inutile ricordare, infine, la fondazione e l’affermazione dei grandi ordini religiosi e monastici come quello Benedettino, il Domenicano, il Francescano e più tardi quelli Carmelitano e Gesuita.

L’opera compiuta da queste realtà benedette dalla Grazia è inimmaginabile per i frutti che ha portato a gloria di Dio, nel contrasto costante delle potenze diaboliche del mondo e per la salvezza di miriadi di anime, propiziata dall’esempio e dall’insegnamento degli esimi fondatori alla luce del Vangelo.

Il Medioevo è stata, pertanto, l’epoca della Luce di Dio che ha rischiarato le tenebre spirituali del mondo, eredità del Paganesimo antico, ed è senz’altro il tempo a cui fare riferimento e da cui prendere ispirazione perché questa Luce possa risplendere anche ai nostri giorni, immersi nel buio più nero di apostasia e degenerazione dei costumi.

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