La teologia è nella sua definizione più semplice fornita dal Prat, la scienza della verità rivelata, e possiede tantissime sfaccettature. Questo è dovuto al fatto che la teologia è effettivamente una scienza, in quanto, partendo da principi primi assolutamente veri, ricava sistematicamente le verità che da questi scaturiscono, per via deduttiva.
Come scienza, essa possiede diversi ambiti di sviluppo e specializzazione. Abbiamo la teologia dogmatica, tra cui riscontriamo la teologia trinitaria e la mariologia, poi la teologia storico-biblica, tra cui si annoverano la patrologia, l’esegesi biblica e la storia della Chiesa, ed infine la teologia pratica, tra cui abbiamo teologia morale, diritto canonico, pastorale con la catechetica. Ci sono poi alcune specializzazione ulteriori, tra cui la teologia ascetica e la mistica.
Come scienza ha un unico oggetto formale, ma come disciplina ha diversi compiti, ragione per cui si specializza nelle categorie appena enunciate.
Essendo una scienza subalterna, perché è inferiore a quella dei beati e di Dio, la teologia possiede dei gradi di certezza, sopratutto la teologia dogmatica o dommatica. Per capire questo concetto, pensiamo al metodo con cui la fisica può definire qualche verità scientifica.
Alcune proposizioni della fisica sono assolutamente vere, altre invece non lo sono, altre ancora sono dibattute o risultano essere incomplete.
Ad esempio, tutti sono concordi nel ritenere che lunghezza e massa siano due proprietà differenti di un corpo: a questa proposizione daremo il grado massimo di credibilità, per cui saremo portati a dire: “è assolutamente certo che lunghezza e massa siano due proprietà differenti di un corpo”. Ma non tutti, fino alla pubblicazione di Einstein sull’effetto fotoelettrico, erano concordi nell’affermare che: “la luce è fatta di particelle”. Alcune scuole di fisica ritenevano la luce essere un’onda e basta, un’altra scuola della fisica riteneva la luce essere composta da tanti piccoli corpuscoli. Alcuni fisici poi considerano affidabile il modello delle stringhe, ma la comunità scientifica non è ancora in accordo completo su questo tema. Alcune proposizioni sono comunemente accettate, ma mancano prove empiriche a sostegno della tesi (ad esempio, l’esistenza del gravitone).
Ci sono quindi alcune verità che universalmente sono accettate in fisica, ed altre dove si lascia aperto il dibattito.
Nella teologia, il discorso è abbastanza analogo, con la differenza che i principi primi sono rivelati da Dio, e che esiste un organo deputato alla conservazione e definizione del grado di certezza di alcune verità teologiche, che è la Chiesa Cattolica, rappresentata dal suo incrollabile Magistero millenario.
Con questo schema in mente, veniamo al dunque.
- Le verità immediatamente rivelate possiedono, ovviamente, il massimo grado di certezza. La rivelazione, lo ricordiamo, è legge, pensiero divino tradotto in linguaggio umano.
- L’autorità su cui si basa l’assenso a queste verità può essere triplice: sicuramente la prima autorità è quella di Dio, che rivela (fides divina); quando la Chiesa propone a credere e garantisce che la tale verità è contenuta nella rivelazione, si appoggia sull’autorità del magistero della Chiesa stessa (fides catholica). Infine, se queste verità sono definite infallibilmente dal Papa sono di fede definita (fides definita).
- Le verità cattoliche circa le quali il magistero infallibile si è pronunciato in modo decisivo, devono essere accettate con assenso di fede che poggia sulla autorità della Chiesa (fides ecclesiastica).
- Poi c’è la sentenza prossima alla fede (sententia fidei proxima): essa è una dottrina ritenuta dalla quasi totalità dei teologi come verità rivelata, ma che la Chiesa non ha ancora definitivamente proclamata come tale.
- La sentenza pertinente alla fede o teologicamente certa (sententia ad fidem pertinens vel theologice certa) è una dottrina sulla quale il magistero della Chiesa non si è ancora pronunciato definitivamente, ma la cui verità è garantita dal suo intimo rapporto con la rivelazione.
- Poi abbiamo la sentenza comune (sententia communis): questa è una dottrina che appartiene per sé al campo delle libere opinioni ma che è sostenuta comunemente dai teologi.
- Tra le proposizioni di grado minore di certezza troviamo la sentenza probabile, la più probabile, la ben fondata e quella che, per la corrispondenza con il senso di fede della Chiesa, si dice pia sentenza. L’opinione tollerata, invece, è quella che possiede il minimo grado di certezza: debolmente fondata, ma viene tollerata dalla Chiesa.
Facciamo qualche esempio chiarificatore.
- La sentenza: “Dio ha tratto dal nulla, in tutta la sua sostanza, cioè ha creato tutto quanto esiste fuori di lui” è De fide.
- La sentenza: “La grazia santificante è un dono creato soprannaturale realmente distinto da Dio” è Sententia fidei proxima.
- La sentenza: “La scienza umana di Cristo fu esente dall’ignoranza positiva e da errore” è Sententia Certa.
- La sentenza: “Dio coopera immediatamente a ogni atto delle creature” è Sententia Communis.
- La sentenza: “Dall’assunzione di Maria in cielo nessuna grazia è data agli uomini senza la sua intercessione attuale” è Sententia pia et probabilis.