La pagina Wikipedia italiana “Paramento liturgico” riporta questa frase che mi ha lasciato perplesso: «Prima della riforma liturgica avviata dal concilio Vaticano II si diceva paramento sacro; oggi si parla di paramento liturgico, in quanto si riserva il termine “sacro” a ciò che è specificamente consacrato a Dio, mentre per i paramenti non è mai stata prevista una “consacrazione”, eventualmente vengono “benedetti”»1. Questa frase non è accompagnata da alcuna fonte, non vi è nessuna nota che indichi la fonte di questa affermazione. La corrispondente pagina inglese, in genere sempre più completa dell’equivalente nostrana, non riporta minimamente la questione. Prendiamola quindi così e, come direbbe Luca Zaia, «ragioniamoci sopra».
Tante volte, in queste pagine, abbiamo parlato di paramenti e li abbiamo descritti in lungo e in largo; diverse volte abbiamo deprecato le soppressioni ingiustificate e ingiustificabili, de iure o de facto, di tunicelle, manipoli, sandali e chiroteche. Oltre a ciò, è interessante notare la differenza posta nelle preghiere di benedizioni dei paramenti. Così il Rituale Romanum:
V. Adjutórium nostrum in nomine Dómini.
R. Qui fecit cælum et terram.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Orémus.
Omnípotens, sempitérne Deus, qui per Móysen fámulum tuum pontificália, et sacerdotália, seu levítica vestiménta, ad expléndum in conspéctu tuo ministérium eorum,ad honórem et decórem nóminis tui fíeri decrevisti: adésto propítius invocatiónibus nostris:ut hæc indumenta sacerdotália (hoc induméntum sacerdotale), desuper irrigante gratia tua, ingenti benedictione per nostræ humilitatis servitium puri + ficáre, bene + dícere,et conse +cráre dignéris: ut divini scúltibus et sacris mysteriis apta et benedicta exsístant (aptum et benedíctum exsistat): his quoque sacris vestibus (hac quoque sacra veste) Pontifices,et Sacerdótes, seu Levitæ tui indúti, ab ómnibus impulsiónibus, seu tentatiónibus malignórum spírituum muníti et defénsi esse mereantur: tuisque mysteriis apte et condigne servire et inhærére, atque in his tibi plácite et devóte perseverare tribue. Per Christum Dóminum nostrum. R. Amen.
Orémus.
Deus, invictæ virtutis triumphator, et omnium rerum creátor ac sanctificátor: inténde propítius preces nostras; et hæc indumenta (hoc induméntum) levíticæ, sacerdotalis, et pontificális glóriæ, minístris tuis fruénda (fruéndum), tuo ore proprio bene + dícere, sancti + ficáre, et conse + cráre digneris: omnesque eis (eo) utentes, tuis mysteriis aptos, et tibi in eis devóte ac laudabiliter servientes, gratos efficere digneris. Per Christum Dóminum nostrum, R. Amen.
Orémus.
Dómine Deus omnípotens, qui vestiménta Pontificibus, Sacerdotibus, et Levítis in usum tabernaculi fœderis necessaria, Móysen fámulum tuum ágere jussisti, eumque spíritu sapientiæ ad id peragendum replevisti: hæc vestiménta (hoc vestimentum) in usum et cultum mystérii tui bene+ dícere, sancti + ficáre, et conse + cráre digneris: atque minístros altaris tui, qui ea (id) indúerint, septiformis Spíritus gratia dignánter repléri, atque castitátis stola, beáta fácias cum bonorum fructu óperum ministérii congruéntis immortalitate vestiri. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum:qui tecum vivit et regnat in unitate Spíritus Sancti Deus, per omnia sæcula sæculorum. R. Amen.
Et aspergantur (aspergatur) aqua benedicta2.
Così invece il nuovo Benedizionale:
Benedetto sei tu, o Dio, che hai costituito il tuo unico Figlio sommo ed eterno sacerdote della Nuova Alleanza e hai scelto gli uomini come dispensatori dei tuoi misteri; fa’ che i ministri dell’altare, che porteranno queste vesti impreziosite dalla tua benedizione, le onorino con il decoro delle celebrazioni liturgiche e la santità della vita. Per Cristo nostro Signore3.
La differenza è enorme: nel nuovo rito, secondo uno schema di cui presto parleremo (stay tuned!), scompaiono i segni di croce, l’aspersione e l’oggetto della benedizione non è più, in maniera precisa, il paramento ma chi lo indosserà.
Se la Chiesa riserva così tanta importanza ai paramenti non si capisce come li si possa utilizzare come se fossero un gioco: non temiamo quindi di scagliarci contro il comportamento di ragazzi che si beano di postare dei loro selfie in piviale; alziamo il tiro: di fronte a tanta sacralità e alterità l’ira divina non si scagli contro coloro che sviluppano morbose attrazioni nei confronti dei parati arrivando al punto tale di usarli per sordidi scopi: sono essi empi ed iniqui, rei di sacrilegio.
Note
- https://it.wikipedia.org/wiki/Paramento_liturgico (ultima consultazione: 21 aprile 2023).
- Rituale Romanum, titulus VIII, caput 20.
- Benedizionale, numm. 1506, 1512.