I sette vizi capitali: L’Accidia

La pigrizia è il modo perfetto per sprecare il tempo prezioso che ci è stato donato

I sette vizi capitali: L’Accidia

La pigrizia è il modo perfetto per sprecare il tempo prezioso che ci è stato donato

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L’accidia è il vizio opposto allo zelo e all’alacrità spirituale. Il Catechismo della Chiesa Cattolica la include tra i peccati contro l’amore di Dio: «L’accidia o pigrizia spirituale giunge a rifiutare la gioia che viene da Dio e a provare repulsione per il bene divino»[n. 2094].  

Un esempio di questo vizio lo troviamo nelle Sacre Scritture, in particolare in Malachia 3, 13-14: «Le vostre  parole furono dure contro di me, dice il Signore. Ed avete chiesto: “Che abbiamo noi detto contro di te?”. Voi avete detto: “Chi serve al Signore, serve invano: e che guadagno abbiamo avuto dall’avere osservati i suoi  comandamenti e dall’aver camminato nel raccoglimento davanti al Signore degli eserciti?».  

L’accidia è il comportamento di chi evita ripetutamente di svolgere il proprio compito e incita a non fare oggi ciò che si può fare domani. Questo vizio porta a vivere nel modo peggiore la propria vita, addormentando la coscienza, lasciandosi andare all’inerzia, arrivando poi alla tristezza e alla depressione. È il rifiuto ad impegnarsi seriamente nella vita, non solo quotidiana, ma principalmente spirituale, lasciando che la propria crescita spirituale, anziché in positivo, vada in negativo. Ciò porta ad una inerzia totale che sfocia nella disperazione e alla maturazione di quel pensiero per cui ci si chiede: «Ma vale la pena? A che serve tanta fatica? Chi me lo fa fare?».  

La pigrizia è il modo perfetto per sprecare il tempo prezioso che il Signore ci ha donato per acquistare meriti e diventare Santi, ed è infatti il modo che il demonio adotta per accalappiare più anime possibili, soggiogandole all’inerzia ed alla noia, così da addormentare le coscienze e allontanare le anime dalla crescita  spirituale, poiché si acquista, con questa cattiva abitudine, l’indifferenza alle cose che riguardano Dio. Ed è quello che vediamo oggi: coscienze addormentate, anime lontane da Dio che non hanno amore nel conoscere,  amare e servire Dio, distratti dal cellulare, dalle mode, dalle cattive compagnie, le quali iniziano alle  pratiche più becere che sciupano l’anima. L’accidia è il vizio capitale che attacca in modo subdolo la vita del cristiano, provocando una vera e propria inappetenza spirituale (accidia deriva dal greco ed ha diversi significati: negligenza, indifferenza, indolenza, pigrizia, svogliatezza, inerzia, eccetera). Sotto l’effetto di questo vizio, il cristiano si allontana in primis dalla preghiera, ritenendola fastidiosa, nonché una  perdita di tempo per la propria fede. L’accidioso si allontana, quindi, dai Sacramenti, in particolare quello della penitenza, non assiste più alla Santa Messa (ricordiamo che la Santa Messa domenicale è di precetto, non andare vuol dire mettere la propria anima in stato di peccato mortale), non legge la Bibbia, non si interessa del prossimo pensando solamente a se stesso ed alla propria soddisfazione, mettendo man mano Dio da parte, rischiando di arrivare, addirittura, a rimuoverlo completamente dalla propria vita.  

Tutti, bene o male, veniamo prima o poi soggiogati dalla pigrizia trastullandoci nel dolce far niente spirituale, sciupando il tempo prezioso che ci viene concesso per fare opere di bene e meritare per il Paradiso, non solo per noi ma anche, e specialmente, per le anime del Purgatorio che, sebbene salve, non possono più meritare per il Paradiso, attendendo le nostre opere di misericordia perché possano essere liberate e portate  finalmente in Paradiso a godere eternamente di Dio. Ed il Signore ha delle parole per tutti coloro che si  abbandonano all’accidia proprio nella Sacra Scrittura: «Conosco le tue opere, tu non sei né freddo né caldo. Ma poiché tu sei tiepido sto per vomitarti dalla mia bocca» (Ap. 3, 15-16).  

Scrive Evagrio: «Colui che è dominato dall’accidia, quando si mette a leggere [libri spirituali], sbadiglia continuamente e cade facilmente nel sonno. Si stropiccia gli occhi, distende le mani, alza gli occhi dal libro,  guarda dove finisce il testo, conta le pagine e misura i fogli rimasti, critica i caratteri della scrittura e la rilegatura, poi chiude il libro, ci appoggia sopra la testa e sonnecchia, ma non per molto, perché la fame lo  ridesta con le sue preoccupazioni…» (Evagrio Pontino, Sentenze – Gli otto spiriti della malvagità, XIV, a cura di Lucio Coco, edizioni Città nuova, 2010).  

Lo stato di noia dato dall’accidia, che facilmente creerà amarezza e irritabilità, «Porta anche alla cupidigia, poichè quando l’animo è torbido e non ha più dentro di sé la gioia, cerca fuori ciò che lo consoli; e tanto più  anela a beni esteriori, quanto più è privo di una letizia che lo appaghi interiormente.» (Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe, XXXI, 45, 89).  

Questo vizio è demoniaco: atrofizza la nostra mente, toglie energie, fisiche e mentali, impedendoci di lottare contro tutti gli altri vizi e portandoci a cadere nel peccato per pura debolezza ed indolenza.  

Come può vincersi, quindi, l’accidia? Ovviamente non è un lavoro facile, proprio perchè l’accidia lavora sul non avere voglia di combattere e il non avere la forza di opporsi al peccato in modo davincere tale vizio. È, quindi, necessaria, in primis, una guida esterna che possa assistere l’accidioso nel percorso di uscita da tale vizio e,  questo percorso, deve essere disseminato di diligenza, ossia la cura volenterosa e scrupolosa nel fare  qualcosa.  

Uno dei principali rimedi contro l’accidia potrebbe essere, per esempio, lo svolgimento di un lavoro manuale,  poiché esso libera corpo e mente dalla pigrizia e dalla sonnolenza. Un altro rimedio, per chi ama i riposini pomeridiani, potrebbe essere ridurre il cibo che appesantisce il corpo e di conseguenza la mente, evitando una sonnolenza fisica creata dall’ “abbondanza” di cibo, in modo che la nostra mente sia più libera e non offuscata dalla sonnolenza. A ciò si potrebbero aggiungere letture di libri spirituali che eccitino lo spirito alla  lotta contro i vizi e aiutino nella crescita dell’amore per Gesù Cristo. Un altro aiuto molto valido può essere la  visita degli ammalati, aiutando la mente alla meditazione dei Novissimi, le ultime cose dell’uomo, così da  smuovere l’accidia e l’insensibilità d’animo. Sicuramente, un rimedio efficace è farsi violenza nell’interrompere  spesso attività quotidiane per fermarsi a pregare, magari anche durante la notte. Da ultimo, ma non per importanza, è sicuramente un forte deterrente: l’obbedienza, obbedire ad un genitore e/o ad un superiore aiuta a vincere il vizio.  

Affidiamoci, quindi, alla Mamma Celeste perché possa aiutarci a vincere questo vizio demoniaco, donandoci la forza di vincere l’ozio, il sonno e l’inerzia, per diventare belli e puri come Lei, che mai ha offeso Dio in alcun modo.

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