Il declino di una società senza Dio

Il recente atto vandalico a San Pietro è l’ennesima prova del declino del rispetto per il sacro e per gli altri. Un tempo, il timore di Dio e il senso dell’onore regolavano la società, mentre oggi regnano indifferenza e desacralizzazione.

Il declino di una società senza Dio

Il recente atto vandalico a San Pietro è l’ennesima prova del declino del rispetto per il sacro e per gli altri. Un tempo, il timore di Dio e il senso dell’onore regolavano la società, mentre oggi regnano indifferenza e desacralizzazione.

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Nella mattinata di venerdì 7 febbraio 2025, la Basilica di San Pietro è stata teatro di un atto vandalico che ha profondamente scosso la comunità  dei fedeli. Un uomo di nazionalità  romena è entrato nella basilica e, raggiunto l’altare della Confessione, situato sotto il celebre Baldacchino del Bernini, ha iniziato a danneggiare con violenza sei candelabri risalenti al 1865, del valore complessivo di circa 30.000 euro. Dopo averli scaraventati a terra con calci, l’uomo è salito sull’altare, profanando uno dei luoghi più sacri della cristianità.

L’intervento tempestivo della Gendarmeria Vaticana ha permesso di fermare l’autore del gesto, che è stato successivamente identificato e denunciato. Fortunatamente, i candelabri non hanno riportato danni irreparabili e sono stati prontamente ricollocati al loro posto.

Questo episodio, avvenuto sotto gli occhi attoniti di numerosi pellegrini presenti per il Giubileo 2025, non è un caso isolato. Già nel 2019 si verificò un evento simile, quando un uomo salì sul medesimo altare e danneggiò un candelabro.

L’episodio avvenuto nella Basilica di San Pietro non è solo un atto di vandalismo contro un luogo sacro, ma il sintomo di una crisi più profonda che da decenni attraversa la nostra società. Negli ultimi trent’anni, abbiamo assistito a un progressivo declino del rispetto non solo per le cose sacre, ma anche per le persone. Un tempo, la sacralità di un luogo come una chiesa era qualcosa di universalmente riconosciuto, anche da chi non condivideva la fede cattolica. Oggi, invece, sempre più spesso questi spazi vengono profanati, non solo fisicamente ma anche simbolicamente, con atteggiamenti di indifferenza, irriverenza e addirittura ostilità.

Una perdita del senso del sacro

Dal punto di vista teologico, il senso del sacro è stato per secoli il fondamento della civiltà  cristiana. San Tommaso d’Aquino ci insegna che il sacro è ciò che viene separato per Dio e reso inviolabile. Per questo, gli atti di vandalismo compiuti nei luoghi di culto non sono semplicemente atti di inciviltà, ma veri e propri sacrilegi. Tuttavia, la modernità ha portato con sé una desacralizzazione progressiva, non solo della religione, ma della vita stessa. Non si percepisce più la presenza di Dio nella storia, nei luoghi, nelle persone, e questo porta a trattare tutto con superficialità, persino ciò che per millenni è stato considerato intoccabile.

Pensiamo a come i nostri nonni entravano in chiesa: con riverenza, rispetto e spesso anche timore. Il timore di Dio, che la Scrittura definisce “principio della sapienza” (Proverbi 9,10), non era paura servile, ma consapevolezza della propria piccolezza di fronte al Creatore. Oggi, invece, tutto viene banalizzato. Si entra in chiesa come in un museo, si chiacchiera ad alta voce, si usa il telefono, si è distratti. Il senso della presenza di Dio è svanito.

La crisi del rispetto umano

Ma il problema non è solo religioso. Il declino del rispetto per le cose sacre è parallelo alla perdita del rispetto per gli altri. Un tempo, offendere qualcuno, mancare di parola, insultare o umiliare una persona erano gesti condannati dalla comunità. L’educazione si basava sul rispetto reciproco, sull’onore, sul senso del dovere. Oggi, invece, viviamo in una società individualista, in cui conta solo il proprio benessere immediato e tutto il resto può essere calpestato: la fede altrui, la sensibilità, la tradizione.

Basta osservare come le persone si trattano nella vita quotidiana: arroganza, insulti sui social, violenza verbale e fisica. L’educazione al rispetto è stata sostituita da una cultura del diritto senza doveri. Si rivendicano libertà assolute senza accettare limiti o responsabilità. Questo ha portato alla dissoluzione di ogni riferimento morale, perché se tutto è lecito, nulla ha più valore.

Come possiamo rispondere a questa crisi? Anzitutto, riscoprendo il senso del sacro. Se si perde la percezione che esiste qualcosa di più grande di noi, inevitabilmente si finisce per disprezzare tutto. La Chiesa deve tornare a insegnare con chiarezza che il rispetto per Dio è il fondamento del rispetto per l’uomo. I genitori devono trasmettere ai figli non solo l’educazione civile, ma anche il senso della trascendenza, la consapevolezza che esiste un ordine più alto, che esistono cose che non si possono violare impunemente.

Al tempo stesso, dobbiamo riscoprire il valore del rispetto reciproco. Non si tratta solo di “buone maniere”, ma di riconoscere la dignità dell’altro. La società si ricostruisce partendo da questo: dalla capacità di guardare il prossimo come un fratello, non come un nemico. Solo così potremo tornare a vivere in una civiltà dove il sacro viene custodito e l’uomo viene rispettato.

Alex Vescino

Alex Vescino

Direttore e fondatore del blog cattolico Ecclesia Dei, ha conseguito la laurea triennale in Economia Aziendale presso l'Università degli Studi di Genova. 
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