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Il primato di S. Pietro

Analizziamo brevemente i tratti del primato di San Pietro.

Il fondamento teologico concernente la superiorità della Chiesa Cattolica è incarnato nel cosiddetto Primato di S. Pietro, Principe degli Apostoli.

Questo termine esprime non solo la semplice autorità direttiva o di eccellenza e di onore, ma anche il potere di giurisdizione conferito da Gesù Cristo a S. Pietro stesso, per il quale Egli diviene capo e rettore supremo di tutta la Santa Chiesa. Il Concilio Vaticano I, definendo questo importante punto di dottrina (DB. 1823) si sofferma per interpretare autenticamente le parole di Cristo.

Gesù impone a Simone il nome di Pietro (Mt. 10,2: Mc. 3, 16; Lc. 6, 14; Giov. 1, 42). Questo gesto contiene un profondo significato. Il Primato lo troviamo condensato nel S. Vangelo di S. Matteo, il solo che consideriamo in questo articolo, ove Gesù chiede agli Apostoli: “E voi che dite che io sia?” S. Pietro risponde dicendo: “Tu sei Cristo, figlio del Dio vivo.”

Allorché, Gesù risponde dicendo: “Beato te, Simone, figlio di Giona, perché non te l’ha rivelato la carne e il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli. E io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, né prevarranno contro di essa le porte dell’inferno. E darò a te le chiavi del regno dei cieli e qualunque cosa avrai sciolto sulla terra sarà sciolta anche in cielo e qualunque cosa avrai legato in terra sarà legata anche in cielo (Mt. 16, 18-19).

Quando Cristo afferma di volere edificare su questo fondamento la sua Chiesa, con ciò esprime l’intenzione di volere costruire non soltanto una comunità particolare entro il popolo di Dio dell’Antico Testamento dell’antica casa di Israele, ma una casa nuova. L’antica casa di Israele era edificata sulla pietra. Infatti Dio aveva posto in Sion una pietra fondamentale, una pietra collaudata, una pietra angolare preziosa, saldamente poggiata sulla roccia (Is. 28, 16; cfr. Deut. 32,4). Il fondamento non è una qualità di Pietro, ma è la persona di Pietro. Poiché questo fondamento dato alla Chiesa è proprio una persona, allora a Pietro spettano dei poteri e delle competenze molto importanti. 

A Pietro è affidata la direzione della Chiesa, in base alla promessa di Cristo. Le porte dell’inferno non prevarranno deve essere anche inteso secondo la caducità. Ossia, la Chiesa, a differenza di ogni altra potenza, non sarà soggetta a caducità e morte. Perché la sua natura è intrinsecamente divina, perciò non può morire! 

Il potere delle chiavi

S. Pietro è il clavigero, ossia la pietra che detiene le chiavi del regno dei cieli. Nell’immagine delle chiavi del regno dei cieli non bisogna pensare però che l’autorità di Pietro, e dei successori, sia solo in cielo. Ma è già qua, sulla terra. S. Pietro è il proprietario di casa qui in terra, subordinatamente a Cristo. Pietro viene costituito plenipotenziario di Cristo. Il detentore possiede il potere di disporre, possiede la facoltà di permettere od impedire l’ingresso.

“Nel governo della comunità, a lui compete come a vicario del padrone, il potere supremo di disporre, che implica il potere direttivo e disciplinare. L’amministratore della casa e detentore delle chiavi, deve decidere ciò che è giusto secondo l’economia divina, ciò che si deve considerare permesso o proibito”

Il potere di legare e sciogliere

Cosa significa invece legare e sciogliere?

Significa mettere al bando e revocare il bando, ossia escludere dalla comunità e riammettere in essa;  imporre o togliere un obbligo; dichiarare lecito e illecito. Il potere disciplinare tuttavia presuppone il potere dottrinale. Pietro esclude dal regno dei cieli, dalla comunione con Dio, in quanto esclude dalla società della Chiesa. Accoglie nel regno di Dio in quanto accoglie nella Chiesa

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