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Il Rosario nella Messa: storia di un malcostume

Dalle conversazioni con i miei nonni, spesso è venuto fuori il discorso su quando la Messa si diceva in latino e altrettante volte mi è stato detto che non si capiva nulla e il popolo non aveva, quindi, possibilità di comprendere. La soluzione? Far recitare all’assemblea il Santo Rosario durante la Santa Messa.

Quante volte, sia da piccolo che adesso, mi sono fatto raccontare dai miei nonni com’era quando la celebrazione della Messa era solo in latino e quante altrettante volte ho frugato nelle vecchie scatole di latta cercando le foto dei loro matrimoni, se non addirittura, in alcuni casi, delle comunioni e delle cresime. Quante altrettante volte, però, mi sono sentito dire da loro: “Ma come fa a piacerti la messa in latino? Quando andavamo noi non si capiva niente, il prete parlava da solo a noi facevano dire il Rosario”.

Ecco, quindi, anche il titolo di questo articolo che definisce la recita del Rosario durante la Messa un malcostume. 

Purtroppo, come tutte le cose, anche il periodo precedente al Concilio Vaticano II ha avuto i suoi problemi, uno dei tanti era quello della comprensione del latino da parte delle persone che non avevano i mezzi per poter studiare il latino e il rito in tutte le sue parti come è concesso a noi oggi grazie al progresso della tecnologia.

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E, quindi, le persone, durante la celebrazione della Santa Messa recitavano il Rosario, andando a creare così anche come una sorta di separazione tra il Mistero celebrato e il Sacrificio offerto sull’altare e il popolo che vi assisteva.

Purtroppo, questa usanza è andata man mano diffondendosi a causa della mancata educazione dell’assemblea che partecipava alla messa senza capire la lingua e senza comprendere i gesti. 

Colpa, probabilmente, anche di una mancata educazione delle varie comunità parrocchiali, da parte dei propri parroci, al Rito che almeno una volta alla settimana si apprestavano a vivere.

Fu proprio per questo motivo che, forse per evitare troppo sforzo, si autorizzò la proclamazione dell’Epistola e del Vangelo in lingua vernacola e si arrivò, poi, prima alla traduzione del Messale del 1962 dal latino all’italiano e poi all’edizione del 1970, completamente modificata e tradotta in quasi tutte le lingue del mondo.

Effettivamente, è comprensibile visto che, all’epoca, la maggior parte delle persone era analfabeta, ma ad oggi è assurdo pensare, considerato che tutti sanno leggere e che è molto più facile, come già detto prima, poter conoscere e comprendere il rito della Messa in latino, che ci siano alcuni che ancora recitano il Rosario durante la Celebrazione.

La soluzione più facile, ormai adottata in molte comunità che continuano ad adoperare il Messale del 1962, sarebbe dovuta essere quella di dotare tutti di messalini o foglietti sussidi e non di lasciarli abbandonati a sé stessi trasformando, di conseguenza, la Messa da atto di culto pubblico quale è ad una devozione privata.

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