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Il sacramento del Battesimo

Il battesimo è la porta dei sacramenti. Alla scuola di San Tommaso d’Aquino approfondiamo la conoscenza di questo sacramento, che ci incorpora a Cristo e alla Chiesa.

Terminata la sezione de sacramentis in genere, San Tommaso inizia a trattare de sacramentis in specie, prendendo l’avvio dal sacramento del Battesimo, che costituisce la porta della grazia sacramentale, poiché senza di esso non si possono ricevere gli altri sacramenti. Il dottore angelico fa sua la distinzione scolastica tra sacramentum tantum (il segno che rende visibile la grazia invisibile), res et sacramentum (la cosa significata dal sacramento, che a sua volta è sacramento di una grazia più profonda) e res tantum (la grazia sacramentale in sé). Per quanto riguarda il battesimo sacramentum tantum è l’abluzione con l’acqua, res et sacramentum è il carattere battesimale «il quale è cosa significata dall’abluzione esteriore ed è segno sacramentale della giustificazione interiore» (STh III, q.66, a.1), mentre res tantum è la giustificazione, cioè la grazia operata dal sacramento.

Per quanto riguarda l’istituzione del Battesimo, San Tommaso rileva che esso fu istituito da Cristo nel momento in cui Egli stesso si fece battezzare al giordano. Allo stesso tempo, però, «l’obbligo di ricorrere a questo sacramento fu annunciato agli uomini dopo la passione e la risurrezione, sia perché con la passione di Cristo hanno avuto termine i sacramenti figurali […], sia perché, con il battesimo, l’uomo diventa conforme alla passione e alla risurrezione di Cristo, in quanto muore al peccato e inizia una nuova vita di giustizia» (a.2). La grazia del Battesimo è fluita dal costato aperto di Cristo sulla Croce e, quindi, fu necessario aspettare che fosse compiuto il mistero pasquale, perché potesse essere annunziato questo sacramento, sebbene Cristo lo avesse già istituito e santificato. 

Dimostrata l’istituzione divina del sacramento, il dottore angelico passa a studiarne la materia e la forma, i due elementi essenziali che costituiscono ciascun segno sacramentale. La materia del battesimo è, evidentemente, l’acqua (a.3) e ciò in virtù dell’istituzione divina stessa. L’acqua battesimale, poi, deve essere pura, cioè non alterata in quanto alla sua specie: «Si può fare il battesimo in qualsiasi acqua, quale che sia il modo in cui sia stata trasformata, purché non se ne sia dissolta la specie. Invece, se si dissolve la specie, non vi si può fare il battesimo» (a.4). Quanto alla forma, essa è costituita dalla formula: «Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Anch’essa non può essere modificata senza che venga meno la validità del battesimo. Tale formula fonda la sua convenienza nel fatto che esprime a pieno la causa del battesimo, che è duplice: «una principale, dalla quale deriva la sua virtù e che è la santa Trinità; un’altra, invece, è strumentale, cioè il ministro, che conferisce esternamente il sacramento» (a.5). Sempre in riferimento alla forma del sacramento, San Tommaso rileva che il Battesimo si può amministrare in tre modi: per immersione, secondo l’uso più antico, per infusione, così come si è soliti amministrarlo correntemente, e per aspersione, secondo un modo poco utilizzato nel corso dei secoli (a.7). Tutte e tre le forme sono corrette e possono essere utilizzate validamente: infatti, «per il battesimo si richiede di per sé l’abluzione con l’acqua necessaria al sacramento; invece, il modo dell’abluzione si rapporta accidentalmente al sacramento» (a.8).

Il Battesimo è uno dei sacramenti definiti irripetibili, poiché può essere ricevuto una sola volta nella vita. Ciò per quattro motivi fondamentali. Innanzitutto, perché il battesimo è una rigenerazione spirituale, che dona la vita nuova in Cristo: «ma di uno non ci può essere che una sola rigenerazione. E quindi, il battesimo non può essere ripetuto, come neppure la generazione carnale» (a.9). In secondo luogo, non si può ripetere, perché il battesimo avviene nella morte di Cristo, «per mezzo della quale moriamo al peccato e risorgiamo a vita nuova» (ivi). Come Cristo è morto una sola volta, così anche il battesimo avviene una sola volta. Il terzo motivo sta nel fatto che il carattere battesimale è indelebile, ovvero non può dissolversi dall’anima. Per questo motivo non si può ricevere un nuovo carattere battesimale. Infine, il battesimo non può essere ripetuto, perché viene conferito come rimedio al peccato originale: «quindi, come il peccato originale non si reitera, così non si reitera neanche il battesimo» (ivi).

Il sacramento del Battesimo
Battesimo di Cristo – Pietro Perugino

La quaestio 67 della Pars tertia della Summa theologica affronta un ulteriore elemento costitutivo del sacramento: il ministro che lo conferisce. Il Battesimo viene amministrato ordinariamente da chi ha il carattere sacerdotale, ovvero dal vescovo o dal presbitero (a.2). San Tommaso non ammette la possibilità che il sacramento possa essere amministrato da un diacono, poiché questo ordine viene conferito per «assistere e servire i suoi superiori» (a.1). Tuttavia, attualmente la Chiesa ammette anche i diaconi alla celebrazione del battesimo. Può essere ministro del battesimo anche il semplice laico, se vi fosse il pericolo di morte, perché «fra tutti gli altri sacramenti, quello che è della massima necessità è il battesimo […] E quindi, affinché l’uomo non vada soggetto alla mancanza di un rimedio così tanto necessario, è stato istituito che la materia del battesimo sia comune, cioè l’acqua, che chiunque potrebbe procurarsi, e che anche il ministro del battesimo possa essere un uomo qualsiasi» (a.3).

La quaestio 68 si sofferma su chi riceve il Battesimo. Esso è necessario alla salvezza: «Tutti sono tenuti al battesimo e senza di esso non può esserci salvezza per gli uomini» (a.1). Nessuno può salvarsi senza il battesimo, perché Cristo stesso ha affermato: «Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,5). Allo stesso tempo, però, bisogna distinguere tra coloro che non ricevono il battesimo, perché lo rifiutano, e di conseguenza non possono entrare nel regno di Dio, e coloro che hanno il desiderio di essere battezzati, ma per un caso fortuito non possono ricevere il sacramento. Afferma, infatti, San Tommaso che «un tale, pur senza il battesimo attuale, può conseguire la salvezza per il desiderio del battesimo» (a.2). Ciò è definito battesimo di desiderio. 

Un ulteriore problema, affrontato e dibattuto in tutte le epoche della storia, viene affrontato da San Tommaso: ci si chiede se sia lecito differire il battesimo. Il dottore angelico distingue tra i catecumeni adulti e i bambini. Circa i bambini, infatti, non è lecito differire il battesimo per due motivi: perché è inutile aspettare troppo tempo per richiedere loro una adeguata istruzione catechistica e perché spesso incorrono nel pericolo di morte. Agli adulti, invece, «non va conferito subito il battesimo, non appena si convertono, ma bisogna rimandarlo fino ad un determinato tempo» (a.3). Tale tempo è determinato dalla preparazione al sacramento, che nella Chiesa antica veniva definito catecumenato. 

Ci si chiede ancora quale disposizione debba avere necessariamente chi si accosta a ricevere il battesimo. Secondo San Tommaso è necessaria l’intenzione di ricevere il sacramento. Infatti, chi viene battezzato muore alla vita vecchia e risorge con Cristo a vita nuova. Perché avvenga tale passaggio si richiede un atto della volontà, «con cui tenda verso la nuova vita, il cui principio è il ricevimento stesso del sacramento» (a.7). Sorge a questo punto, inevitabilmente, un’obiezione a quanto detto circa il battesimo dei bambini, poiché in essi non vi può essere un atto di volontà tale, ovvero l’intenzione di ricevere il battesimo. San Tommaso risolve la questione, partendo dal motivo per cui viene amministrato il battesimo, ovvero la liberazione dal peccato originale. Se i bambini contraggono il peccato originale, tanto più possono ricevere l’aiuto della Grazia che li libera da esso. Inoltre, i bambini, battezzati in età infantile, possono essere nutriti subito della fede e in questo modo, una volta adulti, vi persevereranno più fermamente (a.9). 

La quaestio 69 tratta, infine, degli effetti del Battesimo. Ogni sacramento produce nell’anima di chi lo riceve degli effetti specifici, definiti come grazia sacramentale, e allo stesso tempo dona la grazia santificante, che aiuta l’anima a perseverare nella virtù e a raggiungere il fine dell’esistenza, ovvero la visione beatifica di Dio in Paradiso. Il Battesimo dona all’anima per la prima volta la grazia santificante e, insieme, ad essa conferisce la grazia sacramentale, che libera dal peccato originale e da tutti i peccati attuali precedentemente commessi, e incorpora alla Chiesa, come membra del Corpo mistico di Cristo. Infine, come già anticipato, imprime nell’anima il carattere di figli di Dio. 

San Tommaso riflette innanzitutto sulla remissione dei peccati. Per mezzo del Battesimo, infatti, «l’uomo muore al vecchio peccato e inizia a vivere nella novità della grazia. Ora, ogni peccato appartiene alla vecchia vita. Perciò, ne segue di conseguenza che ogni peccato è eliminato per mezzo del battesimo» (a.1). Il bambino viene liberato dal solo peccato originale, poiché non ha ancora commesso peccati attuali. Chi ha raggiunto l’età della ragione, invece, viene liberato anche da tutti i peccati attuali commessi fino al momento del battesimo. Non solo: il sacramento rimette i peccati anche quanto alla pena e non solo quanto alla colpa. Scrive, infatti, il Dottore angelico: «Ad ogni battezzato si comunica la Passione di Cristo come rimedio, come se fosse stato lui a patire e a morire» (a.2). Ora, poiché «la Passione di Cristo […] è una soddisfazione sufficiente per tutti i peccati di tutti gli uomini», se ne deduce che «chi è battezzato, è liberato dal debito di ogni pena che gli è dovuta per i peccati» (ivi). 

L’altro effetto del Battesimo è il dono della Grazia santificante e delle virtù infuse. Infatti, con questo sacramento siamo incorporati a Cristo, come membra del suo Corpo mistico. Poiché da Cristo, «in quanto capo, deriva in tutte le sue membra la pienezza della grazia e della virtù», risulta evidente che «per mezzo del battesimo, uno consegue la grazia e le virtù» (a.4).

È importante, infine, soffermarsi su un ultimo effetto del sacramento: l’apertura delle porte del Cielo. San Tommaso scrive: «aprire la porta del regno celeste equivale a rimuovere l’ostacolo che impedisce a uno di entrare nel regno celeste» (a.7). Tale ostacolo, come è noto, è costituito dal peccato, originale e attuale. Siccome con il Battesimo viene cancellata ogni colpa e ogni pena di peccato, «ne consegue che un effetto del battesimo consiste nell’apertura del regno celeste» (ivi).

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