Di tutti i segni e i simboli esistenti ed esistiti nella storia l’unico fondamentale, espressione della sola Fede autentica, della verità rivelata da Dio e della Salvezza che Egli offre all’uomo, il marchio distintivo di ogni cristiano è, certamente, il Segno della Croce, di significato sublime e di valore e potenza spirituale ineffabili.
Di antichissima origine, esso risale all’epoca apostolica e in molti lo attribuiscono allo stesso Nostro Signore che, ascendendo al Cielo, avrebbe benedetto i discepoli tenendo le mani incrociate.
Lo scrittore ecclesiastico Tertulliano, già all’inizio del III secolo, affermava: “Ad ogni passo, quando si entra e quando si esce, nell’indossare i vestiti, a tavola, nell’andare a letto, nel sedersi e in ogni lavoro che facciamo, noi cristiani ci facciamo il Segno della Croce sulla fronte (frontem crucis signaculo terimus)”.
L’uso di questo simbolo fin dagli albori del cristianesimo è, dunque, testimoniato unanimemente da tutti i Padri e gli antichi autori della Chiesa e, rapidamente, ha preso il suo legittimo posto nella Sacra Liturgia Eucaristica, assumendo un ruolo determinante ed insostituibile nella celebrazione del Santo Sacrificio dell’altare, negli esorcismi, nelle benedizioni e consacrazioni come nell’amministrazione dei sacramenti.
Come ci insegna il Catechismo, i misteri sono verità superiori, ma non contrarie, alla ragione, come dice la parola stessa, sono cose nascoste, incomprensibili, e nessuna intelligenza, né umana né angelica, li potrà mai comprendere, ma noi siamo tenuti a credervi, perché è Dio che li ha rivelati ed Egli, come sapienza infinita, non ci può ingannare.
I misteri principali della Fede Cattolica, che professiamo nel Credo sono:
– Unità e Trinità di Dio;
– Incarnazione, Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
Queste sono le verità più importanti su cui si poggiano e da cui sono sostenute tutte le altre.
Esse, oltre che nel Credo in maniera verbale esplicita, sono mirabilmente espresse proprio dal Segno della Croce, in modo compendioso, mediante le parole e i gesti che lo compongono.
Il modo corretto di eseguirlo consiste nel portare la mano destra alla fronte e dire: “Nel nome del Padre”, poi al petto dicendo: “e del Figlio”, dunque alla spalla sinistra e subito dopo alla destra con le parole: “e dello Spirito Santo”, per concludere infine con “Amen” (Così sia), mentre si congiungono le mani davanti al petto.
Per farlo correttamente è necessario:
– Pronunciare le parole con attenzione, devozione e amore;
– tracciarlo in modo ampio e completo, mai accennato, impercettibile o frettoloso;
– associare esattamente l’espressione corretta ad ogni gesto;
Esiste anche un altro tipo di Segno di Croce più piccolo, ma non meno importante, che si usa fare quando si assiste alla Santa Messa e, precisamente, prima della lettura del Vangelo.
Esso consiste nel tracciare una crocetta prima sulla fronte, poi sulle labbra e infine sul petto, con il polpastrello del pollice destro e il palmo della mano aperto verso la faccia.
Con questo si vuole indicare che occorre credere al Vangelo con la mente, predicarlo con la parola ed amarlo con il cuore.
Nel Segno della Croce, mediante le parole “In nome”, esprimiamo la nostra fede nel mistero dell’Unità di Dio, cioè nell’unica natura, essenza e sostanza delle tre Persone divine.
Dicendo, invece, “del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” affermiamo di credere al Mistero della Santissima Trinità, poiché le singole Persone che nominiamo, pur essendo un solo identico Dio, nella medesima natura, rimangono comunque distinte.
La figura della Croce che tracciamo, inoltre, va a significare la fede nella Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo e il nostro desiderio di seguirlo e di conformarci pienamente a Lui, nell’accettazione delle difficoltà e delle pene che Egli permette nella nostra vita, per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle nostre anime e di quelle del nostro prossimo, beneficiando dei meriti infiniti del Santo Sacrificio del Calvario, eccitandoci anche al dolore per i nostri peccati che ne furono la causa.
E’ meravigliosamente utile e fruttuoso spiritualmente fare il Segno della Croce frequentemente e devotamente anche in pubblico, senza vergognarsi, se ve n’è l’occasione.
Esso, infatti, vivifica in noi la virtù soprannaturale della Fede, la nutre, la rafforza e la perfeziona come un fiore quando viene innaffiato, ci aiuta, inoltre, a non cedere al rispetto umano ed alle tentazioni di peccato.
Troppo spesso, infatti, in particolare nella società odierna, ci si imbarazza nell’esprimere apertamente il proprio credo cattolico davanti ad altri e ci si vergogna di fare il segno della Croce in pubblico, finanche passando davanti a una chiesa, per timore di possibili giudizi negativi, senza pensare che Dio ci chiama a professare pubblicamente la Verità che ci ha rivelato, dandone testimonianza senza paura di ripercussioni.
L’importante è obbedire ed essere graditi al Signore piuttosto che agli uomini e proprio Gesù nel Vangelo ci ammonisce così: “Se alcuno avrà avuto vergogna di Me e delle mie parole in mezzo a questa generazione adultera e peccatrice, il Figliuol dell’uomo, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi, avrà vergogna pure lui” (Mc 8,38).
Non dimentichiamolo mai e badiamo, dunque, a non meritare la vergogna del Cristo quando saremo al suo cospetto per il Giudizio Finale.
Il Segno della Croce è anche un mezzo ineffabile per vincere le tentazioni del mondo, poiché il demonio ne viene sconfitto.
Afferma, infatti, San Giovanni Maria Vianney (il Santo Curato d’Ars): “Il Segno della Croce è terribile al demonio, perché è per mezzo della Croce che noi gli sfuggiamo”.
E’, inoltre, un atto di fede estremamente meritorio, che ci fa ottenere grandi grazie da Dio, come quella del pentimento, se abbiamo commesso un peccato mortale, oppure, se siamo già vivi spiritualmente, accresce in noi la grazia santificante e ci procura preziose grazie attuali per evitare le occasioni di peccato e compiere opere di carità e misericordia, liberandoci dai pericoli spirituali e materiali.
Facendolo bene, per di più, è possibile acquistare un’indulgenza parziale di cento giorni.
E’, pertanto, di somma utilità e beneficio fare spesso e bene il Segno della Croce, ma specialmente prima e dopo ogni preghiera o atto di culto, prima, perché infiamma la nostra fede nel Cristo Redentore e lo rende propizio verso di noi, dopo, perché conferma la fede che abbiamo manifestato ed esprime un accorato ringraziamento all’Altissimo e il nostro affidamento a Lui.
E’ caldamente consigliabile, inoltre, fare il Segno di Croce anche prima e dopo i pasti e il riposo, invocando così la benedizione di Dio su noi e sulle nostre azioni, anche materiali, così da fare tutto, nella nostra vita, per la gloria del Signore.
E’ sommamente importante, infine, farlo quando ci troviamo in un pericolo per l’anima o per il corpo, per ricevere il soccorso divino in ogni necessità.
Alla luce di quanto esposto, pertanto, emerge l’importanza imprescindibile e la necessità quanto mai grave ed urgente di riscoprire e diffondere l’insegnamento del significato e del valore inestimabile del Segno della Croce, soprattutto nella società attuale che ha smarrito totalmente il senso basilare della fede cristiana, in una crisi sconvolgente che affligge duramente anche la Chiesa nel suo interno.
Moltissimi, che pure si dicono cattolici e assistono alla Messa la domenica, vivono poi tutti gli altri giorni come atei o pagani, rifiutando e persino criticando le verità della Fede, finanche quelle fondamentali compendiate nel Segno di Croce che, infatti, molte volte non è neanche più conosciuto o viene fatto in maniera stravagante, rapida o superficiale, ignorando cosa sia realmente.
Spesso, poi, si fa l’errore di credere di non avere tempo a sufficienza per pregare, senza accorgersi di quanto se ne perde in cose di poco conto, trascurando o rimandando quelle fondamentali e veramente benefiche per l’anima.
Come se non bastasse, nel mondo moderno il Segno della Croce viene sempre più deriso, osteggiato e perseguitato, accusando chi lo fa di fanatismo e di offendere le altre, false, religioni.
Un vero cristiano, tuttavia, deve sentirsi onorato di questo, perché la persecuzione è prova eloquente dell’appartenenza e della sequela di Nostro Signore e perché, facendolo senza vergognarsene, si osserva e si esegue mirabilmente il compito che Egli ha dato agli Apostoli e, dunque, a tutti i membri della Chiesa, quello di testimoniare pubblicamente la Verità Rivelata, offrendo ad ogni uomo la possibilità di conoscerla e di aderirvi per la salvezza della sua anima.
Dimostriamo, pertanto, di essere cattolici autentici e veri soldati di Cristo, manifestando fieramente al mondo il Segno della sua Croce e imprimendolo profondamente nel cuore e nell’anima, per appartenere eternamente a Dio.