Ora che abbiamo ricordato, chiarendolo, il senso più profondo e bello della conversione, possiamo individuare alcuni ambiti di impegno del nostro itinerario quaresimale. Ambiti di impegno che desideriamo vivere proprio nella logica di un inserimento ancora più integrale nella vita di Cristo. Parlo di tre “A” quaresimali, dal momento che gli ambiti di impegno che intendo richiamare hanno la lettera “A” come iniziale.
Quaresima come “Adorazione”
San Pier Giuliano Eymard avvertiva con preoccupazione: “Il nostro secolo è malato perché non si adora”. Il Santo aveva davanti ai suoi occhi la cultura e lo stile di vita del suo tempo, il ‘900; ma avvertiamo tutti come la malattia alla quale egli si riferiva interessa ogni tempo della storia, il nostro tempo come anche la nostra vita personale e comunitaria. E’ lecito, infatti, affermare, che una nostra grave malattia spirituale è la mancanza di adorazione.
Nel domandarci il perché, attingiamo all’insegnamento di Romano Guardini che, nel suo celebre testo Introduzione alla preghiera, così riflette: “L’adorazione è il vivente attuarsi del fatto che Dio è, semplicemente, grande e l’uomo invece, semplicemente piccolo. L’adorazione dice: Tu sei Dio, io sono l’uomo. Tu sei colui che davvero è, per forza Tua, essenzialmente ed eternamente; io sono attraverso Te e davanti a Te. Tu hai tutta la pienezza del valore, tutta l’altezza della mente, sei Signore di Te stesso e a Te stesso felicemente basti. Il senso del mio esistere, invece, viene a me attraverso Te: io vivo nella Tua luce e le misure della mia vita son in Te”.
Poi, lo stesso Guardini, sempre nel testo citato, aggiunge: “Così dobbiamo praticarla. Raccoglierci: nel raccoglimento farci presente la grandezza di Dio e davanti a essa inchinarci con venerazione e nella libertà del nostro cuore. Allora si fa la verità in noi, la verità della vita. I rapporti dell’esistenza si ordinano e le misure vengono rettificate. Questa verità ci farà bene. Essa rimetterà a posto quello che attraverso la confusione e l’inganno della vita è stato sconvolto. Noi diverremo spiritualmente sani e potremo cominciare una vita nuova”.
Non è difficile, per ciascuno di noi, ammettere che entriamo nel tempo della Quaresima proprio nella condizione spirituale che Romano Guardini ha così bene delineato, dicendo che la nostra vita è rimasta sconvolta dalla confusone e dall’inganno. E’ proprio vero: confusione e inganno ci hanno portato a dare peso e importanza a ciò che peso e importanza non ha, a credere essenziale ciò che è solo accessorio, a mettere al primo posto degli interessi ciò che non merita un tale primato, a trattare il Signore non più come cuore e centro della vita, l’Amore che tutto fonda, che tutto accompagna e che a tutto dona significato.
Ecco perché è tanto importante che nel periodo quaresimale intensifichiamo il tempo dell’adorazione, dell’adorazione eucaristica. E vi siamo fedeli, costi quello che costi. Sarà un modo semplice e quotidiano, ma quanto mai efficace, per recuperare il primato di Dio nella nostra vita e per rimettere ordine nella confusione delle nostre relazioni a ogni livello: con noi stessi, con altri, con le cose. Quando il Signore non è adorato, il caos ingarbugliato si insinua nella vita e nelle scelte. Ma quando il Signore è adorato nella verità, allora è il cosmo armonioso – per stare al linguaggio della Genesi – che prende forma nella nostra esistenza.
Una domanda, pertanto, deve accompagnare la nostra vita comunitaria e personale, in vista di decisioni generose e coraggiose. Qual è il tempo che dedichiamo ogni giorno all’adorazione? Con quale cura proteggiamo questo tempo dall’invadenza di altre occupazioni e preoccupazioni, che ne mettono a repentaglio l’integrità quotidiana? La Quaresima non potrebbe offrire l’occasione per ampliare il tempo della nostra sosta adorante davanti all’Eucaristia? E non potrebbe offrire anche l’opportunità per rimanere ai piedi del Signore, in solitudine e come comunità, in qualche ora della notte? Siamo pronti a sacrificare il nostro tempo e le nostre energie per tante attività a dir poco non essenziali; non saremo capaci, nella gioia, di sacrificarlo per il Signore e nell’espressione del nostro amore per Lui?
Riflettendo sulla propria personale esperienza dell’adorazione, santa Elisabetta della Trinità scriveva: “L’adorazione è una parola del cielo più che della terra. Mi pare che possa definirsi l’estasi dell’amore. E’ l’amore schiacciato dalla bellezza, dalla forza, dalla grandezza immensa dell’oggetto amato, che cade… in un silenzio pieno e profondo… E’ lasciare sé stessi e passare in un Altro”.
Preghiamo con fervore, chiedendo che il tempo della nostra conversione a Gesù possa caratterizzarsi per un tempo di più prolungata e intensa adorazione eucaristica.
Fonte: https://www.donguido.it/meditazione-per-la-quaresima/