Il 3 settembre scorso la Chiesa ha felicemente celebrato la memoria «del più grande tra tutti quelli che si sono seduti sul Trono di Pietro»1, il santo pontefice Pio X.
Come i nostri lettori sicuramente ben sapranno, è un santo molto caro a tutti noi di Ecclesia Dei: è infatti sotto la sua potente protezione che abbiamo posto la nostra opera di testimonianza del Vangelo e della Tradizione della Chiesa. Per questo, sul nostro sito la sua figura è stata – e sarà ancora – largamente trattata sia dal punto di vista biografico2 che dal punto di vista della sua missione apostolica.3
Tuttavia, le parole sul suo conto non saranno mai abbastanza, ed è per questo che in occasione del settantesimo anno dalla sua canonizzazione, trovo doveroso riproporre stralci di ciò che il pontefice Pio XII ebbe a dire in seguito a tale rito, avendo Sua Santità messo in luce meglio di chiunque altro gli incredibili meriti del suo predecessore soprattutto nella lotta al modernismo, «somma di tutte le eresie».
«1. Il programma del suo Pontificato fu da lui solennemente annunziato fin dalla prima Enciclica (E Supremi del 4 Ottobre 1903), in cui dichiarava essere suo unico proposito di instaurare omnia in Christo (Eph. 1,10), ossia di ricapitolare, ricondurre tutto ad unità in Cristo. Ma quale è la via che ci apre l’adito a Gesù Cristo? […] la Chiesa! […] Per questo intento egli concepì l’ardita intrapresa di rinnovare il corpo delle leggi ecclesiastiche, in guisa da dare all’intero organismo della Chiesa più regolare respiro, maggior sicurezza e snellezza di movimento, come era richiesto da un mondo esterno improntato a crescente dinamismo e complessità. […] Iddio benedisse largamente l’opera del beato Pontefice, cosicchè il Codice di diritto canonico resterà nei secoli il grande monumento del suo Pontificato, ed egli stesso potrà considerarsi come il Santo provvidenziale del tempo presente. […]
2. Invitto campione della Chiesa e Santo provvidenziale dei nostri tempi si rivelò altresì Pio X nella seconda impresa che contraddistinse l’opera sua […]: la vittoriosa lotta contro gli errori del modernismo. […] Unicamente sollecito che l’eredità di Dio fosse serbata intatta al gregge affidatogli, il grande Pontefice non conobbe debolezze dinanzi a qualsiasi alta dignità o autorità di persone, non tentennamenti di fronte ad adescanti ma false dottrine entro la Chiesa e fuori, né alcun timore di attirarsi offese personali e ingiusti disconoscimenti delle sue pure intenzioni. Egli ebbe la chiara coscienza di lottare per la più santa causa di Dio e delle anime, […] vale a dire la conservazione dell’intima unione della fede e del sapere.
Chi, come il modernismo, separa, opponendole, fede e scienza nella loro fonte e nel loro oggetto, opera in questi due campi vitali una scissione così deleteria, «che poco è più morte». Si è veduto praticamente: l’uomo, che al volger del secolo era già nell’intimo di sé diviso, e tuttavia ancora illuso di possedere la sua unità nella sottile apparenza di armonia e di felicità, basate in un progresso puramente terreno, è stato poi visto come spezzarsi sotto il peso di una ben differente realtà.
Pio X vide con vigile sguardo approssimarsi questa spirituale catastrofe del mondo moderno […]. Egli intuì come una tale fede apparente, la quale cioè non si fonda in Dio rivelatore, ma si radica in un terreno puramente umano, si diluirebbe per molti nell’ateismo; ravvisò parimenti il fatale destino di una scienza, che, contrariamente alla natura e in volontaria limitazione, s’interdiceva il cammino verso l’assoluto Vero e Buono, lasciando così all’uomo senza Dio, di fronte alla invincibile oscurità in cui giaceva per lui tutto l’essere, soltanto l’atteggiamento dell’angoscia o dell’arroganza.
Il Santo contrappose a tanto male l’unica possibile e reale salvezza: la verità cattolica, biblica, della fede […] verso Dio e la sua rivelazione. Coordinando in tal modo fede e scienza, quella come estensione soprannaturale e talora conferma dell’altra, e questa come via introduttiva alla prima, restituì all’uomo cristiano l’unità e la pace dello spirito, che sono imprescrittibili premesse di vita. […] La fermezza di lui verso l’errore può forse rimanere ancora quasi una pietra di scandalo; in realtà essa è l’estremo caritatevole servigio reso da un Santo, come Capo della Chiesa, a tutta l’umanità.
3. La santità […] sfavilla anche più direttamente negli atti quotidiani della sua persona. […] Servire come sacerdote il mistero dell’Eucaristia e adempiere il comando del Signore «Fate questo per mio ricordo» (Luc. 22,19), fu la sua via. Dal giorno della sua sacra ordinazione fino alla morte da Pontefice, egli non conobbe altro possibile sentiero per giungere all’eroico amore di Dio e al generoso contraccambio verso il Redentore del mondo […]. Uno dei documenti più espressivi della sua coscienza sacerdotale fu l’ardente cura di rinnovare la dignità del culto, e specialmente di vincere i pregiudizi di una prassi traviata, promuovendo con risolutezza la frequenza, anche quotidiana, dei fedeli alla mensa del Signore, e là conducendo senza esitare i fanciulli […].
Nella profonda visione che aveva della Chiesa come società, Pio X all’Eucaristia riconobbe il potere di alimentare sostanzialmente la sua intima vita e di elevarla altamente sopra tutte le altre umane associazioni. […] Nell’Eucaristia l’anima deve affondare le radici per trarne la soprannaturale linfa della vita interiore, la quale non è soltanto un bene fondamentale dei cuori consacrati al Signore, ma necessità di ogni cristiano, cui Dio ha assegnato una vocazione di salute. Senza la vita interiore qualsiasi attività, per quanto preziosa, si svilisce in azione quasi meccanica, né può avere l’efficacia propria di un’operazione vitale.
Eucaristia e vita interiore; ecco la suprema e più generale predicazione, che Pio X rivolge in quest’ora, dal fastigio della gloria, a tutte le anime. Quale apostolo della vita interiore egli si colloca nell’età della macchina, della tecnica, dell’organizzazione, come il Santo e la guida degli uomini di oggi.»4
Sì, o Santo Pio X, gloria del sacerdozio, splendore e decoro del popolo cristiano; Tu in cui l’umiltà parve affratellarsi con la grandezza, l’austerità con la mansuetudine, la semplice pietà con la profonda dottrina; Tu, pontefice dell’Eucaristia e del catechismo, della fede integra e della fermezza impavida; vogli il tuo sguardo verso la Chiesa santa, che Tu tanto amasti e alla quale dedicasti il meglio dei tesori, che con mano prodiga la divina Bontà aveva deposto nell’animo Tuo; ottienile l’incolumità e la costanza, in mezzo alle difficoltà e alle persecuzioni dei nostri tempi; sorreggi questa povera umanità, i cui dolori così profondamente Ti afflissero, che arrestarono alla fine i palpiti del tuo gran cuore; fa che in questo mondo agitato trionfi quella pace, che deve essere armonia fra le nazioni, accordo fraterno e sincera collaborazione fra le classi sociali, amore e carità fra gli uomini, affinchè in tal guisa quelle ansie, che consumarono la Tua vita apostolica, divengano, grazie alla Tua intercessione, una felice realtà, a gloria del Signor Nostro Gesù Cristo, che col Padre e lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Così sia!
Note
- Dall’epistolario di Padre Pio.
- https://www.ecclesiadei.it/san-pio-x/
- https://www.ecclesiadei.it/wp-content/uploads/2021/11/TemplumDomini_SpecialePioX.pdf
- Discorso di Sua Santità Pio PP. XII dopo il rito di canonizzazione di San Pio X. Sabato, 29 maggio 1954.