Il Nuovo Testamento fornisce un concetto di Chiesa intesa come popolo di Dio.
Contrariamente a quanto esposto nell’Antico Testamento, il termine “popolo” a cui si fa riferimento non ha un significato esclusivo. Se prima, con il giudaismo, è l’esclusività di Israele a determinare il popolo di Dio, con un significato molto forte, collegato all’etnia e all’origine biologica della persona, ecco che con la Chiesa Cattolica il termine popolo assume un significato totalmente differente.
La Chiesa è un popolo costituito ad opera dello Spirito da popoli che hanno una forma biologica, certamente. Ma l’esclusività che designava i giudei non c’è più. In Cristo non c’è più né giudeo, né greco, né gentile. L’antico Israele era una forma abbozzata, un’ombra anticipata, una prefigurazione di ciò che sarebbe venuto dopo. Era l’Israele secondo la carne, nel senso però che in questa sua vita naturale era formato da Dio stesso, e l’appartenenza alla carne era un fattore determinante.
Tutte le lettere di San Paolo Attestano la tesi che la Chiesa si considera come il nuovo popolo di Dio.
La presentazione reale della Chiesa come il nuovo popolo di Dio risiede ad esempio nella lettera ai Galati, nella prima ai Corinti e nella lettera ai Romani.
Chi è divenuto cristiano costituisce la vera discendenza di Abramo, il vero Israele, gli autentici eredi delle promesse divine.
Ad Abramo, Dio ha imputato la fede a giustizia ed ha promesso la sua benedizione. Per cui, S. Paolo deduce che coloro i quali vivono la fede in Gesù Cristo, come vuole Gesù Cristo, sono i veri benedetti dal Padre, e sono i veri figli di Abrramo. Non solo quelli che discendono dal seme di Abramo. Infatti, questo è un israele secondo la carne e basta. Mentre il cristiano diviene una sola cosa in Cristo non secondo la carne o l’appartenenza etnica, ma secondo lo Spirito.
Alla circoncisione della carne è stata innestata la nuova circoncisione nello Spirito.
S. Paolo, pur affermando il carattere spirituale del popolo di Dio, nel Nuovo Testamento, non lo considera mai come qualcosa di puramente spirituale. Certo, non vi è più il legame di sangue dell’antico, ma c’è una materialità dietro questo legame che unisce indissolubilmente i cattolici a Cristo. Anche il Battista attacca aspramente quest’idea del legame di sangue, tipico della teologia giudaica: “Non vi lusingate col dire dentro di voi: Abbiamo per padre Abramo! Poiché vi dico che Dio può da queste pietre far sorgere figli ad Abramo”.
I figli che Dio può suscitare dalle pietre sono chiamati figli di Abramo, ma nelle sue parole è espresso l’idea che Dio può porre un inizio del tutto nuovo che non origini dalla serie delle generazioni di sangue o del seme di Abramo! Il nuovo si collega all’antico, ma lo supera. Gesù infatti dice chiaramente che al popolo d’Israele verrà tolto ciò che Dio gli ha promesso, per essere dato ad altri.
Ecco che si costituisce il nuovo popolo di Dio: la Chiesa, che è popolo, ma è anche corpo mistico. La Chiesa che è depositaria della verità e ha stipulato la Nuova Alleanza, essendo l’antica revocata definitivamente. La Chiesa che è fatta di cristiani, dal gregge di Cristo, dal suo popolo, che cammina verso il Paradiso, patria a cui è destinato.