Ce n’e voluto, ma finalmente in Francia – sulla scia delle massicce reazioni di piazza dei fedeli – anche i prelati stanno cominciando a reagire contro le imposizioni del Governo Macron che limitano la libertà religiosa.
Rispondendo all’annuncio del Presidente che, nelle festività natalizie, le Messe non potranno superare trenta persone, mons. Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi ha dichiarato ai microfoni di Radio Notre Dame:
“È una misura totalmente stupida che va contro il buon senso. Trenta persone in una chiesetta di paese, si capisce, ma a Saint Sulpice è ridicolo! A queste Messe, in alcune parrocchie di Parigi, vengono anche duemila persone. Fermarsi a trenta è ridicolo!”
“Che certi membri del Governo ignorino la religione, sono affari loro, ma ignorare la medicina in piena pandemia, è molto grave. Abbiamo proposto di occupare un terzo della capienza abituale, lasciando uno spazio di 4,2 mq2 attorno ad ogni fedele. Ciò corrisponde perfettamente alle norme igieniche. Queste sono le norme che valgono per i negozi. È sorprendente che questi signori vietino alla Chiesa ciò che permettono ai commercianti”.
“Finiamola con tutto questo! Siamo trattati come bambini, non siamo presi sul serio. Noi vescovi abbiamo dimostrato la nostra responsabilità. A parte due o tre casi isolati e subito superati, tutti i vescovi hanno ubbidito alle norme sanitarie emanate dal Governo, stilando di conseguenza un protocollo per il culto pubblico. La quasi totalità dei vescovi ha rispettato scrupolosamente le norme sanitarie. Francamente, adesso è troppo, basta! Stiamo pensando come reagire”.
“Stiamo valutando se ubbidire o no. Tanto già oggi, ogni volta che entriamo nelle nostre chiese, rischiamo di essere assassinati dal terrorismo islamico. Questi ci massacrano. Massacrano persone pacifiche che vengono a pregare. Forse il signor Darmanin [ministro dell’Interno] invierà poliziotti con i manganelli durante la Messa. Sarebbe uno spettacolo incredibile. Vedremo”.
Interessante il commento di Le Figaro: “Le furie episcopali sono rare, però quando piombano, piombano come un macigno”. Il noto quotidiano parigino ha ben presente quanto pesino le parole di un successore degli Apostoli, investito dal Dio Incarnato col compito di pascere il Suo gregge. Semmai sono i prelati che a volte se ne dimenticano. Speriamo che l’attuale persecuzione laicista sollevi nei pastori almeno la reazione dell’orgoglio ferito: non possono più essere trattati come bambini da questi governi. Tanto più che nelle loro mani tengono le armi spirituali necessarie per reagire.