La Chiesa è costituita da un delicato equilibrio tra due componenti, i chierici e i laici. È grazie a questa divisione che la Chiesa sussiste e, ove questo equilibrio viene danneggiato, l’ecclesiologia ne patisce danno.
Per chierici si intendono i pastori, coloro che sono resi partecipi del Santo Sacerdozio in forza della loro ordinazione. Il loro compito è quello esercitare i tre munera: munus docendi, munus sanctificandi, munus gubernandi.
I laici sono, invece, i fedeli che costituiscono il popolo di Dio (non a caso, l’espressione deriva dal greco λαός).
Essendo dato ai chierici l’incarico di governare, si deduce l’importanza di una gerarchia ordinata. Chierici e laici, nella concezione tradizionale, devono essere separati, essendo diversi: ciò è visibile nelle celebrazioni liturgiche, in cui i chierici risiedono nel presbiterio, che è separato dall’aula dei fedeli. Questo è un principio risalente all’età apostolica: tanto in Occidente quanto in Oriente, vigeva questa separazione tramite balaustre, tramezzi, iconostasi, a seconda della Tradizione liturgica presente in un determinato luogo.
L’eliminazione di una delle due componenti è fatale. Una Chiesa senza popolo manca di fedeli da santificare, una Chiesa senza chierici è una “comunità di base” (come andava tanto di moda fare negli anni Settanta) che non può ricevere i Sacramenti.
Vi sono poi due rischi, associati allo scambiarsi i ruoli.
Il primo è quello della laicizzazione dei chierici: preti che vestono da laici, frequentano compagnie mondane sconvenienti e che percepiscono la Liturgia e i Sacramenti come un peso di cui liberarsi appena possibile.
Il secondo, forse più insidioso, è quello della clericalizzazione dei laici: uomini (e donne) che trattano l’altare come una cosa propria, fino ad arrivare a quanto accade in Svizzera, in cui sono dei laici impegnati ministri, figli del Concilio, a fare tutto, a gestire le chiese, a distribuire l’Eucarestia.
Il problema è risolvibile solamente ristabilendo i ruoli: non con preti che credono di avere ragione a prescindere ma in ascolto del popolo di Dio e con laici che sappiano bene cosa loro compete e cosa no.
Preghiamo perché ognuno possa svolgere il proprio ruolo nella Chiesa secondo la propria vocazione.
Ecclesia Dei