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La pia pratica della Via Crucis

Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia.

La pratica della Via Crucis è stata elaborata attraverso i secoli per aiutare i fedeli a meditare sull’ultimo giorno della vita terrena come uomo, di nostro Signore Gesù Cristo, durante il suo doloroso e aspro percorso verso la crocifissione e la morte, al fine di salvare l’umanità.  

La forma tradizionale di questa pia pratica è quella largamente utilizzata e, sebbene il loro numero e le loro scene siano variati attraverso i secoli, le quattordici stazioni elencate di seguito prescritte dalla Chiesa sono le seguenti:

  1. La condanna di Cristo a morte
  2. L’imposizione della Croce sulle spalle del Signore
  3. La prima caduta del Signore sotto il peso della Croce
  4. L’incontro del Signore con la Madre addolorata
  5. Simone di Cirene è costretto a portare la Croce del Signore
  6. Il volto del Signore viene asciugato dalla Veronica con un sudario
  7. La seconda caduta del Signore
  8. L’incontro del Signore con le pie donne di Gerusalemme
  9. La terza caduta del Signore
  10. Il Signore viene spogliato delle sue vesti e deriso
  11. La Crocifissione del Signore tra i due ladroni
  12. La morte del Signore in Croce
  13. Il corpo del Signore viene deposto dalla Croce
  14. Il Signore viene deposto nel sepolcro

La Via Crucis, commemora con affetto il memoriale dell’ultima tappa del cammino terreno di Gesù, il Figlio di Dio. Da quando, con i suoi discepoli, si recò al monte degli Ulivi dopo aver cantato i salmi (cfr. Mc 14, 26), fino al suo sacrificio sulla croce e alla sepoltura nel giardino; Gesù fu guidato dallo Spirito, che lo spinse a percorrere la via dolorosa del Calvario. 

La descrizione dell’evangelista, seppure misurata, ci introduce nella sofferenza indescrivibile che Gesù sopportò per amore del Padre e dell’umanità. Ogni passo che Gesù compì fu una testimonianza del piano di salvezza: dal perdono universale (cfr. Lc 23, 34), al Cuore trafitto – fonte inesauribile di grazia – (cfr. Gv 19, 34), alla sua immolazione come vero Agnello pasquale, a cui non fu spezzato nemmeno un osso (cfr. Gv 19, 36), al dono della Madre (cfr. Gv 19, 26-27) e dello Spirito (cfr. Mt 27, 50). Ogni sofferenza di Gesù è stata un seme di gioia futura per l’umanità, e ogni oltraggio è stata una premessa di gloria. Incontrando gli amici, i nemici e gli indifferenti lungo il cammino della sofferenza, Gesù ha offerto l’ultima lezione, l’ultimo sguardo, la suprema offerta di riconciliazione e di pace. 

La Via Crucis, dunque, è un cammino amato dalla Chiesa fin dai suoi albori, una devozione che invita i fedeli a rivivere spiritualmente i passi del loro Redentore sulla strada della sua ultima offerta di sé per l’umanità. Un cammino che la Chiesa affronta con la consapevolezza che in esso si celano i misteri della sua salvezza, che in ogni passo di Gesù si cela un dono di grazia e di misericordia per ogni persona. 

La Chiesa, nella sua venerazione per i luoghi santi della Passione, non solo celebra la memoria sacramentale di quella vicenda salvifica nell’Eucaristia, ma ha anche sempre valorizzato la memoria storica e fisica di quei luoghi, dando loro un posto speciale nel culto cristiano. Fin dai primi secoli, infatti, i cristiani di Gerusalemme hanno espresso il loro amore per quei luoghi attraverso espressioni di culto e processioni. 

Così, la Via Crucis non è solo un percorso di devozione personale, ma anche un’espressione comunitaria della fede della Chiesa, che, attraverso la preghiera e la meditazione sulla Passione del Signore, rinnova il suo impegno di seguirlo sempre più da vicino e di condividere la sua croce per la salvezza del mondo. 

Nel XVII secolo la Via Crucis acquisì una forma più standardizzata, quando il frate cappuccino Leonardo da Porto Maurizio fissò il numero di 14 stazioni, basandosi sulla descrizione della Passione di Cristo contenuta nei Vangeli e nelle tradizioni medievali. Questa forma di Via Crucis divenne presto popolare in tutta la Chiesa cattolica, e fu formalmente adottata nel 1742 dal papa Benedetto XIV, che la rese obbligatoria in tutte le chiese cattoliche del mondo. 

Questa pratica si diffuse rapidamente in tutta Europa, dove molte città cominciarono ad allestire le loro versioni della Via Crucis, ricreando i momenti della Passione di Gesù con l’uso di statue, croci e rappresentazioni sceniche. Queste Via Crucis locali sono diventate una parte importante della tradizione religiosa in molte comunità, e spesso sono accompagnate da processioni, canti e preghiere.

Immagini, sotto forma di icone, dipinti o incisioni, alcune molto preziose come opere d’arte, che rappresentano le “Stazioni” si trovano disposte a intervalli nelle chiese, nei monasteri o all’aperto. La devozione è particolarmente diffusa durante la Quaresima e nei venerdì di tutto l’anno, e in ricordo speciale della crocifissione di Cristo il Venerdì Santo; viene praticata nelle parrocchie passando da una stazione all’altra, in senso antiorario, accompagnata da alcune preghiere, dalla meditazione e talvolta dal canto. 

Oggi la Via Crucis è ancora una delle devozioni più amate della Chiesa cattolica. Ogni anno, il Venerdì Santo, il papa guida la Via Crucis al Colosseo di Roma, mentre in molte chiese e santuari di tutto il mondo vengono allestite rappresentazioni della Passione di Cristo. Ma la Via Crucis non è solo una devozione del passato. Essa rimane un potente invito a seguire Gesù lungo il cammino della sofferenza, della rinuncia e dell’amore che porta alla vita eterna. 

La Via Crucis ci invita a meditare sulla sofferenza e sulla morte di Cristo, riconoscendo il grande amore che ha per noi e il sacrificio che ha compiuto per la nostra salvezza. Ci invita anche a riflettere sul significato della sofferenza nella nostra vita e sulla necessità di accettare la volontà di Dio, anche quando questa ci porta attraverso difficoltà e dolori. Infine, la Via Crucis ci spinge ad agire in conformità con la volontà di Dio, seguendo l’esempio di Cristo e ponendo l’amore e il servizio al centro della nostra vita, per poter così diventare veri discepoli di Gesù e testimoni del suo amore nel mondo.

Attraverso la Via Crucis, noi, discepoli del Cristo Redentore del genere umano, siamo chiamati ad attestare il nostro fedele seguito: compiangere come San Pietro per i peccati perpetrati; accogliere con cuori aperti la fede nel Messia sofferente, così come fece il buon ladrone; perseverare ai piedi della Croce del Signore, in compagnia della Madre e del Discepolo che Egli ama, e, insieme ad essi, accogliere la Parola che redime, il Preziosissimo Sangue che lava e purifica e lo Spirito che infonde la vita.

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