Roma torna ancora una volta a far sperare… in una Chiesa sempre meno cattolica. È ormai noto che Papa Francesco abbia nominato Mariana Mazzucato all’Accademia per la Vita, una donna atea e attivista per l’aborto. Se ne è parlato tanto in questi giorni e noi abbiamo poco da aggiungere se non chiedervi di pregare la Vergine Maria, ma vogliamo proporvi un’intervista, pubblicata su Il Giornale, di Monsignor Paglia, presidente dell’Accademia, nella speranza di essere “rassicurati” in qualche modo.
Monsignor Paglia lei sabato è stato ricevuto dal Papa: sta creando molte polemiche, soprattutto oltreoceano, la nomina di Mariana Mazzucato come membro della Pontificia Accademia per la Vita. L’economista viene descritta come atea e convinta abortista. Come mai questa nomina?
«Le pontificie Accademie, soprattutto da qualche anno, si sono aperte al coinvolgimento di studiosi ed esperti in vari campi delle scienze e della cultura».
Qualcuno critica i criteri utilizzati dal Vaticano nella scelta di questo nuovo membro
«Il lavoro di un’accademia pontificia comprende anche aborto ed eutanasia. Ma questi due temi, pur di enorme rilievo, non esauriscono il nostro lavoro. La professoressa è un nome di alto livello, riconosciuto da tutti, nel campo delle scienze economiche. Fa parte degli esperti dell’«Economia di Francesco». È su questo campo, come accede tra accademici, che potrà essere criticata o apprezzata, divenendo fonte di dibattito e di approfondimento».
Si parla di «abortista in Vaticano». In effetti, sarebbe paradossale, non trova?
«Ovvio che sarebbe paradossale e infatti la proposta della sua candidatura e il vaglio a cui è stata sottoposta nelle varie sedi si sono basati sugli scritti e l’attività accademica ufficialmente pubblica e verificabile. Credo che, nelle materie dove è specialista e competente, la professoressa Mazzucato potrà offrire un contributo rilevante nei temi della dottrina sociale della Chiesa».
Quindi anche avendo la Mazzucato posizioni pubblicamente abortiste, questo viene considerato soltanto come un aspetto della sua vita privata che non riguarderà il lavoro presso la Pontificia Accademia per la Vita?
«La professoressa sarà consultata e potrà dare il suo contributo sui temi economici, di cui è competente. Da persona intelligente conosce bene ovviamente la posizione della Chiesa e della nostra istituzione sul tema dell’aborto».
Tra i membri dell’Accademia figurano personaggi del mondo della cultura che non sono cattolici e alcuni anche non credenti. Qual è il senso di questa apertura?
«Una posizione di apertura e di ricerca di studiosi e di intellettuali implica anche contatti col mondo dei non credenti, di chi confessa altre fedi o appartiene a chiese diverse dalla cattolica».
Ora cari lettori c’è da chiedersi una cosa, ancora una volta: siamo sicuri che stiamo andando nella giusta direzione? Speriamo che si tratti solo ed esclusivamente di un consulto su temi economici e non di altro (anche se abbiamo qualche dubbio). D’altra parte se così non fosse dovremmo preoccuparci anche delle altre personalità non cattoliche che fanno parte dell’Accademia: due rabbini, un Accademico shintoista, diversi musulmani, un teologo anglicano. Ogni altro commento lo lasciamo a voi, per il resto continuate a pregare. È evidente che fino ad ora non lo abbiamo fatto abbastanza.