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La preparazione della Chiesa – i principi

Introduciamo le fasi veterotestamentarie che costituiscono il preludio della Chiesa, e quale sia la motivazione teologica dietro questa indagine.

Nella prospettiva di analizzare la preparazione della Chiesa, dal punto di vista storico, e quindi cronologico, possiamo attribuire queste bellissime parole di von le Fort: “in me piegano il ginocchio i popoli, che esistono da gran tempo, e dalla mia anima molti pagani splendono verso l’eterno. Io ero segretamente nei templi delle

loro divinità, ero oscuramente nei detti dei loro saggi. Ero sulle torri dei loro astronomi e nelle donne solitarie su cui scendeva lo Spirito. Ero il desiderio di tutti i tempi, la luce di tutti i tempi; sono la pienezza di tutti i tempi. Sono la loro grande raccolta, sono la loro eterna unità. Sono la strada di tutte le strade: su di me i secoli muovono verso Dio”.

Dobbiamo sempre rammentare che studiare teologicamente un ente, significa guardare l’ente non solo in sé, ma riferire sempre l’ente al rapporto con Dio. Pertanto, anche nella nostra indagine sulla preparazione della Chiesa, dovremo sempre leggere ed interpretare ogni singolo aspetto della verità rivelata nel rapporto con Dio, uno nella sostanza, trino nelle persone.

Innanzitutto, nel periodo patristico, sia pre-niceno che post-niceno, e nella teologia medievale, il nesso tra l’epoca di preparazione e la Chiesa di Gesù Cristo fu così fortemente sottolineato, che si parlava addirittura di Chiesa prima di Cristo. Ovviamente, questa espressione deve essere intesa nei seguenti fondamenti: gli uomini viventi prima di Cristo, in grazia di Cristo, divennero in un certo senso partecipi della Salvezza, anche solo per aver aderito alla verità del redentore venturo. Secondo la testimonianza di Giustino, filosofo e martire cristiano, tutto il genere umano è stato partecipe del Logos, inteso come Verbo, ossia Sapienza di Dio, seconda persona della Santissima Trinità. I giusti prima di Cristo, pertanto, sono vissuti con il Logos, che operava tra gli uomini, ma che pervenne alla piena rivelazione ed attività in Cristo.

I Padri furono indotti a simili dichiarazioni dal problema perché mai Cristo, e con esso la salvezza, sia venuto così tardi nella storia umana. All’arduo problema risposero spiegando che anche prima della vita storica di Cristo, esistettero possibilità di salvezza, giacché gli uomini dell’èra precristiana potevano rivolgersi al Logos, vale a dire al Cristo venturo. Giustino, nel testo citato, non usa l’espressione «Chiesa da principio» del genere umano, ma questo concetto sta alla base delle sue dichiarazioni. Il concetto invece lo troviamo in modo esplicito in Origene e dopo di lui in tutto il periodo patristico e nella teologia del medioevo. I Padri hanno affermato sovente che i patriarchi ed i giusti dell’Antico Testamento conobbero e credettero in Cristo (ad es. Ireneo e Tertulliano), che hanno appartenuto al suo popolo, ma non hanno potuto partecipare alla pienezza della salute.

Anche S. Agostino si occupa del tema della salvezza nel tempo anteriore a Cristo. Secondo il santo, tutti i giustificati dell’Antico Testamento, e i pagani che vissero con rettitudine appartengono all’unico corpo della Chiesa, sebbene essi siano stati in numero ridotto.

Pertanto, possiamo certamente affermare che la fase di preparazione della Chiesa si svolse in tre fasi principali. 

Una prima fase è il fatto concluso da Dio con Noè; la seconda fase è la vocazione di Abramo; la terza fase è quella dell’incarico conferito a Mosè. Affronteremo questi temi nel prossimo articolo, dedicato allo studio teologico della Chiesa Cattolica.


Bibliografia essenziale:

  • Gertrud von le Fort, Hymnen an die Kirche, 1924, 19.
  • Giustino, Apologia, I, 46; II, 8.13.
  • Mons. M. Schmaus, Dogmatica Cattolica, III/1: La Chiesa, Ed. Marietti. 1959.

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