Il termine Novissimi è una traslitterazione del latino “novissima”, ovvero “cose ultime”. Essi comprendono: la Morte, l’ultima cosa che accade ad una persona in questa vita e con essa termina il tempo di prova; il Giudizio (particolare, non universale), in cui l’anima viene portata al cospetto di Dio Padre e dovrà rendere conto a Lui delle proprie azioni compiute sulla terra. Infine ci sono l’Inferno ed il Paradiso.
Trattando il tema della morte è cosa buona, come detto poc’anzi, soffermarsi circa come poter arrivare – fedelmente parlando – “sani e salvi” al cospetto dell’Altissimo. Le Scritture Sacre a tal proposito vengono sempre in soccorso fornendo le modalità da attuare per giungere, al termine dei giorni, ad una morte santa, cioè spirando nelle mani di Cristo e non di Satana: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quanto torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli. [...] Anche voi tenetevi pronti, perchè il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate.» (Lc 12, 35-40). Ciò che l’evangelista San Luca vuole comunicare in questo brano del Vangelo è quanto la Santa Chiesa si impegna a fare da duemila anni: far sì che il Signore si trovi nella condizione di poter salvare, alla fine del tempo di ciascuno, quanti più figli possibile! Molti, tra cui diversi sacerdoti – ahimè – credono che tutte le anime andranno in Paradiso. Ma se le cose andassero realmente così, sarebbe forse un Dio buono e giusto? No, non lo sarebbe. Per la Sua Bontà e Giustizia, Dio non permette che chi Lo ha scelto fino al punto di morte e seguendoLo come servo fedele, vada con i dannati. Ugualmente nella situazione opposta a questa, il Padre non impone il Paradiso a quelle anime le quali non Lo hanno mai accolto, ma Lo hanno rifiutato fino all’ultimo respiro. Quante testimonianze si possono ricavare dai mistici, santi e beati: una vera letteratura che sono la prova – laddove vi è il riconoscimento e l’approvazione della Chiesa – che queste realtà trascendentali, metafisiche e atemporali esistono, e tutta la vita terrena è escatologica in quanto ci proietta nella vita eterna.