L’Abito Corale

L’abito corale è una veste ecclesiastica utilizzata dal clero in alcune circostanze particolari. Diversamente dall’abito piano, quello corale viene utilizzato nelle celebrazioni dai presuli che assistono senza presiedere il rito e senza concelebrare.

L’Abito Corale

L’abito corale è una veste ecclesiastica utilizzata dal clero in alcune circostanze particolari. Diversamente dall’abito piano, quello corale viene utilizzato nelle celebrazioni dai presuli che assistono senza presiedere il rito e senza concelebrare.

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L’abito corale è una veste ecclesiastica utilizzata dal clero in alcune circostanze particolari. Diversamente dall’abito piano, quello corale viene utilizzato nelle celebrazioni dai presuli che assistono senza presiedere il rito e senza concelebrare.

Il nome deriva dal fatto che questo abito venisse utilizzato esclusivamente quando i chierici assistevano alle celebrazioni dal coro. Esso veniva inoltre utilizzato per la celebrazione della Liturgia delle Ore e per l’amministrazione dei sacramenti al di fuori della messa (anche se ormai è caduto in disuso, fatta eccezione per alcuni cardinali e vescovi, specialmente per quelli facenti parte della Curia Romana).

A seguito della riforma attuata dal Concilio Vaticano II, molti elementi dell’abito corale sono stati eliminati o, comunque, sono caduti in disuso. Ad esempio viene abolita la marezzatura della veste talare per i cardinali, l’utilizzo della mantelletta per i vescovi e i cardinali (rispettivamente nei colori paonazzo e rosso), le scarpe con la fibbia e le fasce con i fiocchi terminali. L’utilizzo della Cappa Magna (Ut sive sollicite n.12) viene limitato esclusivamente alle feste “solennissime”. Dalla stessa Ut sive sollicite, viene abolito il privilegio concesso ai prelati appartenenti ad un ordine religioso di poter utilizzare l’abito corale con il colore proprio dell’ordine.

L’Abito Corale

L’abito corale è quindi composto da sei elementi:

  • Talare (il cui colore cambia in base alla dignità del presule);
  • Fascia (dello stesso colore della talare);
  • Rocchetto o cotta;
  • Mozzetta (del colore della talare, fatta eccezione per quella del Papa che è di colore rosso);
  • Zucchetto (dello stesso colore della talare);
  • Berretta o tricorno;
  • Croce pettorale (per i vescovi, gli arcivescovi, i cardinali e il Papa);
  • Calze (dello stesso colore della talare).

L’abito corale del Pontefice non è soggetto ad alcuna norma, ma segue delle consuetudini createsi nel corso dei secoli. L’abito corale viene indossato sia in ambito liturgico (e in quel caso viene indossata anche la stola) che in ambito istituzionale (molto spesso senza l’utilizzo della stola).

Nelle udienze, la stola è utilizzata quando è presente un gruppo di cattolici (i giovani dell’Associazione Cattolica, ad esempio). Quando il Papa si incontra, invece, con membri della società civile, si guarda spesso alla religione dello Stato, se è cattolico o meno. Non è molto chiaro se si debba guardare alla fede privata del Capo di Stato o alla fede dello Stato stesso che un tempo erano una cosa sola (anche perché il Pontefice impartiva la benedizione alla Nazione e non soltanto al Capo dello Stato). Ad esempio, quando il Pio XII incontrava il Re d’Italia, indossava la stola perché cattolico il sovrano, cattolico lo Stato. Quando, però, Benedetto XVI incontrò il Presidente Napolitano, indossò comunque la stola, nonostante Napolitano non fosse cattolico, e si guardò, quindi, alla religione dello stato che, de facto, è quella cattolica.

Sono stati fatti alcuni, errori, però: Paolo VI, ad esempio, indossò la stola quando incontrò l’Imperatore d’Etiopia Hailé Selassié, che era cristiano, ma ortodosso, e impartì la benedizione (nei filmati si vede, infatti, l’imbarazzo dell’Imperatore che rimane fermo).

La talare è di colore bianco e può essere di lana o di seta marezzata. La fascia, così come la talare, è in seta marezzata e può terminare con le frange dorate o con due fiocchi dorati. Sopra la talare viene indossato il rocchetto, che si differenzia dalla cotta per forma e ricamo più ricco ed elegante e per le maniche lunghe fino al polso e strette. Sopra il rocchetto è indossata la mozzetta che può essere di quattro tipologie differenti:

  • In velluto rosso con bordo di ermellino, utilizzata dal 1° Novembre a Pasqua;
  • In seta rossa, da Pentecoste al 31 ottobre;
  • In damasco bianco con bordo di ermellino: tradizionalmente utilizzata solo per l’ottava di Pasqua, con Benedetto XVI venne utilizzata durante l’intero Tempo Pasquale;
  • In damasco bianco senza bordo di ermellino, utilizzata durante il Tempo di Pasqua, fatta eccezione per l’ottava.

L’abito corale per i vescovi, gli arcivescovi e i cardinali, rispettivamente nei colori paonazzo e scarlatto, è composto dalla talare in lata, dalla fascia (in seta per i vescovi e in seta marezzata per i cardinali e per i nunzi apostolici), dal rocchetto (foderato di scarlatto o di paonazzo, dalla mozzetta, dalla croce pettorale (sorretta dal cordone, paonazzo o scarlatto, intrecciato d’oro), dallo zucchetto in seta e dalla berretta, in seta, con fiocco per i vescovi e senza per i cardinali.

L’Abito Corale

I prelati superiori della Curia Romana e i protonotari apostolici numerari portano la talare, la fascia e il rocchetto come i vescovi, con l’eccezione che indossano la mantelletta e non la mozzetta, lo zucchetto e in seta nera con cuciture amaranto e il tricorno è nero con fiocco paonazzo.

I protonotari apostolici soprannumerari, i prelati d’onore di Sua Santità e i monsignori elevati dal vescovo, sopra la talare e la fascia paonazza indossano la cotta, lo zucchetto nero con le cuciture amaranto e la berretta e nera con fiocco nero.

I cappellani di Sua Santità, invece, indossano la talare nera con cuciture, asole e bottoni paonazzi, la fascia di colore paonazzo, la cotta, lo zucchetto nero con le cuciture paonazze e la berretta nera con fiocco nero.

I sacerdoti indossano solamente la talare nera in lana, la fascia nera, la cotta e la berretta nera con fiocco (nel rito ambrosiano la berretta con fiocco è indossata esclusivamente dai parroci, mentre gli altri la indossano senza fiocco).

Diversi, invece, sono gli abiti corali dei sacerdoti dei diversi capitoli diocesani perché le norme per l’abito corale sono dettate dai diversi capitoli: quindi c’è chi indossa talare paonazza, chi quella nera, chi nera però con le cuciture paonazze, chi indossa la mantelletta, chi la mozzetta e così via.

Ad esempio, i canonici del Duomo di Napoli indossano la talare paonazza, la fascia paonazza, il rocchetto, il cordone rosso e oro con la croce pettorale e la berretta nera con fiocco e cuciture amaranto. Invece, i canonici del Capitolo Metropolitano Ambrosiano indossano la veste paonazza, la fascia paonazza, il rocchetto, la mantelletta paonazza, la croce pettorale con cordone giallo e la berretta con il fiocco amaranto.

Samuele Oreste

Samuele Oreste

Redattore della sezione Liturgia. È attualmente studente del Liceo Linguistico presso il Liceo G.B. Vico di Napoli
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