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L’Amore Cristiano: portare a tutti Cristo Risorto e proclamare il suo comando d’Amore

“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

(Gv, 13, 34-35)

Spesso cerchiamo di comprendere veramente e nel profondo il comandamento dell’Amore, ma da soli non potremo mai comprenderlo veramente, ritengo che nell’ultimo secolo sia vissuta una grandissima Santa, Madre Teresa di Calcutta, che ha vissuto tutta una vita all’insegna di questo comandamento.
La sua vita, testimoniata anche dal Cardinal Comastri, era una vita donata agli altri, un’esistenza spesa per il proprio sposo infatti, prima di essere
dedicata agli altri era donata interamente a Dio… viveva in Lui, per Lui e con Lui in qualsiasi cosa facesse. Il Cardinale ci racconta che Madre Teresa
gli confida il grande “segreto” dell’Amore: “Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega”. La sua santità di vita può essere, a mio parere, riassunta con questa frase: «Pregando, Dio mi mette il suo amore nel cuore, e così posso amare i poveri».

Soprattutto negli ultimi anni, notiamo che molti Preti o Vescovi ci invitano alla Carità, all’aiuto dei fratelli, all’Amore fraterno, senza però mai sottolineare come tutto questo non può essere fatto se non c’è prima un solido rapporto con Dio. Possiamo donare quanto vogliamo, ma non dobbiamo donare noi stessi, ma donare Dio. La Carità infatti ha una gerarchia, che va rispettata: in primis Dio, poi se stessi, poi i propri famigliari, amici… conoscenti… poi i Cristiani e il resto degli uomini. Senza un rapporto profondo con Dio (C. Comastri riferendosi a Madre Teresa: mi
disse: ‘Quante ore preghi al giorno?’ Rimasi spiazzato e risposi: ‘Dico la messa, il breviario e il Rosario tutti i giorni’, nel ’68 era quasi un eroismo e mi sembrava già di fare tanto. Ma lei mi disse: ‘E’ troppo poco, nell’amore non ci si può limitare al dovere, bisogna fare di più. Fai un po’ di Adorazione ogni giorno altrimenti non reggi’.), questa relazione ovviamente oltre a essere per Dio è anche per noi stessi, ci plasma, ci modifica, ci trasforma, ci trasfigura in Lui, ci rende simile e ci dona l’amore di Dio che dobbiamo donare agli altri, che dobbiamo “urlare dai tetti!”
L’amore Cristiano è la Carita, ma senza Verità non c’è vera Carità, diceva lo stemma di un grande vescovo del ‘900: “Et Nos Credidimus Caritati” (e noi abbiamo creduto alla Carità) e aggiungo io: “Veritatem facientes in caritate” (l’annuncio della verità si realizza nella carità.)

Ultimamente, tutti, sia Cristiani che no (poiché una certa “filosofia” Cristiana è oramai di moda), riferendosi alla S. Bibbia e in particolare al Vangelo, si mettono sulla bocca la parola Amore, un amore così… senza specificare!!! Beh è la moda… siamo infatti, nel tempo del relativismo, dove
specificare è diventato un optional, anzi un problema il più delle volte!
Dove la chiarezza oramai è perduta, viene meno, non viene nemmeno
richiesta! L’Amore Cristiano oggi è diventato un: libera tutti, un “vogliamoci bene!” è diventato buonismo, ma non lo è, Gesù ci dice: “Amatevi, gli uni gli altri, come Io ho amato voi” non così, come gira la moda nel mondo, ma “come Io ho amato voi”.… Come Io ho amato voi… è Lui come ci ha amati? Ci ha amati fino alla morte, fino a dare la vita per la nostra salvezza, per ognuno di noi, perché ci ama di amore infinito. Dio ci è fedele, SEMPRE anche e soprattutto quando noi non lo siamo… l’amore oggi è un qualcosa, ma l’amore Cristiano è fedeltà, è sacrificio, è perdono, rispetto dei sentimenti altrui, rispetto delle leggi naturali poste da Dio, non solo
rispetto, ma anche difesa. Spesso però tutto questo viene meno divenendo una caricatura dell’amore, un falso amore… La Carità è giustizia, giustizia che vuol far crescere l’altro, che per amore lo vuole portare fino al Cielo, il Signore stesso, ha portato questo suo Insegnamento, che non a tutti è piaciuto, e molti si sono opposti a questo, per vari motivi. Dice il Vangelo: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.” Gesù ha detto la Verità… l’hanno messo in Croce, i Martiri hanno annunciato questa Verità: sono stati uccisi in nome dell’Amore e noi, per amore siamo disposti a morire?

“Dai al mondo il meglio di te e forse sarai preso a pedate” Aveva proprio ragione Madre Teresa, se dai il meglio di te, ovvero la Verità sarai, se hai fortuna, soltanto preso a pedate, se ne hai poca, come dice il Vangelo: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così, infatti, hanno perseguitato i profeti prima di voi.” (Mt, 11-12)

Ma io, penso e sostengo, che questa relativizzazione dell’Amore ha solo creato nel mondo tanta, tanta solitudine. Questa società frenetica è anche sola, si, non possiamo negarlo, mentiremmo a noi stessi. Anche tra noi Cristiani è così… sentiamo i nostri fratelli che stanno male e gli diciamo: pregheremo per te!!! Ma lui, delle nostre preghiere, sinceramente, che cosa se ne fa? Nulla, l’amore è si pregare, ma è dedicare del tempo all’altro, stare con lui, parlare con lui, ridere, scherzare… se non c’è presenza reale ma solo preghiera si perde tutto!

Interroghiamoci, domandiamoci quanto stiamo con noi stessi e quanto poco con gli altri, senza dimenticarci Dio e soprattutto, che se veramente vogliamo essere chiamati Cristiani dobbiamo essere capaci di pagare il prezzo della nostra carità.

“Ogni cristiano, vero imitatore e seguace del biondo Nazareno, può e deve chiamarsi un secondo Cristo, del quale in modo assai eminente ne riporta tutta l’impronta. Oh! se tutti i cristiani vivessero a secondo della loro vocazione, la terra stessa di esilio si muterebbe in un paradiso.
Crescete sempre e non vi stancate di avanzarvi nella regina di tutte le virtù, la carità cristiana. Considerate che non è mai troppo il crescere in questa bellissima virtù.”

(Padre Pio, Epistolario II, p 383)

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