L’Annunciazione alla Beata Vergine Maria: il ritratto di una umile quotidianità.

Non sappiamo in quale luogo preciso questo episodio sia realmente avvenuto. L'Annunciazione nel Vangelo di Luca (Lc 1,26-38) colloca l’evento sic et simpliciter nella città di Nazareth, in Galilea. Tuttavia, nel corso dei secoli, la tradizione cristiana ha sviluppato diverse interpretazioni e rappresentazioni del luogo dell’Annunciazione e gli atteggiamenti e le reazioni umane di Maria.

Fissata al 25 marzo, nove mesi esatti prima della Nascita, la festa dell’Annunciazione si è diffusa in Occidente grazie a diversi Ordini religiosi, i quali hanno contribuito anche con la commissione di numerose opere iconografiche.  Non sappiamo in quale luogo preciso questo episodio sia realmente avvenuto. L’Annunciazione nel Vangelo di Luca (Lc 1,26-38) colloca l’evento sic et simpliciter nella città di Nazareth, in Galilea. Tuttavia, nel corso dei secoli, la tradizione cristiana ha sviluppato diverse interpretazioni e rappresentazioni del luogo dell’Annunciazione, influenzate da testi apocrifi, simbologie bibliche e variazioni artistiche.

La tradizione orientale, ispirata al Vangelo armeno dell’infanzia, descrive due apparizioni dell’angelo a Maria. La prima avviene presso un pozzo, mentre la giovane attinge l’acqua, ma senza che l’angelo le rivolga parola; la seconda si svolge nella sua dimora, mentre è intenta a tessere un velo di porpora destinato al Tempio. Questa tradizione ha influenzato in modo indelebile non solo l’iconografia bizantina, ma anche quella medievale.

La scena iniziale è rappresentata nel Dittico eburneo di Milano (VI secolo) e nei mosaici di Daphni e di Santa Sofia a Kiev (XI secolo). Maria è presso il pozzo, simbolo di vita e fecondità, come già altre donne dell’Antico Testamento prima di lei, e la brocca con cui prende l’acqua è simbolo della Vergine che in quel momento si prepara ad essere a sua volta recipiente di Cristo. Associata sempre all’acqua è la scena dell’Annunciazione nei mosaici di Santa Maria Maggiore a Roma (V secolo) e nella cattedra di Massimiano a Ravenna (VI secolo), dove il pozzo è sostituito da una fonte zampillante, analoga a quella che Mosè fece scaturire dalla roccia.

In Occidente, ha preso piede tra gli artisti la consuetudine di ambientare la scena in un contesto domestico associato spesso ad elementi simbolici. Spesso Maria è raffigurata nell’atto di leggere un libro, solitamente le Sacre Scritture o il Libro di Isaia, con il passo profetico: «Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio»(Is 7,14). La Madonna è così eletta Virgo Sapientissima, custode della Parola divina e ufficiale compimento delle profezie messianiche. In alcune raffigurazioni emerge, tra i vari elementi,la presenza di un gatto che rafforza l’ambientazione familiare e quotidiana sottolineando la semplicità e l’intimità del momento. Il gatto nell’Annunciazione può essere letto in modi diversi: da un lato, come un’allusione alla fragilità umana e alla tentazione, dall’altro, come un segno di quotidianità e protezione. Inoltre, simboleggia secondo alcune culture la prefigurazione della passione di Cristo, poiché associato alla solitudine e al dolore, ma anche alla capacità di discernere e allontanare il male.

Il linguaggio del corpo di Maria colpisce spesso l’osservatore della scena. In alcuni dipinti è raffigurata intenta a tessere o ricamare un velo. Il lavoro manuale è segno di operosità e virtù domestiche, qualità che la rendono modello di umiltà e servizio. Secondo alcuni interpreti il velo sarà destinato al tempio destinato a separare il Santo dei Santi, il luogo più sacro in cui risiedeva la presenza di Dio. Questo gesto assume una duplice valenza: Maria, tessendo il velo del Tempio, anticipa il suo stesso destino e quello di suo Figlio. Il velo che si squarcia alla morte di Cristo è il segno visibile del compimento della Redenzione, un percorso iniziato con il suo concepimento e portato a termine sulla Croce. Si leggetra le sfumature un punto di congiunzione tra Il sì di Maria e il sì di Cristo: entrambi accettano il volere di Dio, Maria nell’Annunciazione «Fiat mihi secundum verbum tuum», Cristo nel Getsemani «Non mea voluntas, sed tua fiat».

Altre scelte iconografiche pongono al fianco della Madonna un cesto che contiene un corredo. Maria si prepara inconsapevolmente all’alleanza tra Dio e l’umanità. Il candore degli elementi del corredo rappresenta in maniera emblematica l’Immacolata Concezione e la sua predisposizione alla maternità divina: Il compito di Maria non è infatti solo quello di generare il Cristo, ma anche di preparare il mondo alla sua venuta. Il cesto con lenzuola bianche diventa anche un’anticipazione della Passione di Cristo, poiché il tessuto richiama il sudario.

Elemento comune a tutte le scene dell’Annunciazione è il giardino. Richiama il giardino chiuso e sigillato presente nel Cantico dei Cantici e, se fiorito, rappresenta il grembo di Maria, che darà alla luce il Salvatore.

In ultima analisi si può osservare che la scena dell’Annunciazioneè spesso divisa in due spazi distinti che separano l’angelo e la Vergine per sottolineare il dialogo tra il divino e l’umano. Nell’interpretare le reazioni di Maria all’annuncio dell’angelo, gli artisti hanno posto in evidenza i tre diversi momenti con una diversa gestualità.

Il primo è la conturbatio («A queste parole ella fu molto turbata»), il turbamento o addirittura lo spavento provocato dall’arrivo dell’angelo, che alza il braccio con un gesto perentorio, ma si inginocchia, come Maria, davanti al mistero dell’Incarnazione.

Il secondo è l’interrogatio («Allora Maria disse all’angelo: Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?»), la Madonna è quindi ritratta in atteggiamento dubbioso e rassicurata dall’angelo Gabriele.

Il terzo è la humilatio («Allora Maria disse: Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola»): la Vergine ha le braccia incrociate sul petto, mentre l’angelo, con stupende ali iridescenti che riprendono l’iconografia angelica dell’Antico Testamento, con un atteggiamento di preghiera e devozione si inchina di fronte a lei poiché si sugella il patto dell’alleanza espressa nel fiat di Maria.

Alessio Marenaci

Redattore presso la redazione di Ecclesia Dei, ha studiato presso il liceo classico "Giuseppe Palmieri" in Lecce. Attualmente si sta Laureando in Scienze Giuridiche presso l'Università di Lecce.
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