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Bruno Cornacchiola era un protestante, appartenente alla Chiesa avventista del 7° giorno nonché accanito comunista, grandissimo avversario della dottrina cattolica sulla Madonna e fermamente deciso ad uccidere il Pontefice.
Il contesto storico-culturale delle apparizioni delle Tre Fontane, luogo alla periferia di Roma, in cui i romani usavano recarsi per oneste “scampagnate” ma anche per tutt’altro che onesti “intrattenimenti relazionali”, è quanto mai significativo. Siamo anzitutto a Roma, sede di Pietro e, come vedremo, la Madonna avrebbe esortato il veggente Bruno Cornacchiola (nato nel 1913) a portare personalmente il suo messaggio a Papa Pio XII. Roma è anche il cuore della cristianità, luogo dove si formano i futuri ministri di Dio, a cui, purtroppo, sarebbe stata purtroppo dedicata una sezione drammatica dei messaggi della Vergine. Siamo infine al crepuscolo dell’era del trionfo del modernismo, alla vigilia di quelle brutte rivoluzioni socio-culturali che avrebbero portato la scristianizzazione della società e la secolarizzazione di larga parte della Chiesa, in clima di piena contestazione teologica, se si pensa che l’Humani generis (la lettera enciclica in cui Pio XII prese le distanze dalla cosiddetta “nuova teologia”, “nouvelle theologie”) è datata 22 Agosto 1950.
Bruno Cornacchiola era un protestante, appartenente alla Chiesa avventista del 7° giorno nonché accanito comunista, grandissimo avversario della dottrina cattolica sulla Madonna e fermamente deciso ad uccidere il Pontefice. Aveva comperato un coltello su cui fece incidere queste parole: “a morte il Papa!”. Correva l’anno 1938. Bruno Cornacchiola aveva sposato due anni prima Iolanda Lo Gatto, ma non voleva assolutamente farlo in forma sacramentale. Solo per accontentare la futura moglie, accettò di celebrare il matrimonio in sacrestia.
Tornato a Roma dopo la guerra, trovò lavoro come impiegato ATAC e si diede ad una fervente attività missionaria con i protestanti. Nell’Aprile del 1947 lo incaricarono di tenere una pubblica conferenza su un tema a sua scelta purché fosse o contro l’Eucaristia, o contro i preti, oppure contro la Chiesa, il Papa o la Madonna. Decise di recarsi ad Ostia, per preparare bene la sua predica “in un luogo tranquillo”, Sabato 12 Aprile 1947 (era il Sabato in Albis). Perse il treno che doveva portarlo nel luogo designato, per cui, con i suoi tre figli Isola, Carlo e Gianfranco (la moglie, indisposta, era rimasta a casa), si recò fuori Roma per fare una scampagnata.
Arrivati alle tre Fontane, Bruno Cornacchiola tira fuori la sua Bibbia protestante su cui aveva scritto: “Questa sarà la morte della Chiesa Cattolica, con il Papa in testa”. Estrae un block notes e comincia a prepararsi una predica contro la Madonna annotando le seguenti bestemmie: “la Madonna non è Vergine, non è Immacolata, non è Assunta in cielo”. Mentre lui scriveva, i bambini, che stavano giocando a palla, la smarriscono e vanno a chiamare il papà perché li aiuti a ritrovarli. Ad un certo punto Gianfranco non risponde più e non si trova più nel luogo dove il padre lo aveva lasciato. Bruno lo cerca fra i cespugli e le rocce, finché vede il piccolo inginocchiato sul limitare di una grotta. Il bambino tiene anche le manine come in atteggiamento di preghiera e guarda verso l’interno, tutto sorridente e bisbiglia: «Bella Signora!… Bella Signora!…Bella Signora!…». Giunge Isola con un mazzolino di fiori in mano e Bruno le domanda: «Ma gli hai insegnato tu questo gioco della “Bella Signora”?». «No, papà». Isola fa per andarsene, quando improvvisamente si ferma, i fiori le cadono dalle mani e anche lei si mette in ginocchio con le mani giunte, accanto al fratellino e anche lei mormora rapita: «Bella Signora!… Bella Signora!…». L’altro suo bambino, Carlo, fa per andarsene anche lui, quando si ferma di scatto, si gira verso la grotta, unisce le due mani e si inginocchia vicino ad Isola e ripete le stesse parole degli altri due… Il papà allora non ne può più e grida: «Questo è troppo. Basta, alzatevi!». Bruno prende il bambino per le spalle e cerca di smuoverlo, di rimetterlo in piedi, ma non ci riesce. «Era come di piombo, come se pesasse quintali». Lo stesso accade con gli altri due figli. Allora esclama: «Ma che cosa succede qui?… Ci sono delle streghe nella grotta oppure qualche diavolo?…». E il suo livore contro la Chiesa cattolica lo porta subito a pensare che sia qualche prete: “Non sarà qualche prete che è entrato dentro la grotta e con l’ipnotismo, mi ipnotizza i bambini?”. E grida: «Chiunque tu sia, anche un prete, vieni fuori!». Silenzio assoluto. «Chi c’è qua?», grida. «Che cosa è successo qui?…». E pieno di paura alza gli occhi e le mani al cielo, gridando: «Dio salvaci tu!». Appena proferito questo grido d’aiuto, Bruno vede uscire da dentro la grotta due mani candidissime, trasparenti, che si avvicinano lentamente verso di lui, gli sfiorano gli occhi, facendo cadere da essi come delle squame, come un velo che lo accecava. All’improvviso i suoi occhi sono invasi da una luce tale che per qualche istante tutto scompare dinanzi a lui. Nasce dentro qualcosa di completamente nuovo. La grotta si illumina: su un blocco di tufo, scalza, appare la figura di una donna avvolta da un alone di luce dorata, dai tratti di una bellezza celestiale, intraducibile in termini umani. I suoi capelli sono neri, uniti sul capo e appena sporgenti, tanto quanto lo consente il manto di color verde-prato che dal capo le scende lungo i fianchi fino ai piedi. Sotto il manto, una veste candidissima, luminosa, cinta da una fascia rosa che scende a due lembi, alla sua destra. La statura sembra essere media, il colore del viso leggermente bruno, l’età apparente sui venticinque anni. Nella mano destra regge appoggiato al petto un libro non tanto voluminoso, di colore cinerino, mentre la mano sinistra è appoggiata sul libro stesso. Dal volto della Bella Signora traspare un’espressione di benignità materna, soffusa di serena mestizia.
Subito dopo cominciò un lungo colloquio, protrattosi per circa un’ora e venti, su vari argomenti: alcuni riguardavano direttamente e personalmente il veggente, altri la Chiesa intera, con un particolare riferimento ai sacerdoti. Ci fu poi un messaggio da consegnare personalmente al Papa. Ecco un ampio estratto delle parole della Madonna: «Io sono colei che sono nella Trinità divina… Sono la Vergine della Rivelazione… Tu mi perseguiti, ora basta! Entra nell’ovile santo, corte celeste in terra. Il giuramento di Dio è e rimane immutabile: i nove venerdì del Sacro Cuore che tu facesti, amorevolmente spinto dalla tua fedele sposa, prima di iniziare la via dell’errore, ti hanno salvato!». A un certo punto la Madonna mosse un braccio, il sinistro, e puntò l’indice verso il basso, indicando qualcosa ai suoi piedi. Bruno seguì con l’occhio il gesto e vide per terra un drappo nero, una veste talare da prete e accanto una croce spezzata. «Ecco», spiega la Vergine, «questo è il segno che la Chiesa soffrirà, sarà perseguitata, spezzata; questo e il segno che i miei figli si spoglieranno… Tu, sii forte nella fede!…». La Madonna esortò Bruno a pregare molto e a far pregare, soprattutto recitando il rosario intero quotidiano. E specificò in particolare tre intenzioni: “la conversione dei peccatori, degli increduli e l’unità dei cristiani”. La Vergine rivelò il valore delle Ave Maria ripetute nel rosario: «Le Ave Maria che voi dite con fede e con amore sono tante frecce d’oro che raggiungono il Cuore di Gesù». Fece a Bruno una bellissima promessa: «Io convertirò i più ostinati con prodigi che opererò con questa terra di peccato». La Vergine, inoltre, con semplicità e chiarezza, affermò: «Il mio corpo non poteva marcire e non marcì. Mio Figlio e gli angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso». Pio XII avrebbe definito tale dogma tre anni più tardi nel 1950, tant’è vero che più di qualcuno ha sospettato che il contenuto del messaggio da rivelare al Papa (cosa che il Cornacchiola non ha mai rivelato) sarebbe stato proprio questo. Seguirono una serie di indicazioni a conferma della soprannaturalità dell’evento, ossia dei segni culminanti nell’incontro con un sacerdote che avrebbe preso a cuore il veggente e quanto da lui custodito. Al termine dell’incontro, la Madonna fece un inchino e disse a Bruno: «Sono colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Ecco, prima di andare via io ti dico queste parole: la Rivelazione è la Parola di Dio, questa Rivelazione parla di me. Ecco perché ho dato questo titolo: Vergine della Rivelazione».