Le benedizioni Urbi et Orbi

La benedizione Urbi et Orbi, che letteralmente significa «Alla città [di Roma] e al mondo», è la forma più solenne di benedizione apostolica ed è riservata al Romano Pontefice che la impartisce, per l’appunto, alla città di Roma e al mondo intero.

Le benedizioni Urbi et Orbi

La benedizione Urbi et Orbi, che letteralmente significa «Alla città [di Roma] e al mondo», è la forma più solenne di benedizione apostolica ed è riservata al Romano Pontefice che la impartisce, per l’appunto, alla città di Roma e al mondo intero.

scritto da

La benedizione Urbi et Orbi, che letteralmente significa «Alla città [di Roma] e al mondo», è la forma più solenne di benedizione apostolica ed è riservata al Romano Pontefice che la impartisce, per l’appunto, alla città di Roma e al mondo intero.

È una forma di benedizione pubblica che il Papa impartisce per la prima volta al momento della sua elezione e poi ogni anno nel giorno di Natale e nel giorno di Pasqua.

Alla benedizione Urbi et Orbi (così come è previsto per la benedizione apostolica che il vescovo diocesano può impartire tre volte l’anno) è annessa l’indulgenza plenaria, cioè la completa remissione di ogni pena dovuta per i peccati, alle solite condizioni. Questo tipo di benedizione non possiede un proprio rituale e tutto quello che qui viene descritto come tale non è mai stato codificato, ma è entrato, nel corso dei secoli,  a far parte dell’uso comune per questa particolare occasione.

Prima della presa di Roma da parte dello Stato Italiano, questa benedizione veniva impartita più volte l’anno e dalle logge delle diverse Basiliche Papali:

  • Basilica di San Pietro: al Giovedì Santo, a Pasqua, nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo, il giorno dell’elezione e il giorno dell’incoronazione;
  • Basilica di San Giovanni in Laterano: il giorno dell’Ascensione e il giorno della presa di possesso della Cattedra Lateranense;
  • Basilica di Santa Maria Maggiore: nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.

Questa benedizione trova probabilmente le sue origini nella pratica dell’assoluzione del Giovedì Santo: si era soliti, e lo si trova anche nel Pontificale Romanum, assolvere i pubblici penitenti che al Mercoledì delle Ceneri erano stati allontanati per fare ammenda dei propri peccati e che ritornavano purificati nel giorno della Coena Domini.

In occasione dell’Anno Santo, i Pontefici erano soliti, però, dare questa speciale benedizioni anche in altre particolari occasioni a beneficio dei pellegrini: ad esempio, nel corso del Giubileo del 1650, Papa Innocenzo XI la impartì dal Palazzo del Quirinale nel giorno dell’Epifania, di Pentecoste e di Tutti i Santi e così anche altri Pontefici dopo di lui.

Con l’annessione di Roma al Regno d’Italia, i Pontefici, prigionieri in Vaticano, dispensarono, fino al 1922, la benedizione Urbi et Orbi solo a Natale, a Pasqua e il giorno dell’elezione affacciandosi, però, dalla loggia interna della Basilica di San Pietro e non più da quella esterna. Fu Pio XI, eletto il 6 febbraio 1922, che decise di tornare ad affacciarsi dalla loggia esterna per benedire i fedeli dando un chiaro segnale di voler mettere un punto definitivo alla questione romana.

Dall’inizio del Concordato tra Stato Italiano e Vaticano, ad accogliere il Papa in questa occasione ci sono la banda della Gendarmeria Vaticana, che esegue l’inno italiano, e la banda dei Carabinieri che esegue l’inno pontificio.

Fino al Pontificato di Papa Pio XI, i pontefici arrivavano alla loggia in sedia gestatoria, col baldacchino, vestiti degli abiti pontificali e del Triregno, preceduti dal crocifero ed accompagnato da due Cardinali Diaconi e dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie. 

Da Paolo VI, con la fine del Concilio Vaticano II, il rituale è stato molto snellito: il Pontefice è accompagnato dal Cardinale Protodiacono e da un altro Cardinale Diacono, oltre che dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, indossando gli abiti liturgici o l’abito corale.

Il Pontefice, giunto, alla Loggia delle Benedizioni e ricevuti gli onori militari, pronuncia il messaggio augurale (nel caso di Pasqua o Natale) e rivolge gli auguri nelle varie lingue del mondo (dalle 6 lingue del 1960 si è arrivati agli auguri in 64 lingue con Benedetto XVI nel Natale 2012).

La benedizione è preceduta dall’annuncio dell’indulgenza fatto dal Cardinale Protodiacono:

«Il Santo Padre N., a tutti i fedeli presenti e a quelli che ricevono la sua benedizione a mezzo della radio, della televisione e delle nuove tecnologie di comunicazione, concede l’indulgenza plenaria nella forma stabilita dalla Chiesa. Preghiamo Dio Onnipotente perché conservi a lungo il papa a guida della Chiesa e conceda pace e unità alla Chiesa in tutto il mondo».

Il Pontefice pronuncia poi la formula di benedizione che contiene una formula riferita alla remissione dei peccati che non ha valore di assoluzione, ma di impetratorio:

℣. Sancti Apóstoli Petrus et Paulus, de quórum potestáte et auctoritáte confídimus, ipsi intercédant pro nobis ad Dóminum. (trad. I Santi apostoli Pietro e Paolo, nel cui potere e autorità confidiamo, intercedano per noi presso Dio.)

℟. Amen.

℣. Précibus et méritis beátæ Maríæ semper Vírginis, beáti Michaélis Archángeli, beáti Ioánnis Baptístæ, et sanctórum Apostolórum Petri et Pauli et ómnium Sanctórum, misereátur vestri omnípotens Deus et dimíssis ómnibus peccátis vestris, perdúcat vos Iesus Christus ad vitam ætérnam
(Per le preghiere e i meriti della beata sempre Vergine Maria, del beato Michele arcangelo, del beato Giovanni Battista, dei santi apostoli Pietro e Paolo, e di tutti i santi, Dio onnipotente abbia misericordia di voi, e, perdonati tutti i vostri peccati, Gesù Cristo vi conduca alla vita eterna.)

℟. Amen.

℣. Indulgéntiam, absolutiónem, et remissiónem ómnium peccatórum vestrórum, spátium veræ et fructuósæ pæniténtiæ, cor semper pǽnitens, et emendatiónem vitæ, grátiam, et consolatiónem Sancti Spíritus, et finálem perseverántiam in bonis opéribus, tríbuat vobis omnípotens, et miséricors Dóminus
(Il Signore onnipotente e misericordioso vi conceda l’indulgenza, l’assoluzione e la remissione di tutti i vostri peccati, un periodo di pentimento genuino e fruttuoso, un cuore sempre penitente e una conversione della vita, la grazia e il consiglio dello Spirito Santo, e la perseveranza continua nelle opere buone.)

℟. Amen.

℣. Et benedíctio Dei omnipoténtis, Patris †, et Filii †, et Spíritus † Sancti descéndat super vos et máneat semper
(E la benedizione di Dio onnipotente, Padre † e Figlio † e Spirito † Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre.)

℟. Amen.

Samuele Oreste

Samuele Oreste

Redattore della sezione Liturgia. È attualmente studente del Liceo Linguistico presso il Liceo G.B. Vico di Napoli
Vedi tutti i suoi articoli

Leggi anche...

Dal testamento spirituale di San Ludovico, dal prefazio proprio del nuovo messale francescano e da un’antica poesia è stata tratta [...]

di Don Riccardo Pecchia San Barnaba apostolo (originariamente chiamato Giuseppe di Cipro), era giudeo di famiglia levitica emigrata a Cipro. Secondo gli Atti degli Apostoli si convertì al cristianesimo poco [...]

Ribadiamo questa verità circa Maria Santissima, esente da ogni macchia di peccato anche mortale e veniale. [...]
Una celebrazione di un elemento architettonico, che però ha un valore semiotico, liturgico, teologico. La balaustra non è solo un [...]
error: Questo contenuto è protetto!