Le Guardie Svizzere: soldati di Cristo

Le vediamo montare la guardia agli ingressi del Vaticano ed accompagnare il Santo Padre durante le cerimonie pubbliche, ma non tutti conosciamo la storia delle Guardie Svizzere.

Ebbene dobbiamo risalire al Rinascimento, più precisamente al 1506, quando il 22 gennaio, sull’imbrunire, un gruppo di centocinquanta svizzeri, al comando del capitano Kaspar von Silenen, attraversarono Porta del Popolo su invito di Papa Giulio II.
Le Guardie Svizzere furono da subito impiegate come scorta personale del Papa. Successivamente parteciparono a numerose battaglie tra cui la più importante di tutte, quella avvenuta il 6 maggio 1527 durante il sacco di Roma da parte delle milizie del conestabile di Borbone. Grazie al sacrificio di molte guardie il Papa Clemente VII riusci a salvarsi, con lui le quarantadue Guardie Svizzere che lo accompagnavano nella fuga. La storia ci insegna che il 5 giugno successivo Clemente VII dovette arrendersi e accettare pesanti condizioni come l’abbandono delle fortezze di Ostia, Civitavecchia e Civita Castellana e delle città di Modena, Parma e Piacenza oltre che al pagamento di quattrocentomila ducati.

Con la conquista di Roma da parte delle truppe del Regno d’Italia le Guardie Svizzere rimasero a difesa del Papa, mentre nel 1914 il Papa Pio X decise di fissare a 106 il numero dei militi che ne compongono il corpo. Successivamente, durante la seconda guerra mondiale, Pio XII portò il numero effettivo a 300 in maniera tale da poter dare rifugio ai molti sfollati e per dare una maggiore stabilità alla Città dei Vaticano.

Con il passare degli anni e il susseguirsi dei Pontefici il numero del corpo delle Guardie Svizzere si alternò fino a quando, dopo l’attentato a Giovanni Paolo II, venne data una maggiore enfasi al ruolo delle Guardie Svizzere non solo come elementi cerimoniali, ma come vere e proprie guardie del pontefice in quanto sempre presenti al suo fianco durante le uscite e nei ritrovi con la folla.

Ad oggi il corpo delle Guardie Svizzere è composto da 135 uomini così suddivisi:

  • Ufficiali, nominati direttamente dal Papa tra i sergenti della Guardia e le ex-guardie che hanno continuato la loro carriera nelle strutture della pubblica sicurezza in Svizzera.
  • Sottufficiali
  • Truppa

Per essere ammessi a far parte della Guardia Svizzera bisogna possedere alcuni requisiti:

  • sesso maschile;
  • cittadinanza svizzera;
  • essere di fede cattolica;
  • aver svolto il servizio militare nell’Esercito svizzero e aver ottenuto un certificato di buona condotta;
  • avere un’età compresa tra 18 e 30 anni;
  • avere un’altezza non inferiore a 174 centimetri;
  • essere celibe (da qualche anno il matrimonio è ammesso per tutte le guardie dopo 5 anni di servizio e aver compiuto 25 anni di età, prima erano solo i caporali, e i gradi superiori a poter contrarre matrimonio);
  • avere un certificato di capacità professionale o una maturità medio-superiore.

Il 6 maggio di ogni anno, nel giorno dell’anniversario del sacco di Roma del 1527, le nuove reclute fanno solennemente il loro giuramento nel Cortile di San Damaso. Il cappellano della Guardia legge per intero il testo del giuramento:
«Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice (nome del Pontefice) e i suoi legittimi successori, come pure di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, ove occorra, anche la vita per la loro difesa. Assumo del pari questi impegni riguardo al Sacro Collegio dei Cardinali per la durata della Sede vacante. Prometto inoltre al Comandante e agli altri miei superiori rispetto, fedeltà e ubbidienza. Giuro di osservare tutto quello che l’onore della mia posizione esige da me.»

«Siete chiamati ad essere forti e valorosi, sostenuti dalla fede in Cristo e dalla sua parola di salvezza. La vostra presenza nella Chiesa, il vostro importante servizio in Vaticano è un’occasione per crescere come coraggiosi “soldati di Cristo”. I pellegrini e i turisti che hanno la possibilità di incontrarvi rimangono edificati scoprendo in voi, insieme con le caratteristiche compostezza, precisione e serietà professionale, anche generosa testimonianza cristiana e santità di vita. Sia questa la vostra prima preoccupazione».

Papa Francesco alle Guardie Svizzere

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