Nella Expositio in Symbolum Apostolorum San Tommaso commenta le note della Chiesa, ovvero le quattro caratteristiche con cui la Chiesa è descritta nel Credo Niceno-Costantinopolitano: «Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica». Nel Simbolo degli Apostoli la formula è più semplice («Credo […] la santa Chiesa cattolica»), ma il Dottore Angelico preferisce commentare la formula più estesa.
La prima nota è l’unità: la Chiesa è «una» perché una è la fede, una la speranza e una la carità che unisce tutte le sue membra. L’unità della fede si fonda sul fatto che «tutti i cristiani credono e professano le stesse verità». L’unità della speranza è data dal fatto che «tutti sono ancorati ad un’unica speranza, quella di poter raggiungere la vita eterna». Infine, l’unità della carità si fonda sul fatto che «tutti sono uniti nell’amore di Dio e nel mutuo amore che li lega l’uno all’altro». Dall’unità della Chiesa San Tommaso ricava la necessità di rimanere in comunione con essa, affermando che «nessuno deve tenere in poco conto e tollerare di essere fuori o di venire espulso da questa Chiesa, perché non c’è che una sola Chiesa in cui tutti gli uomini possano salvarsi, come nessuno poté salvarsi fuori dall’arca di Noè».
La Chiesa, poi, è per definizione «santa» e tale santità risiede nella sua stessa essenza. Nonostante sia costituita da membra che necessitano di santificazione, nessuno può affermare che la Chiesa non è santa. San Tommaso commenta che i fedeli, le membra del Corpo mistico, sono santi per tre motivi, e nello spiegare tali motivi fa ampio riferimento al rito di consacrazione della chiesa. Infatti, la consacrazione dell’edificio sacro ha sempre mantenuto il suo legame teologico con la costruzione dell’edificio spirituale, costituito dalle pietre vive dei fedeli. Innanzitutto, la santità dei fedeli si fonda sulla loro consacrazione: «Allo stesso modo che una chiesa, quando viene consacrata, viene lavata, così i fedeli sono lavati dal sangue di Cristo». In secondo luogo, i fedeli sono santi per la loro unzione: «Come una Chiesa, quando viene consacrata, viene unta, così anche i fedeli, vengono unti con una unzione spirituale, diversamente non sarebbero cristiani, perché il nome di Cristo significa “unto”». Infine, i fedeli sono santi per l’inabitazione in loro della Trinità, poiché «qualunque sia il luogo dove Dio abita diventa santo».
La terza nota della Chiesa è la «cattolicità», ovvero l’universalità. Anche in questo caso San Tommaso propone una triplice motivazione. Innanzitutto, la Chiesa è cattolica quanto all’estensione, poiché «è diffusa in tutto il mondo. La Chiesa è infatti l’assemblea o l’insieme di tutti i fedeli e questi sono in tutto il mondo; perciò in tutto il mondo è anche la Chiesa». In secondo luogo, la Chiesa è universale quanto alla condizione degli uomini, poiché «nessuno viene escluso dal farne parte». Infine, la Chiesa è cattolica quanto al tempo, poiché «essa ebbe inizio dal tempo di Abele e durerà fino alla fine del mondo […] E dopo la fine del mondo la Chiesa rimarrà in cielo».
La quarta e ultima nota è l’«apostolicità». San Tommaso per spiegarla utilizza il concetto di “stabilità”. Scrive, infatti, che «una cosa si dice stabile innanzitutto se ha delle buone fondamenta. Orbene, il fondamento principale della Chiesa è Cristo». A tale fondamento principale se ne affianca uno secondario, che è altrettanto importante: «Fondamento secondario sono gli Apostoli e la loro dottrina. […] è per questo che essa viene detta Apostolica». L’apostolicità della Chiesa, quindi, ne costituisce la stabilità. La quale è rafforzata dalla presenza della potestà primaziale di San Pietro: «Ne segue anche, perché a rafforzare la solidità di questa Chiesa, sia stato scelto il beato Pietro come suo vertice». Nel vertice si tocca la massima stabilità, la quale garantisce alla Chiesa di mantenersi ferma nei secoli.
La stabilità della Chiesa, tuttavia, è dimostrata anche dal fatto che essa abbia resistito a tutti gli attacchi che i suoi nemici le hanno fatto nel corso dei secoli. Essa non è mai stata distrutta dai suoi persecutori. Anzi, afferma San Tommaso, «durante le persecuzioni essa si sviluppò maggiormente e coloro che la perseguitarono e contro i quali essa dovette lottare, vennero meno». Essa non è stata distrutta neanche dalle eresie che hanno attaccato molte volte l’ortodossia, né dalle tenzioni dei demoni. Il diavolo, infatti, fa di tutto per distruggerla ma non può riuscirci, perché il Signore ha promesso a San Pietro che «le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16,18). Conclude, quindi, San Tommaso: «Ed è per questo che soltanto la Chiesa di Pietro […] fu sempre salda nella fede. Mentre nelle altre parti, o non esiste o è inquinata da molti errori, la Chiesa di Pietro è invece fiorente per la sua fede e immune da eresie».
Bibliografia
- Tommaso d’Aquino, Expositio in Symbolum Apostolorum (ed. it. Scritti Spirituali, ESD, Bologna 1999).
- Mondin B., «Chiesa», in Id., Dizionario enciclopedico del pensiero di San Tommaso d’Aquino, ESD, Bologna 2000, 112-117.