Le petit Gilles Bouhours. L’araldo dell’Assunzione di Maria

Il piccolo Gilles, un giovane fanciullo francese di sei anni, venne scelto dalla Vergine Maria quale segno per il Papa per la proclamazione del dogma dell’Assunzione.

Le petit Gilles Bouhours. L’araldo dell’Assunzione di Maria

Il piccolo Gilles, un giovane fanciullo francese di sei anni, venne scelto dalla Vergine Maria quale segno per il Papa per la proclamazione del dogma dell’Assunzione.

Anno Domini millenovecentocinquanta. La Chiesa è in fermento, milioni di pellegrini calcano le vie della Città Eterna per vedere i luoghi del martirio degli apostoli Pietro e Paolo e per ottenere le sante indulgenze: è l’Anno Santo di metà secolo, intitolato «L’anno del grande ritorno e del grande perdono», mosso dal profondo desiderio di riconciliazione fra nazioni cristiane e combattenti reduci del terribile conflitto di qualche anno prima.

L’Europa ansimava in un profondo desiderio di pace e il Giubileo offriva santamente questa opportunità. Fu un momento straordinario, la Carta del Pellegrino ebbe riconosciuta per quell’anno valore pari al passaporto per l’accesso all’Italia, Roma tornò ad essere in quel momento il vero centro del mondo e il santo padre Pio XII (al secolo Eugenio Pacelli, 1876-1958) si apprestava a proclamare il dogma dell’Assunzione corpo e anima della Vergine Maria. 

Fu l’ultimo grande giubileo cattolico prima dei profondi stravolgimenti del Concilio Vaticano II, il card. Sergio Pignedoli, segretario del Comitato centrale di organizzazione, dirà che fu «il più grande colloquio che il papato abbia mai avuto con il mondo»(Melloni, 2016) e la proclamazione del dogma mariano ne segnò il momento apicale. 

Tuttavia, Papa Pacelli, accusato e attanagliato da un sottobosco romano intriso di quel progressismo che più avanti diverrà conciliarista e che ora fremeva e si prodigava in accuse alla proclamazione di un dogma che sarebbe andato ad ostacolare il dialogo ecumenico con ortodossi e protestanti, chiese al Cielo un segno per essere sicuro di essere sulla strada giusta dell’unica Verità.

Quel segno arrivò nel modo più candido e insolito che il Signore potesse concepire, attraverso la bocca di bambino: Gilles Bouhours, l’araldo dell’Assunzione di Maria.

Il piccolo Gilles nacque a Bergerac, una piccola cittadina nella Nuova Aquitania francese, il 27 novembre del 1944, festa e anniversario delle apparizioni della Madonna a Rue du Bac (Parigi), avvenute nel 1894, esattamente cinquant’anni prima. La sua infanzia fu da subito segnata dalla malattia e dal prodigio: a pochi mesi dalla nascita gli fu diagnosticata la meningoencefalite, un male all’epoca mortale in moltissimi casi, non essendoci cure adatte. Una suora delle Piccole Sorelle dei Poveri, amica di famiglia, offrì ai genitori due sacre reliquie da mettere sotto il cuscino del piccolo ammalato, una di santa Teresa di Lisieux (1873-1897) e una di san Daniele Brottier (1876-1936), missionario in Africa dei Santi Padri dello Spirito e direttore degli orfani Apprendisti di Auteuil a Parigi.

Sembrava che l’affidamento a questi due specialissimi santi non avesse smosso le gravi difficoltà di salute del piccolo Gilles, che per tre giorni non vide alcun miglioramento, finché, la quarta notte, si ebbe il miracolo: la febbre scese e il pallore della malattia scomparve. Scorgendo sotto al cuscino, i genitori rimasero impressionati: l’immagine del santo missionario era rimasta intatta, quella di santa Teresina, invece, si era completamente sgretolata e l’involucro custodente la reliquia era totalmente scomparso.

All’età di due anni, il 30 settembre 1947 (giorno della festa di santa Teresina), Gilles ebbe il primo incontro con la Madonna, che chiese a questo piccolissimo infante di recarsi a Espis (nella diocesi di Montauban), luogo in cui sin dal ’46 si aveva notizia di apparizioni mariane a tre bambini e a un uomo di 40 anni. Ivi il vescovo locale, mons. Pierre-Marie Théas (1894-1977), seguace delle idee liberali della Teologia della Liberazione, si era da poco scagliato contro il mistico caso locale, minacciando la sospensione a divinis contro qualsiasi sacerdote che si fosse recato nel luogo e/o ci avesse celebrato messa.

Durante una serie di apparizioni nei giorni successivi raccontò di aver visto la Madonna essere sull’acqua e dividerla con un bastone che, come si intese dai suoi gesti, era un crocifisso, mentre del “fumo giallo” si alzava verso il cielo facendola piangere. La vedrà piangere molte altre volte, anche sangue. In una di queste occasioni (13 febbraio 1948) le offrirà dell’acqua benedetta versatagli dal padre nelle sue piccole manine e pulirle il volto, suscitando una profonda commozione e devozione di chi vi assistette.

Gilles, con la sua famiglia, si recherà a Espis il 13 ottobre del ‘47 (anniversario del Miracolo del Sole di Fatima), ove Maria gli di recarsi nel bosco, in un luogo ove più tardi sgorgherà una sorgente (esattamente come a Lourdes) e ivi benedì i rosari dei presenti, chiedendo di recitarne assieme una decina per le intenzioni del Sacro Cuore di Gesù. Nei giorni e mesi successivi, oltre alla Vergine che veniva spesso a trovarlo nei giorni 13, iniziarono le apparizioni di santa Teresina, la quale gli “lancia dei fiori”, della Santa Croce che gli appare più volte in cielo e di san Michele Arcangelo (15 agosto 1948, giorno della festa dell’Assunzione della Vergine al Cielo). A proposito di quest’ultima, il fanciullo la descrive così: «Vedo un grande bottone [la terra] e, in alto, una grande bestia, come una lucertola con una grande coda e grandi gambe avvolte attorno ad essa. Non lontano, vedo un signore con le piume sulla schiena». Quello stesso giorno, Maria gli chiese di seguire la processione dei pellegrini di Espis e di cantare con loro, chiedendo nelle settimane a venire molte preghiere. Il 13 ottobre del ’48 l’apparizione della Vergine rivelò dei combattimenti in corso condotti da san Michele per la salvezza delle anime e, il 13 dicembre gli confida un segreto per il «colui che sostituisce Gesù sulla terra», ovvero il papa, il Vicario di Cristo.

Il padre di Gilles, piuttosto perplesso, domanda spiegazioni, ricevendo come risposta: «Mi ha detto qualcosa [da dire al Papa] e se te lo dicessi, sarebbero due peccati».

Nonostante Maria insistette più volte, Gilles partirà per Roma solamente l’anno successivo, nel 1949, dopo che il piccolo ricevette la Santa Comunione e visse sempre più intensamente il dono delle visioni, provando alcuni dei dolori della Passione di Cristo e vedendo Sua Madre lungo la Via Crucis. I mezzi economici familiari erano infatti piuttosto modesti e organizzare un viaggio a Roma non era cosa facile, riuscirono tuttavia a incontrare Pio XII in una udienza il 19 dicembre 1949 ma il piccolo, deluso dal non aver potuto interloquire con il santo padre privatamente, non poté rivelargli quando la Madonna comandava.

Nel frattempo le apparizioni continuavano, la Madonna esortava nuovamente Gilles ad andare in Vaticano, ma gli ostacoli posti dal vescovo locale in merito ai veggenti di Espis impedivano di ottenere udienza fino a che, improvvisamente, la famiglia venne ricevuta il primo maggio del 1950, in pieno Giubileo.

Il giovane fanciullo francese, che non aveva ancora compiuto sei anni, riuscì finalmente a interloquire con Pacelli senza nessuna interferenza, potendogli rivelare così quanto Maria gli aveva chiesto.

Di quanto si siano detti il papa e il bambino si sa molto poco, tuttavia Gabriel Bouhours, il padre di Gilles, così descrisse la scena:

«Verso le 10:30, siamo entrati in Vaticano, dove i prelati di Sua Santità ci hanno portato in una stanza. Un vescovo ha detto “Mettete il bambino sulla sedia. Lo lasceremo solo con il Santo Padre”. Non appena quest’ultimo è entrato, i prelati si sono ritirati e Gilles è rimasto solo con Papa Pio XII. Papa Pio è riapparso poco dopo con Gilles, che ha battuto le mani con gioia e ha esultato: “Vive le Pape!” Dopo l’udienza, ormai libero da ogni costrizione, il caro bambino rivelò il suo segreto a diverse persone.» 

Il segreto rivelato da Gilles, riportato dal Giornale d’Italia il 10 giugno 1950 (a firma di Gaetano Fabiani), era semplice, affinché un bambino potesse ricordarlo facilmente, ed era il seguente: «La Madonna non è morta; è salita al cielo con il suo corpo e la sua anima». 

Era il segno cercato dal papa, innanzi alle parole di questo giovane bambino francese crollavano tutti i sofismi ecumenici del progressismo cattolico e tutti i giochi politici, la Verità doveva trionfare e non poteva patteggiarsi con chi sceglieva di non credere. Fu così che, nella solennità di Ognissanti del medesimo anno, il Principe di Dio, Pio XII, con la Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus solennemente recitò: «pronuntiamus, declaramus et definimus divinitus revelatum dogma esse: Immaculatam Deiparam semper Virginem Mariam, expleto terrestris vitae cursu, fuisse corpore et anima ad caelestem gloriam assumptam». [pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’Immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo].

Dopo al papa altri personaggi illustri desiderarono incontrare Gilles, fra di essi, in particolare, don Gabriele Maria Roschini, fondatore del Marianum, docente alla Pontificia Università Lateranense, considerato uno dei più grandi mariologi del XX secolo e personaggio particolarmente odiato dal noto conciliarista modernista padre Yves Congar, il quale nei suoi diari lo appellava “Arsehole Roschini” (ovvero “Roschini coglione”, si perdonerà il francesismo virgolettato) e “Mariolatra” (Congar, 2000). Roschini, particolarmente interessato ai fenomeni manifestatisi al giovane francese, fu uno dei più grandi sostenitori della Corredenzione, parlando dell’unione spirituale permanente avvenuta fra Maria e il suo Divin Figlio (Roschini, 1946).

Alle rivelazioni mariane di Gilles vennero dedicati numerosi articoli in quegli anni, tuttavia, con gli sconvolgimenti vissuti dalla Chiesa dopo la morte di Pacelli e l’avvento dell’era conciliare e post conciliare, non se ne parlò più. La Mariologia venne apertamente osteggiata se contrastante con le visioni sincretistiche dominanti e le conseguenze di ciò sono storia attuale.

Il piccolo araldo mariano tornò in seguito in Francia, dove continuò a ricevere visite dalla Beata Vergine, ma anche degli angeli, descritti come vestiti di bianco, blu o rosa, e anche di san Giuseppe, santa Teresa e santa Bernardette. Divenne modello ed esempio per i suoi familiari e per i suoi cari. Era solito pregare molto e privarsi di piccole cose per la conversione dei peccatori, come testimonia il fratello, accettava tutto e offriva a Dio le sue sofferenze.

Il 15 agosto del 1958, in occasione della festa dell’Assunzione che lui stesso aveva in qualche modo contribuito a rendere dogma, Maria gli apparve per l’ultima volta. Gilles si spegnerà un anno e mezzo dopo all’età di quindici anni dopo una breve malattia non ben identificata che se lo portò via in 48 ore. Nel momento in cui rese a Dio la sua candida anima uno stormo di uccelli prese a vorticare e svolazzare intorno alla finestra della sua stanza, cinguettando melodiosamente. Era venerdì 26 febbraio 1960, il santo ragazzo araldo dell’Assunzione che aveva visto la Vergine piangere e le aveva offerto acqua benedetta per pulirsi il viso, si spegneva il giorno della festa della Madonna delle Lacrime.


Bibliografia:

  • Congar, Y. (2000) Journal d’un théologien (1946-1956). Cerf, Parigi. p. 293.
  • Melloni, A. (2016). Il Giubileo. Una Storia. Laterza, Roma.
  • Roschini, G.M. (1946). Compendium Mariologiae. Scientia Catholica, Roma.

Bibliografia tematica:

  • Guiot, A., & Bouhours, G. (2015). Il mio piccolo Gesù sulla terra. Edizioni Segno.
  • Guiot, A., & Bouhours, G. (2017). Gilles Bouhours – voyant de la Vierge Marie: Récit intégral des apparitions. Editore Rassemblement a son image.
  • Guiot, A., & Bouhours, G. (2010). Les apparitions de la Vierge Marie à Gilles Bouhours. Fernand Lanore.
  • Jean-F.E.C., F. M. (1970). Le Petit Gilles: Histoire de l’adolescent Gilles Bouhours, 1944-1960. Editions Hovine.
Massimiliano Fissore

Massimiliano Fissore

Redattore della sezione di Cultura Religiosa. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi di Parma, attualmente svolge attività di ricerca in ambito di valorizzazione delle identità territoriali e geografia del sacro.
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