Le Sante Martiri di Compiègne

Papa Francesco, con la procedura della canonizzazione equipollente, ha deciso di estendere alla Chiesa universale il culto delle 16 carmelitane scalze di Compiègne ghigliottinate durante la Rivoluzione francese.

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Nel celebre anno dello scoppio della Rivoluzione Francese, il 1789, la religione di Stato della Francia era il cattolicesimo. La popolazione, dunque, che ammontava a circa 28 milioni di individui, nella sua interezza (o quasi), era cattolica. 

Come è possibile, allora, -tralasciando, per quanto possibile, la matrice prettamente illuminista e massonica della Rivoluzione-che sia stato proprio questo evento ad aver provocato il martirio di moltissimi cristiani, a cominciare con il massacro di 250.000 vandeani?

La spiegazione è molto semplice e razionale: secondo la nuova teoria del comportamento economico che prendeva piede in quegli anni, era definito tale solo “il massimo risultato ottenuto col minimo sforzo”. Di conseguenza, quindi, chi non cercava di arricchirsi o chi, peggio, ricercava solo la santità tramite la carità (ossia il clero, secolare e regolare), non si comportava economicamente, ed era perciò inutile poiché non produttivo. 

Non è difficile, quindi, capire il motivo per cui, negli anni successivi al 1789, si promulgarono diverse leggi a scapito dei chierici: tra le tante, la proibizione di emettere voti religiosi (in nome della libertà individuale) e la soppressione degli ordini religiosi, primi fra tutti quelli contemplativi. 

In questo senso, emblematico ed edificante è la vicenda delle Sante Martiri di Compiègne. Si tratta di 16 Carmelitane Scalze, precisamente 14 suore e 2 collaboratrici laiche, ghigliottinate durante il Regime del Terrore, poiché si rifiutarono categoricamente di rinunciare ai loro voti monastici. Non appena la Rivoluzione sfociò nel Terrore, le stesse, infatti, nel 1792, seguendo l’ispirazione della priora, Madre Teresa di Sant’Agostino, si offrirono in olocausto con lei per “placare la collera di Dio e perché la pace divina, recata sul mondo dal suo caro Figlio, fosse resa alla Chiesa e allo Stato”.

Questo atto di consacrazione venne ripetuto dalle suore ogni giorno, fedelmente, fino a quello del loro martirio, il 17 Luglio 1794. Non mancarono di recitarlo neppure quando, due anni prima, il loro monastero venne soppresso e si ritrovarono costrette a dividersi in alcune case di Compiègne in gruppi di quattro, cercando di mantenere il più possibile il loro ritmo monastico di preghiera e penitenza. Furono, però, scoperte e denunciate dal comitato rivoluzionario, e per questo motivo imprigionate prima a Sainte-Marie e dopo nelle terribili carceri della Conciergerie, a Parigi, dove ad attenderle erano presenti moltissimi altri religiosi e sacerdoti innocenti, incolpati, come loro, di “fanatismo” e “avversione al potere costituente”. 

Ma è proprio grazie a questa tragica circostanza che esse fecerosfoggio della loro immensa virtù: non si persero mai d’animo e cercarono in ogni modo di portare gioia e conforto a tutti gli altri detenuti, testimoniando, così, la Verità Cristiana. Addirittura, il giorno della Madonna del Carmelo (16 Luglio), una delle suore compose un canto sulle note della Marsigliese, il cui testo era un inno di giubilo e preghiera in ottica del futuro e ormai vicino martirio. 

Il loro canto, poi, nessuno fu in grado di spegnerlo. Il giorno dopo, infatti, furono trasportate su un carretto al luogo dell’esecuzione, ma anziché farsi sopraffare dalla tristezza e dallo sconforto, esse intonarono gioiosamente, di fronte ad una folla immensa di sanculotti e rivoluzionari, il Miserere, la Salve Regina ed il Te Deum, come se esse si accingessero ad andare ad una festa lungamente attesa e preparata.

Ma non è finita qui. Una volta giunti, la priora chiese ed ottennedal boia di poter essere giustiziata per ultima, così da poter assistere e sostenere spiritualmente le sue figlie fino alla fine. Ognuna di esse, prima di salire al patibolo ed essere brutalmente decapitata, si inginocchiò davanti alla Madre rinnovando le promesse di fede battesimali, i voti religiosi, e chiedendo umilmente il permesso di morire. Una volta accordatole intonò (sì, di nuovo, intonò) il Veni Creator, con un sorriso beato stampato sul viso, morendo in questo modo. La priora, l’ultima a morire, non fu da meno, e cantando si spense sotto gli occhi di un pubblico in religioso silenzio. 

E noi? Ne saremmo capaci? Avremmo mai la loro stessa forza, la loro stessa fede e il loro stesso coraggio? Mi piace pensare di sì. 

Le monache, comunque, vennero beatificate da papa Pio X nel 1906, e la loro memoria liturgica cade proprio il 17 Luglio.

Oggi, 18 dicembre 2024, Papa Francesco, con la procedura della canonizzazione equipollente, ha deciso di estendere alla Chiesa universale il culto delle 16 carmelitane scalze di Compiègne ghigliottinate durante la Rivoluzione francese.

Luana Manuli

Luana Manuli

Caposervizio della sezione Spiritualità Religiosa. Ha conseguito il Diploma di liceo linguistico presso l’Istituto Daniele Crespi di Busto Arsizio. Attualmente studia Scienze della Comunicazione presso l’Università degli studi dell’Insubria.
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