Gesù Cristo spiega chiaramente i poteri conferiti agli apostoli, prima di andare a patire per la nostra eterna salute, e dopo la sua risurrezione.
Nel Vangelo di S. Matteo, al capitolo 18, si racconta di come egli raccomanda ai suoi discepoli la cura dei piccoli e degli erranti.
In questo contesto dice: “In verità vi dico che tutto quello che avrete legato sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che avrete sciolto sulla terra sarà sciolto in cielo” (Mt. 18, 18).
Al verso precedente, abbiamo riportato quanto segue: “E se egli (il tuo fratello in colpa) anche questi (uno o due testimoni) non ascolterà, dillo alla Chiesa; e se rifiuta di ascoltare anche la Chiesa, consideralo come un pagano e un pubblicano”. Un tale “fratello” deve essere quindi espulso dalla comunità. Il verso 18 quindi aggiunge che gli effetti di questa sentenza, ossia della scomunica, sono ratificati anche in cielo, cioè da Dio. Ora, la teologia protestante, rapportando il verso 17 al 18, afferma che il significato sembra che i membri della comunità partecipano al potere di legare e sciogliere.
Per decidere, tuttavia, a chi si rivolga Cristo, non bisogna dimenticare che il verso 18 si trova nel contesto di un discorso che è rivolto ai discepoli, fin dal primo verso. Infine, i versi 17 e 18 non sembrano affatto in rapporto diretto tra loro.
Quindi, le parole sono rivolte ai capi della comunità; ed ancora evidentemente non a questi nella loro totalità, ma soltanto nel gruppo dei Dodici.
Ma quale è il potere di legare e sciogliere? Possiamo argomentare in tre significati.
Dichiarare proibito e lecito, imporre e togliere un obbligo, escludere dalla comunità e riammettere in essa.
Il potere disciplinare ha come presupposto indispensabile il potere dottrinale. Le decisioni possono essere quindi imposte con delle sanzioni. Agli apostoli viene perciò conferita la facoltà di prendere decisioni dottrinali obbliganti, di emanare prescrizioni giuridiche e di imporne l’osservanza.
Questa autorità non è solo materiale ed esterna, ma spirituale ed interna. Obbliga quindi nell’ambito della coscienza. Questo potere conferito si riflette anche nelle parole di Gesù, il quale, sottolineando la sua venuta come giudice alla fine del mondo, permetterà agli apostoli di sedere sui dodici troni e giudicare le dodici tribù di Israele.
I detentori del potere lo devono perciò esercitare nei confronti degli altri membri della Chiesa con sollecitudine, amore fraterno, non invece con metodi di superbia e arroganza (Mt. 18, 1-35).