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L’iconografia della Madonna del Rosario nell’arte

Maggio è il mese delle rose e dedicato alla Beata Vergine Maria. Ogni Ave Maria che si recita nel rosario è come una rosa offerta per la Madre di Dio, e il rosario completo è come un bellissimo giardino di rose. Da questo ideale collegamento inizia a prendere forma l’iconografia della Madonna del Rosario nel tempo.

Maggio è il mese delle rose e dedicato alla Beata Vergine Maria. Insieme al vento, percorrendo i centri storici delle nostre città, è possibile sentire gli echi di “Ave Maria” provenire dalle case e dalle chiese. È Il Rosario che  riprende l’immagine della rosa. Ogni Ave Maria che si recita nel rosario è come una rosa offerta per la Madre di Dio, e il rosario completo è come un bellissimo giardino di rose.

Da questo ideale collegamento degno di considerazione è l’artista Lorenzo Lotto che in una pala d’altare colloca l’immagine della Madonna che consegna il Rosario in un roseto. L’opera, commissionata dalla Confraternita del Rosario di Cingoli e ultimata nel 1539, conserva nel registro inferiore la Madonna col Bambino in grembo che offre a San Domenico la corona del Rosario. Il santo si protende girato verso di lei, lungo una diagonale, con le braccia distese, in un gesto molto efficace visivamente. In basso, sotto il trono, due angioletti, vicino ai quali si vede anche san Giovannino indicante Gesù, spargono petali di rose da un cestone di vimini. Uno ha appena lanciato una manciata di petali giocosamente, l’altro invece ha in mano una rosa e la offre a santa Caterina.

Sullo sfondo un graticcio di rose e quindici medaglioni. Ciascun medaglione riporta una storia di Maria o di Gesù, disposti con ritmo ascendente, che segue la centina del bordo superiore. Le scene, che rappresentano i misteri del Rosario, vanno lette da sinistra a destra, dal basso verso l’alto. La prima fila, è relativa ai misteri gaudiosi e contiene le Storie dell’infanzia di Cristo, con l’Annunciazione, la Visitazione, la Natività, la Circoncisione e il Cristo fra i dottori del Tempio. La seconda contiene i misteri dolorosi, cioè le Storie della Passione di Gesù, l’Orazione nell’orto del Getsemani, la Flagellazione, la Coronazione di spine, la Via Crucis e la Crocifissione. La terza, infine, i misteri gloriosi, cioè le Storie della Resurrezione, con la resurrezione di Cristo, la sua Ascensione, la Pentecoste, l’Assunzione della Vergine e l’Incoronazione di Maria, quest’ultima risolta in maniera molto originale, con la donna di spalle che si sta presentando, in ginocchio, all’apparizione della Trinità con la corona.

Non si tratta però di uno schema nuovo. L’artista riprende il tema dalle stampe popolari dedicate al Rosario, ma anche dalle rappresentazioni medievali dell’Albero della Vita. 

A seguito della Battaglia di Lepanto il tema iconografico muta.

La festa della “Madonna della Vittoria”, promossa ed istituita da Papa Pio V, in ricordo della battaglia di Lepanto, avvenuta il 7 ottobre 1571, in cui la flotta della Lega Santa sconfisse l’Impero Ottomano, per intercessione della Vergine Santissima, si diffuse con viva intensità e devozione soprattutto nella terra salentina, per secoli minacciata, saccheggiata e torturata dai sanguinari turchi.

Gian Domenico Catalano pittore gallipolino, attivo nel quarantennio a cavallo tra XVI e XVII secolo, rappresenta la Madonna del Rosario in trono e ricorrentemente attorniata nel registro superiore da angeli che sostengono i medaglioni dei misteri e il baldacchino sotto il quale ha sede il trono. Nel registro inferiore tra i santi domenicani, nobili del tempo- generalmente i commissionari- assume un certo protagonismo Papa Pio V in atteggiamento orante.

La Madonna del rosario di Pompei

Nella basilica di Pompei  si conserva una tela attribuita alla scuola di Luca Giordano, di non eccelso valore artistico  ma di notevolissimo valore spirituale e taumaturgico poiché oggetto di culto molto intenso e diffuso, con pellegrinaggi che si concentrano durante le due suppliche: l’8 maggio e la prima domenica di ottobre.

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