Al di sopra della stola può essere indossato il piviale che consiste in un paramento indossato dai sacerdoti o dai vescovi nelle celebrazioni che
hanno luogo al di fuori della Messa o anche al di fuori della chiesa stessa.
Durante la Messa infatti il celebrante indossa solo la pianeta o la casula. Il piviale viene invece utilizzato nel caso di: processioni, benedizione
eucaristica, Vespri e Lodi solenni, Concistori per la creazione di nuovi cardinali, e molte altre occasioni. Nello specifico si tratta di un mantello ampio (aperto è un semicerchio con il raggio da 1 metro e 40 a 1 metro e 60 centimetri), lungo quasi fino ai piedi e aperto sul davanti. È trattenuto sul petto da un fermaglio chiamato ‘razionale’. La suo origine è secolare e deriva da un mantello da pioggia, come suggerisce il suo nome (da ‘pluvialis’), e per questo presenta anche un accenno di cappuccio, il cosiddetto ‘scudo’ posteriore. Essendo una veste destinata a occasioni solenni, è sempre decorata con ricchi ricami e impreziosita con orli e ornamenti pregiati. Prima del Concilio Vaticano II e della riforma da esso promossa, il piviale liturgico non era indossato solo da preti e vescovi, ma era utilizzato comunemente anche da esponenti del clero minore. In particolare i
salmisti che intonano l’inizio dei salmi durante i Vespri possono vestire il piviale.
Il piviale viene indossato anche per la benedizione solenne all’altare, durante l’assoluzione al feretro o alla tomba, per le orazioni del Venerdì
Santo e per la Veglia Pasquale. Anche il sacerdote assistente al Pontificale o quello assistente alla messa possono indossarlo, ora per i
concelebranti è preferibile la sola stola oppure, se dopo viene celebrata la messa, la casula.