L’innamorato folle dell’Immacolata

San Massimiliano Maria, al secolo Raimondo, nasce nel 1894 in Polonia e a 10 anni ai piedi della statua della Madonna, nella sua chiesa parrocchiale, inginocchiato in preghiera gli appare la Vergine Maria che porta in mano due corone, una bianca e l’altra rossa.

San Massimiliano Maria, al secolo Raimondo, nasce nel 1894 in Polonia e a 10 anni ai piedi della statua della Madonna, nella sua chiesa parrocchiale, inginocchiato in preghiera gli appare la Vergine Maria che porta in mano due corone, una bianca e l’altra rossa. La Madonna, sorridendo maternamente, gli chiede di scegliere. La bianca significava che avrebbe perseverato nella castità e la rossa che sarebbe stato martire. Massimiliano dice alla Madonna che lui le sceglie tutte e due.

La vocazione religiosa lo porta a entrare a 14 anni nel convento dei francescani insieme a suo fratello Francesco. Una volta pronunciati i voti semplici, a causa della sua grande intelligenza, viene mandato dai superiori a studiare a Roma presso il Collegio Serafico Internazionale per poi proseguire gli studi nella prestigiosa Università Gregoriana, quella dei Gesuiti.

Il suo amore per l’Immacolata è talmente grande che già a Roma e prima di essere ordinato sacerdote, fonda l’associazione apostolica della Milizia di Maria Immacolata con lo scopo di convertire i peccatori, inclusi i nemici della Chiesa, e di ottenere la santificazione di tutti i membri della Milizia, sotto la protezione dell’Immacolata.

La sua intraprendenza era eccezionale, volle con sé solo giovani coraggiosi e disposti a seguirlo nell’impresa con il titolo di Cavalieri d’Avanguardia.

L’innamorato folle dell’Immacolata

Ora entriamo nello straordinario della vita di Massimiliano. Viene ordinato sacerdote a Roma il 28 aprile 1918 e il giorno dopo celebra la sua prima Santa Messa sull’altare della Madonna del Miracolo nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, perché lì era avvenuto il celebre episodio di Alphonse Marie Ratisbonne che si era inginocchiato ebreo e si era alzato cristiano grazie all’apparizione della Vergine della medaglia miracolosa.

La vita di questo santo apostolo dell’Immacolata ha dello straordinario. Rientrato in Polonia nel 1919 e dopo un ricovero in sanatorio, fonda il giornale “Cavaliere dell’Immacolata”, mette insieme ben 327 collaboratori e arriva a stampare centinaia di migliaia di copie che distribuisce in tutta la Polonia. Nel 1927 un nobile polacco gli regala un terreno e su questo lui costruisce la Città dell’Immacolata dove raduna un migliaio tra sacerdoti, seminaristi e collaboratori. Un esercito al servizio della Madonna.

Nel 1930 parte per il Giappone e a Nagasaki fonda una città dell’Immacolata, dove ancora oggi i cattolici giapponesi con i loro sacerdoti proseguono nell’opera di apostolato avviata dal Kolbe. In Polonia, nel 1939, alla vigilia della guerra, stampa oltre un milione di copie della sua rivista.

L’innamorato folle dell’Immacolata

Nel 1941 nella Polonia occupata dai nazisti, scrive nel suo ultimo numero della rivista: “Nessuno al mondo può mutare la verità. Ciò che possiamo fare è cercarla e servirla quando l’abbiamo incontrata. Il conflitto reale di oggi è un conflitto interno. Al di là degli eserciti di occupazione e dell’ecatombe dei campi di sterminio, vi sono due nemici inconciliabili nel più profondo di ogni anima: il bene e il male, il peccato e l’amore. Di cosa ci avvantaggiano le vittorie nei campi di battaglia, se siamo sconfitti nel più profondo delle nostre anime?”.

Cogliendo questa occasione la Gestapo lo arresta e lo interna nel campo di sterminio di Auschwitz dove lui si offre come condannato a morte al posto di un padre di famiglia. Con altri nove condannati saranno rinchiusi in una stanza sotto terra e lasciati morire di fame. Quando le SS vanno per verificare la loro morte trovano ancora in vita san Massimiliano che viene assassinato con una iniezione di acido fenico. Era il 14 agosto 1941, vigilia dell’Assunzione di Maria. Il martirio di questo santo frate francescano rimane un esempio di cosa significhi aver donato la propria vita all’Immacolata ed esser stato testimone della fede in suo figlio Gesù.

Lui non si stancava mai di dire: “Non abbiate paura di amare troppo l’Immacolata; mai potremo eguagliare l’amore che ha avuto da Lei lo stesso figlio Gesù, e imitare Gesù è la nostra santificazione. Quanto più apparteniamo all’Immacolata, tanto meglio comprenderemo e ameremo il Cuore di Gesù, Dio Padre, la Santissima Trinità”.

Seguiamo l’esempio di san Massimiliano Maria affidando e consacrandoci all’Immacolata, donando tutto a Lei, il tempo, le azioni, le gioie, le sofferenze, la volontà…tutto per Lei, come vuole Lei. Solamente l’Immacolata ci condurrà al Salvatore Gesù.

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